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"Banditi da Brindisi perché associati alla vecchia amministrazione"

"Noi fatti fuori perché associati all'amministrazione Consales" - questa la teoria sulla mancata proroga del servizio di raccolta rifiuti data dall'avvocato Rosanna Lisi, responsabile amministrativo di Ecologica Pugliese

BRINDISI - “Noi fatti fuori perché associati all’amministrazione Consales” - questa la teoria sulla mancata proroga del servizio di raccolta rifiuti data dall’avvocato Rosanna Lisi, responsabile amministrativo di Ecologica Pugliese, società barese, precisamente con sede a Capurso, che ha gestito per due mandati semestrali motivati dall’urgenza, di cui uno in regime di proroga, una parte del ciclo dei rifiuti a Brindisi.

Un servizio "ereditato" dall’ex affidataria Monteco e che è stato accompagnato da forti critiche da parte della cittadinanza.

Oggi Ecologica Pugliese, rappresentata dalla già citata avvocato Lisi, ha convocato una conferenza per spiegare le ingiuste, per la società barese, motivazioni che hanno portato il comune commissariato a estrometterla dall’affidamento diretto e dalla successiva gara ponte di sei mesi, andata deserta.ecologica pugliese conferenza Lisi-2

La società con base nella zona industriale brindisina specifica che sono quattro gli inadempimenti attribuitigli che hanno fatto pendere l’ago della bilancia sulla decisione del comune di Brindisi: la diminuzione di percentuale di raccolta differenziata conseguita rispetto al mese precedente; la mancata riattivazione delle otto isole ecologiche interrate; il mancato superamento del 90 per cento delle ore totali mensili lavorate; consistenti trattenute nel pagamento del canone di marzo 2016. 

“Naturalmente abbiamo impugnato sia l’esclusione dalla procedura di gara e, davanti al tribunale delle imprese, abbiamo avviato la procedura affinché si dichiari illegittima l’applicazione di penalità così ingenti” - dichiara la responsabile amministrativa.

Ma andiamo con ordine, L’avvocato Lisi elenca una per una le inadempienze attribuite cercando di spiegare le ragioni a discolpa della società: “Per quanto riguarda la diminuzione di percentuale di raccolta differenziata il commissario straordinario Castelli scrive il 7 aprile, quindi riferendosi al mese di marzo e rapportandosi al mese antecedente, febbraio. Mesi in cui, dati alla mano, l’incremento c’è stato, pari esattamente a 3,05 punti. Un’errore quindi, speriamo in buonafede”.

Per la seconda motivazione, la riattivazione delle isole ecologiche interrate, la Lisi spiega che il mancato adempimento di questa pratica del capitolato ha interessato anche la società precedente, e che più volte si è cercato di comunicare all’amministrazione l’impossibilità, per cause che vanno dallo stato in cui versavano le isole ecologiche, vandalizzate, alla inadeguatezza del sistema di raccolta, di riattivare queste aree di raccolta rifiuti.

“È l’assenteismo cronico invece la causa del mancato superamento del 90 per cento delle ore totali mensili - spiega l’avvocato - un problema più volte denunciato, ma al quale non si è trovato ancora un rimedio e che rappresenta per noi il terzo mancato adempimento al capitolato e l’esclusione dalla gara indetta dal comune”.IMG_2051-2-2

Per il quarto mancato assolvimento, le consistenti trattenute al pagamento del canone di marzo 2016, Ecologica Pugliese si discolpa accennando alle centinaia di migliaia di euro che la società dovrebbe pagare come penali, ad oggi una cifra che si aggira intorno ai 450 mila euro e che aumenta giorno dopo giorno.

“Ci chiediamo perché si cerchi di cacciare la società dal territorio brindisino - domanda la Lisi - un comportamento, quello dell’amministrazione comunale, che sembra voler bandire a tutti i costi la nostra azienda. Facendo così non si va a colpire la vecchia amministrazione, ma tutti i cittadini che senza di noi dovranno fare i conti con un ciclo dei rifiuti allo sbando”.

Ecologica Pugliese punta quindi il dito su un chiaro, per la società, colpevole, l’amministrazione commissariale; dal canto suo, l’azienda barese, ha intrapreso il suo percorso. Il 7 maggio, infatti, sono partite, e sono già in fase di notifica, circa 220 lettere di licenziamento, l’intero comparto lavorativo brindisino, un ecatombe di lavoratori mandati a casa. Tantissime bocche da sfamare e una riserva di voti che, di questi tempi, farà gola a molti.

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