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Asi, guerra intestina alla Provincia: Ferrarese dice azzeriamo, Massari dice che le nomine sono ok

BRINDISI - L’affaire consorzio Asi si conferma essere una bomba a orologeria, pronta ad esplodere in acerbe lotte intestine, come quella prossima a deflagrare in seno all’amministrazione provinciale. Prova ne sia la distanza siderale, con appendice polemica, fra il presidente della Provincia Massimo Ferrarese e il presidente delle assise provinciali Nicola Massari. Ma non solo. Sia la segreteria provinciale del Partito Democratico, che l’ex presidente del Consorzio del Porto – Asi, Franco Leoci, intervengono sulla vicenda sostenendo- dopo i consiglieri regionali Pino Romano, Giovanni Brigante ed Euprepio Curto – la tesi che le designazioni appena completate non sono regolari e vanno azzerate per procede secondo la nuova legge del 2007 (in calce all’articolo le note del Pd e di Leoci).

BRINDISI - L’affaire consorzio Asi si conferma essere una bomba a orologeria, pronta ad esplodere in acerbe lotte intestine, come quella prossima a deflagrare in seno all’amministrazione provinciale. Prova ne sia la distanza siderale, con appendice polemica, fra il presidente della Provincia Massimo Ferrarese e il presidente delle assise provinciali Nicola Massari. Ma non solo. Sia la segreteria provinciale del Partito Democratico, che l’ex presidente del Consorzio del Porto – Asi, Franco Leoci, intervengono sulla vicenda sostenendo- dopo i consiglieri regionali Pino Romano, Giovanni Brigante ed Euprepio Curto – la tesi che le designazioni appena completate non sono regolari e vanno azzerate per procede secondo la nuova legge del 2007 (in calce all’articolo le note del Pd e di Leoci).

Se Ferrarese scrive alla Regione per dire, in soldoni, che l’assemblea è illegittima e va sciolta (senza nemmeno votare il nuovo statuto), Massari replica senza mandarla a dire che Ferrarese dovrebbe affiancarsi di migliori consiglieri – in ambito giuridico, s’intende. Per l’avvocato le nomine sono tuttora valide ed efficaci tanto quanto la delibera consigliare che le ha partorite. La risposta di Massari segue a un preciso quesito formulato dai tre rappresentanti della Provincia nominati in seno all’assise consortile, ai quali secondo i più, e secondo la Regione in primis, toccherà tornarsene a casa entro novanta giorni. Per l’avvocato al vertice del consiglio provinciale, le cose stanno del tutto altrimenti: “Sino all’annullamento della delibera medesima, in sede giudiziaria o di autotutela, le signore vostre sono gli unici e legittimi rappresentanti della nostra Provincia in seno all’assemblea dell’Asi”. Carta canta insomma, e chi non è d’accordo, lo dica alla magistratura. Il messaggio nella bottiglia, nemmeno tanto velato, è questo.

Per Nicola Massari, il punto di riferimento normativo che segna la strada maestra in questa controversa vicenda, sarebbe l’articolo 18 della legge regionale numero due del 2007, norma transitoria al quale la delibera consigliare si ispira – “Ferrarese, dicendo il contrario, delegittima il consiglio di cui lui stesso fa parte, per giunta su un atto che lui stesso ha votato”, tuona l’avvocato –. In virtù della norma in questione, “sino all’adeguamento dello statuto consortile alla nuova norma regionale, valgono le previgenti norme statutarie. Peraltro, la deliberazione consiliare era supportata dalla nota dell’assessore regionale Sandro Frisullo del 25 settembre del 2007 alla Provincia, nonché dal parere del dirigente del servizio Davide Pellegrino. Entrambi i suddetti atti hanno un contenuto collimante con quanto deciso dal consiglio provinciale, circa la applicabilità della normativa transitoria posta dall’articolo 18 in esame”.

Secondo Massari, insomma, la norma ha una sua ragionevolezza nel fatto che lo statuto non può essere adeguato alla nuova normativa regionale dal commissario straordinario, ma vi deve provvedere l’assemblea entro i novanta giorni successivi alla sua ricostituzione. Tutto chiaro insomma, tanto quanto le conclusioni necessarie e conseguenti, ossia “sono costretto a registrare un deficit di assistenza giuridica al presidente Ferrarese, al quale purtroppo si sottopongono atti e provvedimenti non sufficientemente meditati e vagliati quanto alle loro implicazioni politiche e giuridiche. Ovviamente il danno politico non ricade solo per il nostro presidente, che è stato incautamente esposto anche a teoriche responsabilità giuridiche, ma sull’intero consiglio”.

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Il comunicato del PD

Nella serata di venerdì 05 novembre si è riunita la segreteria provinciale del PD di Brindisi. Ai lavori della segreteria hanno partecipato il senatore Salvatore Tomaselli, il consigliere regionale Pino Romano, l’assessore provinciale Enzo Baldassarre ed erano assenti giustificati il consigliere regionale Giovanni Epifani, l’assessore regionale Fabiano Amati e il capogruppo alla Provincia Damiano Franco. L’incontro è stato voluto dal segretario provinciale Corrado Tarantino per affrontare e approfondire i ritardi, le inadempienze, le procedure, determinatisi nella vicenda del Consorzio ASI di Brindisi.

Il PD della Provincia di Brindisi ritiene che la priorità oggi sia quella di recuperare il tempo perduto per dare funzionalità ad un soggetto, il Consorzio ASI, da ormai dieci anni commissariato e che deve tornare ad essere uno strumento delle imprese e a servizio delle imprese e del territorio nel pieno rispetto dello spirito della legge e non della politica e dei suoi assetti.

Pertanto è urgente risolvere l’empasse venutasi a creare a causa dell’interpretazione errata data per procedere alle nomine per la costituzione dell’Assemblea ASI che rischia di creare un circolo vizioso di preoccupanti illegittimità. L’interrogazione presentata dal Consigliere Regionale Pino Romano e le iniziative assunte da quanti in questi giorni si stanno prodigando per porre rimedio agli errori compiuti, vanno in questa direzione.

Il PD della Provincia di Brindisi nell’invitare tutti i propri rappresentanti ad assumere comportamenti e atteggiamenti coerenti, auspica una immediata iniziativa politica e istituzionale da parte della Regione Puglia per risolvere questa annosa questione

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L’intervento di Franco Leoci

Nell’anno 1994, per una questione di coerenza e dignità politica ebbi volontariamente a rassegnare le dimissioni da Presidente del Consorzio del Porto e dell’area di Sviluppo Industriale di Brindisi, unitamente all’intero esecutivo consortile. Probabilmente, avrei continuato a porre la mia attenzione su altri problemi minori, dimenticando questi sedici improduttivi anni gestiti dai numerosi commissari nominati dalla Regione, se gli Organi di stampa non avessero sollevato la querelle sorta in occasione della nomina dell’assemblea dell’Ente.

Il ricordo del forte impegno profuso dall’esecutivo dell’epoca del Consorzio del Porto e ASI nella spinta propulsiva alla realizzazione delle infrastrutture portuali (es. Costa Morena) o di quelle relative alla zona industriale retrostante il Porto ( es. invaso del Cillarese ) a standard di livelli europei o per  restituire agli usi legittimi i terreni che rientrano nel sito di interesse nazionale, ha contribuito ad immaginare utile un intervento che, al di fuori di qualsiasi partigianeria, possa rendere meno nebuloso lo stato dei fatti.

Intanto ed in maniera sintetica appare proficuo il richiamo alla vigente normativa sui consorzi industriali al fine di non  consentire interpretazioni di parte su  funzioni, compiti e gestione di detti Enti.

Ed allora. La legge 5 ottobre 1991, n.317 , stabilisce al punto n.4 che i consorzi di sviluppo industriali sono Enti pubblici economici e che spetta alle Regioni soltanto il controllo sui piani economici e finanziari di detti Enti, mentre al successivo punto 5 indica l’ambito degli agglomerati industriali attrezzati dai consorzi medesimi, le condizioni necessarie per la creazione e lo sviluppo di attività produttive nei settori dell’industria e dei servizi in collaborazione con le Camere di Commercio ed associazioni imprenditoriali.

La legge Regionale n. 2 dell’8/3/2007 ha stabilito, tra l’altro, gli Organi dei Consorzi ed all’art. 11, in maniera inequivocabile, ha sancito che l’Assemblea generale è composta dai rappresentanti dei soggetti pubblici e privati partecipanti al Consorzio e che ogni soggetto partecipante deve essere rappresentato nel massimo Organo assembleare da un solo componente che rappresenterà un numero di voti proporzionali al valore della rispettiva quota.

Se così stanno le cose non pare esservi dubbio alcuno sul numero della  composizione dell’assemblea consortile e fuorviante, ancorché  illegittimo, risulterebbe il superamento di una norma di diritto elementare con l’ancoraggio, al riguardo, al diverso pensamento previsto dallo Statuto del 1995 che è e rimane valido solo se compatibile con le disposizioni contenute nella prioritaria fonte del diritto.

Pertanto, non è azzardato affermare che l’assemblea consortile deve essere composta da un solo rappresentante del Comune, da un solo rappresentante della Provincia, da uno della Camera di Commercio e da uno ciascuno per i Comuni di Fasano, Ostuni e Francavilla.

E’ di tutta evidenza che le designazioni effettuate (tre rappresentanti la Provincia e tre il Comune di Brindisi), riguardano soggetti aventi “sulla carta” i previsti requisiti per la nomina, ma, purtroppo, sono illegittime e non saranno certamente gli scontri fra i personaggi di diverso schieramento politico a determinare l’abbattimento della norma sulla composizione dell’assemblea consortile: è possibile ancora credere che la politica abbia a cuore gli interessi della comunità amministrata.

Allo stato, quindi, e superando a piè pari eventuali rilievi alla Regione per aver illegittimamente avviato le procedure per la ricostituzione degli Organi consortili, la soluzione rapida e corretta sul piano giuridico potrebbe essere rappresentata dall’invito della stessa Regione al Consorzio a convocare l’assemblea ai sensi dell’art. 11 della legge 2/07 con ciò consentendo al Comune di Brindisi e Provincia di modificare ad una sola le designazioni già fatte e procedere alla costituzione di tutti gli Organismi.

La questione dell’ASI di Brindisi dovrà essere risolta con rapidità e contestualmente dovrà essere ricercata una guida sicura che, con personale adeguatamente preparato e numericamente sufficiente, ritrovi la via per uno sviluppo economico che da anni registra l’assoluto ristagno.

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