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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Agenti marittimi: "Ricorso al Tar"

BRINDISI – La risposta degli agenti marittimi all’ordinanza con cui l’Autorità portuale introduce criteri, ritenuti discriminatori e lesivi del principio della libera concorrenza, assegnando sconti sui diritti per passeggeri, Tir, auto e pullman alle compagnie di navigazione che garantiscano un minimo di 150 toccate annue ai loro traghetti sulla linea Brindisi - Grecia o Brindisi - Albania, e a quelle che mettono in linea navi con anzianità di varo non superiore ai 15 anni (rispettivamente un terzo e un terzo in meno sulla tariffa standard, agevolazioni anche cumulabili), è già stata affidata ad un avvocato di fiducia della categoria per valutare quale percorso legale bisognerà seguire. Probabilmente la cosa finirà davanti al Tar di Lecce.

BRINDISI – La risposta degli agenti marittimi all’ordinanza con cui l’Autorità portuale introduce criteri, ritenuti discriminatori e lesivi del principio della libera concorrenza, assegnando sconti sui diritti per passeggeri, Tir, auto e pullman alle compagnie di navigazione che garantiscano un minimo di 150 toccate annue ai loro traghetti sulla linea  Brindisi - Grecia o Brindisi - Albania, e a quelle che mettono in  linea navi con anzianità di varo non superiore ai 15 anni (rispettivamente un terzo e un terzo in meno sulla tariffa standard, agevolazioni anche cumulabili), è già stata affidata ad un avvocato di fiducia della categoria per valutare quale percorso legale bisognerà seguire. Probabilmente la cosa finirà davanti al Tar di Lecce.

E’ solo uno degli aggiornamenti della situazione, dopo le ultime giornate di fuoco al porto, culminate nel sequestro della nave Ionian Spirit della compagnia Agoudimos, pubblicamente accusata di morosità dall’Autorità portuale pur in presenza dio vari giudizi in corso, in cui l’armatore sostengono che alcune somme pretese dall’ente non sarebbero dovute, in quanto corrispondenti a servizi mai resi. Agoudimos ha ovviamente affidato ai propri legali anche il compito di ottenere la liberazione del traghetto che sino all’altra sera ha servito la linea Brindisi - Valona.

Agoudimos è a Brindisi dal 1994 (cominciò il servizio con la Kapetan Alexandròs), e in questo periodo ha contribuito al fatturato dei soli servizi di ormeggio del porto di Brindisi con 9 milioni di euro – 18 miliardi delle vecchie lire -, toccando anche la presenza contemporanea di quattro unità nel cuore della stagione estiva. Ora questa compagnia, come altre, non disponendo di navi con età con una età di chiglia non superiore ai 15 anni, rischia tra le altre cose la penalizzazione sui diritti portuali rispetto ad esempio alla compagnia italiana in arrivo, la Grimaldi, che mette in linea un traghetto varato nel 2003. Di questo si è discusso ieri sera nell’annunciata assemblea  dell’Associazione degli agenti marittimi, che ritiene ormai deteriorato il rapporto con l’Autorità Portuale, che tra l’altro ha confezionato ed emesso l’ordinanza – firmata dal presidente Iraklis Haralambidis – senza alcuna consultazione preliminare né con Federagenti né con Confitarma.

Ma la storia dei due pesi e delle due misure non è solo limitata alle navi traghetto. C’è anche un diverso trattamento tra terminalisti. Bisognerebbe estrarre dagli archivi della Capitaneria di Porto il voluminoso incartamento che riguarda il molo gasiere dello stabilimento petrolchimico, prima Montecatini, poi Montedison ed infine Eni nelle varie mutazioni degli assetti societari, sino all’attuale Polimeri Europa. Costruito nel 1957, entrato in attività – se non andiamo errati – nel 1962, sembra che il molo abbia servito un traffico in entrata e in uscita di prodotti petroliferi e derivati chimici liquidi e gassosi mai sottoposti al pagamento di diritti. Servirebbe per capire se furono fissati oneri concessori e di che entità. Il resto è storia recente, perché da quando sono state istituite le Autorità portuali con la legge 84/94, Polimeri Europa è l’unico terminalista a Brindisi che non paga le tariffe sulle merci: paga Enel, paga Edipower, paga Ipem (Gpl), ma non Eni.

La questione dello status speciale di Eni è stato sollevato non molto tempo fa in comitato portuale dal rappresentante degli agenti marittimi, Teo Titi, ma senza risposte effettive. L’Authority si era impegnata a chiedere un parere al ministero perché Polimeri Europa sostiene di non dovere nulla sui prodotti movimentati non essendo impresa portuale, il che la esenterebbe dagli obblighi che gravano sulle altre società. Emblematica la causa intentata e vinta contro Enel dall’Autorità Portuale (vedi articolo su BrindisiReport.it del 13 marzo) per l’adeguamento del canone demaniale della centrale di Cerano all’inclusione degli specchi d’acqua considerati di rispetto.

Non è la stessa materia ma sottolinea il fatto che l’Autority, molto portata a ricorrere all’Avvocatura dello Stato ma spesso anche a professionisti esterni, quanto si tratta di casi come quelli di Agoudimos, Enel e persino di piccoli cantieri come Deflo (senza entrare  nelle le ragioni di tali contenziosi), questo grosso problema del rapporto tra Eni e i diritti sulle merci vigenti nel porto di Brindisi non lo abbia neppure ancora sollevato in Comitato portuale. Perché? Qual è la ragione tecnica, giuridica, amministrativa di ciò? Quanto ricaverebbe l’ente portuale quanto meno da una transazione con  Polimeri Europa nel caso di vittoria in giudizio o di accordo extragiudiziale, dopo decenni di franchigia sui prodotti chimici e petroliferi? Tanto, è immaginabile, da potersi risparmiare certe forme di “aggressività legale” nei rapporti economici con le compagnie dei traghetti (una dimenticanza , il famoso sconto sui diritti non verrà concesso a chi è moroso o ha in piedi contenziosi con l’Authority), pur non rinunciando a quanto dovuto dall’altra parte.

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