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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Ambiente nei porti del Sud-Est europeo: rapporti e firma del protocollo

L'intensificazione del trasporto marittimo in Europa sudorientale ha posto seri problemi ambientali per le zone costiere, le acque portuali e le zone urbane circostanti. E' quanto emerge da un comunicato di Ten Ecoport

L'intensificazione del trasporto marittimo in Europa sudorientale ha posto seri problemi ambientali per le zone costiere, le acque portuali e le zone urbane circostanti. E' quanto emerge da un comunicato di Ten Ecoport, secondo cui la "pressante antropizzazione dell'uomo sull'ambiente costiero ha sollecitato l'Unione Europea ad intervenire per la salvaguardia ambientale dei paesi del Sud-Est Europa. A tal fine è emersa la primaria necessità di disporre di un quadro ecologico comune per regolamentare le attività di navigazione e portuali. Due appositi progetti di ricerca, Ecoport8 (2009-2012) e Ten Ecoport contigui e afferenti al Programma di cooperazione transnazionale South East Europe, hanno consentito un significativo progresso negli standard di qualità ambientale dei porti del Sud-Est Europeo. In particolare, in evidenza, i porti di Bari (con Barletta e Monopoli) e Brindisi per l'Italia; Dubrovnik (Croazia); Bar (Montenegro); Durazzo (Albania), Igoumenitsa e Patrasso (Grecia); Burgas e Varna (Bulgaria), Costanza (Romania)".

Il progetto Ten Ecoport, coordinato dal Politecnico di Bari (lead partner), "superando i limiti operativi delle autorità portuali del Sud Est Europa in ambito di gestione ambientale, si è posto come prima condizione il coinvolgimento degli stakeholder e di tutti gli operatori portuali che possono contribuire a una amministrazione sostenibile delle attivita' a dei servizi dei porti. Un primo risultato di progetto e' stato la formazione di dieci gruppi di lavoro, uno per ogni porto coinvolto (12), ognuno composto da rappresentanti sia delle Autorità portuali, sia degli istituti di ricerca, che di enti istituzionali e di operatori portuali. Questi gruppi hanno lavorato insieme durante tutto il periodo di progetto per riuscire a trovare e realizzare azioni e processi per una migliorata gestione ambientale dei porti. Si e' passati così dalla fase di studio e conoscenza delle problematiche ambientali dei singoli porti e relativa costruzione di un ecomapping, a quella progettuale per la soluzione delle priorità riscontrate.

Ingresso porto di Brindisi-2Al centro dei principali risultati di progetto infatti, c’è stata la realizzazione degli action plan specifici per ogni porto e focalizzati su: "Qualità delle acque" nei porti di Brindisi (Italia) e Igoumenitza (Grecia); "Inquinamento dell'aria" nei porti di Brindisi (Italia), Igoumenitza (Grecia), Bar (Montenegro), e Dubrovnik (Croatia); "Gestione dei rifiuti e consumi" nei porti di Patrasso (Grecia), Burgas e Varna (Bulgaria), Costanza (Romania), Bari (Italia) e Durazzo (Albania). "In particolare, questi ultimi due porti, porti pilota nel progetto, hanno stabilito un Piano d'Azione Comune fra Italia e Albania, col fine di monitorare la gestione dei rifiuti non solo nei rispettivi porti di competenza ma lungo tutta la tratta. Bari e Durazzo hanno cominciato così a implementare non solo comuni procedure ma anche un software per il controllo dei rifiuti che consente di individuare precisamente eventuali scarichi in mare. In tutti gli Action Plan sono state stabilite non solo le azioni operative da mettere in atto rispetto ai principali aspetti ambientali, ma anche le tempistiche, le responsabilità e i compiti di tutti gli attori coinvolti. Sono stati così effettuati otto studi di fattibilità, ognuno su un sistema di gestione ambientale per migliorare le prestazioni relative alle specifiche attività dell'operatore portuale scelto", si legge nel comunicato (Nella foto, il porto di Brindisi).

"Tutti i passaggi procedurali e le azioni studiate, implementati e verificati nell'ambito del progetto sono state formalizzate nell'ultimo più importante risultato di Ten Ecoport", si legge nel comunicato: "Un modello comune (common model), per lo sviluppo e la gestione sostenibili dei porti marittimi della rete dei porti aderenti al progetto europeo dell'area Sud-Est. Il common model è costruito come risultato finale dei due progetti, Ecoport8 e Ten Ecoport, e in pratica generalizza e riassume i risultati complessivi di entrambi i progetti portati avanti da una stessa partnership. In questa direzione condivisa e a conclusione di progetto, autorità portuali, università, istituti di ricerca, si impegnano a firmare un protocollo di intesa per promuovere la creazione di un gruppo europeo di cooperazione territoriale, la task force Ten Ecoport, al fine di contribuire allo sviluppo ambientale sostenibile delle zone costiere e portuali, fornendo strumenti utili e politiche a sostegno dell'innovazione efficiente e la sostenibilità ambientale della rete di trasporti marittimi transeuropea".

Il protocollo d'intesa sarà sottoscritto dai 16 partner delle sette nazioni del progetto mercoledì 17 dicembre alle 12 nella Sala del Consiglio del Politecnico di Bari (via Amendola,126/b) alla presenza del rettore, Eugenio Di Sciascio. "La firma dell'atto sarà preceduto dalla presentazione del progetto e dei relativi risultati, mediante apposite relazioni ed interventi che avranno inizio alle ore 10 presso la stessa Sala del Consiglio. La costituzione del gruppo europeo di cooperazione territoriale, task force Ten Ecoport, permetterà di poter agire come consulente indipendente delle organizzazioni dell'Unione Europea, le autorità portuali, le amministrazioni pubbliche, le imprese, le autorità comunali e tutti gli stakeholder nel campo della protezione ambientale e della gestione delle zone costiere e portuali e fornirà alle istituzioni competenti strumenti utili e politiche d'innovazione efficiente per la sostenibilità ambientale del corridoi della rete transeuropea", conclude il comunicato. (Nova)

Le foto sono di Marcello Orlandini

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