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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Tubi gasdotto, nuova istanza di concessione. Guadagno Brindisi: zero

Banchine commerciali e nuove opere bloccate a lungo per meno di 150mila euro all'anno all'Autorità di sistema portuale

BRINDISI – Se è davvero il calcolo del rapporto costi-benefici l’attuale linea guida del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, forse sarebbe il caso di procedere a un focus sull’impiego delle banchine del porto di Brindisi. Perché un introito di poco meno di 150mila euro annui per l’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Meridionale, a fronte della concessione di circa 5 ettari di spazi nel porto industriale a Saipem per lo stoccaggio dei tubi per il tratto sottomarino del gasdotto Tap, non sembra un grande affare né per il porto, né per la città intesa come sistema di imprese e occasioni di lavoro.

Le banchine commerciali occupate dalla logistica Tap

La ditta Peyrani, che è l’operatore a Brindisi della movimentazione e lo stoccaggio delle tubazioni Tap per conto della società Iss Palumbo Srl di Livorno, che si aggiudicò l’appalto Saipem della logistica delle componenti per la posa della condotta offshore del gasdotto, infatti per la seconda volta ha chiesto all’Adsp del Mare Adriatico Meridionale il rinnovo della concessione annuale di circa 35mila metri quadrati a Costa Morena Est, da aggiungere ai circa 15mila che occupa a Costa Morena Ovest. Una tariffa di 3 euro a metro quadrato,  inferiore di dieci volte a quelle applicate su aree private.

Lo stoccaggio dei tubi Tap a Costa Morena Est ed Ovest-2

Sono eloquenti le immagini satellitari di Google Maps per rendere l’idea di quanto Brindisi sia coinvolta nell’Operazione Trans Adriatic Pipeline, e praticamente gratis se si ragiona in termini di generazione di occasioni di lavoro per le imprese locali. Il punto della questione, di cui questo giornale ha parlato altre volte, è che se le banchine sono occupate dai tubi del gasdotto, non c’è spazio per altri business. La replica dell’authority alla associazione degli operatori marittimi locali è stata: quando troverete l’occasione di contratti per traffici con altri armatori, manderemo i tubi altrove.

Operatori con le spalle al muro

Ma se una armatore sa che comunque per l’attività progettabile a Brindisi ci sarà da fare i conti con questo problema, non perderà tempo a trovarsi altri siti piuttosto che attendere il termine di una concessione per lo sgombero delle banchine. E non c’è solo questo problema. La Ops, l’associazione che riunisce numerose  imprese portuali e agenzie di Brindisi e Otranto, pur criticando sin dalle origini questa situazione, è stata messa di fronte a una possibile conseguenza: se l’Autorità di sistema portuale dirà no ai rinnovi delle concessioni, tutta la logistica del gasdotto Snam sarà trasferita a Durazzo.

Lo stoccaggio dei tubi Tap a Costa Morena Est ed Ovest 2-2-2

Il nuovo raccordo ferroviario al servizio del nulla

Da qui la reale difficoltà degli operatori associati di dire no ad una possibilità di lavoro, anche se molto più ridotta di ciò che si sarebbe potuto chiedere ed ottenere. Ma il problema resta, e con altri effetti collaterali. Si ricorderà la non lontana giornata della inaugurazione in pompa magna del nuovo collegamento ferroviario in banchina a Costa Morena. Bene, quel fascio di binari, per la presenza delle aree di stoccaggio dei tubi, è di fatto al servizio del nulla. Bene, si calcoli allora il rapporto costi-benefici di ciò che il porto di Brindisi ha ottenuto.

Anche qui c’è una ragion di Stato, va detto, che generò all’inizio forti perplessità in alcuni operatori. Quando Saipem bandì la gara per la selezione dell’operatore logistico a Brindisi, nelle carte c’era anche la planimetria di Costa Morena.  La richiesta di spiegazioni alla gestione commissariale dell’authority dell’epoca ottenne come risposta “non ne sappiamo nulla”, cioè non abbiamo rilasciato concessioni a Saipem.  Ma la gara andò avanti, e fu poi l’operatore prescelto a chiedere la concessione. Seguita dalle richieste annuali di rinnovo. Intanto, per “motivi di urgenza”, era già stato rilasciato con decreto commissariale il permesso di cominciare a scaricare e stoccare i tubi.

Tubi tap costa morena-3

C’era una alternativa per creare lavoro a Brindisi

L’opposizione all’occupazione delle banchine di Costa Morena con i tubi per il gasdotto sottomarino Albania-San Foca proponeva una alternativa: si utilizzino aree in disuso della zona industriale, dove non mancano i capannoni vuoti. Si sarebbe creato lavoro per le imprese locali specializzate nella logistica delle merci. Certo così a Saipem e a Tap l’operazione non sarebbe costata solo 3 euro a metro quadrato, ma Brindisi avrebbe ottenuto lavoro per qualche anno, invece che ritrovarsi con cinque ettari di banchine occupate per meno di 150mila euro all’anno e altre infrastrutture nate per sostenere il rilancio del porto, come il raccordo ferroviario. Come al solito, per Brindisi hanno deciso altri. Vale quella vecchia definizione molto azzeccata: una città di mare con le spalle girate al proprio porto.

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