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Brindisi: aeroporti, ancora sotto attacco. E porto nell'incertezza

Il consigliere regionale di Taranto, Cosimo Borraccino, anche presidente della Commissione affari generali e personale del consiglio regionale, torna oggi alla carica sul tema dei voli civili all'aeroporto Arlotta di Grottaglie

Il consigliere regionale di Taranto, Cosimo Borraccino, anche presidente della Commissione affari generali e personale del consiglio regionale, torna oggi alla carica sul tema dei voli civili all’aeroporto Arlotta di Grottaglie, che nei piani della Regione Puglia e di Aeroporti di Puglia, dovrà sempre più diventare un importante scalo per la movimentazione e la manipolazione delle merci, un test bed per le ricerche aeronautiche, al centro di un’area da industrializzare progressivamente sempre con riferimento al traffico cargo e all’innovazione.

Cosimo BorraccinoSono già stati avviati, come è noto, programmi di sperimentazione di tecniche avanzate di pilotaggio remoto di velivoli ad ala fissa, e lo stesso sarà per gli elicotteri, ma Grottaglie è anche al centro di proposte di investimento privato, da quanto è dato sapere. Tuttavia la campagna che accomuna trasversalmente a Taranto alcuni sindacati e forze politiche, resta sempre quella di avere all’Arlotta anche i voli civili.

In questa strategia, se così si può definire una iniziativa dai marcati tratti populistici, difetta una comunicazione corretta dei fatti: l’Arlotta è sempre stato un aeroporto aperto al traffico civile, solo che nessuna compagnia lo ha mai scelto per i propri scali. E il mercato dei voli civili, nel caso del settore del low-cost, non lo fanno le società aeroportuali, anche se hanno un ruolo di qualificazione e promozione dell’offerta delle proprie infrastrutture, bensì le società del trasporto aereo.

Avere a Grottaglie uno scalo che sarebbe utilizzato solo da parte del territorio tarantino sino ad oggi non ha convinto né Alitalia, né Ryanair, né alcun altro vettore. La politica di un aeroporto per ogni città si è sempre rivelata fallimentare, soprattutto quando nel raggio di 60-70 chilometri ci sono altri due aeroporti (in crescita costante, Bari e Brindisi) sui quali la Regione, attraverso la sua controllata Aeroporti di Puglia, ha investito in ampliamento, miglioramento delle piste, tecnologie e sicurezza.

Un aereo sulla pista dell'aeroporto  di Brindisi-2

Borraccino oggi chiede un vertice immediato con il nuovo consiglio di amministrazione di Aeroporti di Puglia, che succede all’amministratore unico Giuseppe Acierno (tornando ad aumentare i costi della governance che lo stesso Acierno era stato incaricato di ridurre, cosa che ha fatto), e una discussione in consiglio regionale sul futuro della società di gestione degli aeroporti, ma pur essendo presidente di una commissione consiliare non sa che il rinnovato organo di gestione non si è ancora insediato perché sembra che uno dei consiglieri, la dipendente della Polizia di Stato originaria di Martina Franca, non abbia ancora ottenuto il nulla-osta dal suo dipartimento.

Circostanza che consente di ricordare che è ancora incompleto anche il processo della designazione del presidente della nuova Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Meridionale, lasciando cinque porti nell’incertezza e alla gestione commissariale (Bari, Brindisi, Manfredonia, Barletta e Monopoli). Che fine ha fatto la designazione di Ugo Patroni Griffi? Cosa sta accadendo dietro le quinte delle nomine, tra Bari e Roma? E cosa dice la Regione delle manifeste défaillance delle Ferrovie del Sud-Est passate al gruppo Ferrovie dello Stato, nel trasporto dei pendolari?

Containers nel porto di Brindisi 2-2

Borraccino pensa al suo bacino elettorale e a strategie aeroportuali improbabili, ma bisogna chiedersi anche che fine abbiano fatto i consiglieri regionali della provincia di Brindisi, che non solo non dicono la loro su queste sconcertanti politiche “di un aeroporto per provincia” (se addirittura non remano contro), per opporre la ragione al populismo e quanto meno difendere da questi assalti le scelte compiute in questi anni dalla Regione Puglia per l’Aeroporto del Salento, ma non intervengono neppure sull’incaglio della nomina di un presidente per la Adsp del Mare Adriatico Meridionale in un momento in cui il porto di Brindisi ha necessità di una svolta.

Trasporti e sanità (le forti penalizzazioni rivenienti dal Piano di riordino ospedaliero) sono due punti molto critici del confronto che il territorio brindisino deve stabilire con la Regione Puglia. Ma nè il sindaco del capoluogo alle prese con le beghe interne alla sua maggioranza e dimissionario, nè il presidente della Provincia, alle prese con questo e gli altri due incarichi di segretario provinciale del Pd e di sindaco di Francavilla Fontana, mostrano capacità e autorevolezza. Tanto meno i vari profeti del nulla (concetto che va ribadito) in circolazione dalle nostre parti. Un territorio diviso e inerte non può che subire due destini: essere salvato, o - molto più probabile di questi tempi - essere calpestato. 

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