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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

Brindisi Futurista e lo sviluppo

BRINDISI - Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Laurino Rubino presidente Circolo “Brindisi Futurista”, sulle questioni dell'industrializzazione e dello sviluppo a Brindisi che erano state poste nella rubrica Focus da Carmine Dipietrangelo (poi estese a livello regionale e meridionale da Peppino Caldarola). Aggiungiamo solo per chiarezza e dovere di cronaca, che i rigassificatori di cui parla Rubino alla fine del suo intervento, quello di Livorno e quello di Rovigo, sono entrambi off-shore (cioè su navi-piattaforma ormeggiate in alto mare), e che quello di Livorno deve ancora essere costruito. Se British Gas avesse accettato di fare la stessa cosa a Brindisi, i problemi sarebbero stati risolti da un pezzo.

BRINDISI - Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Laurino Rubino presidente Circolo “Brindisi Futurista”, sulle questioni dell'industrializzazione e dello sviluppo a Brindisi che erano state poste nella rubrica Focus da Carmine Dipietrangelo (poi estese a livello regionale e meridionale da Peppino Caldarola). Aggiungiamo solo per chiarezza e dovere di cronaca, che i rigassificatori di cui parla Rubino alla fine del suo intervento, quello di Livorno e quello di Rovigo, sono entrambi off-shore (cioè su navi-piattaforma ormeggiate in alto mare), e che quello di Livorno deve ancora essere costruito. Se British Gas avesse accettato di fare la stessa cosa a Brindisi, i problemi sarebbero stati risolti da un pezzo.

Sono perfettamente in linea con la ricerca della chiarezza politica ed istituzionale per il futuro di Brindisi che l’amico Carmine Dipietrangelo chiede nello scritto pubblicato da Brindisi Report datato 19 marzo 2012. Sono perfettamente d’accordo nel cercare tutti insieme di trovare una sintesi di autonomia locale per riflettere ed interrogarsi sullo sviluppo industriale del nostro territorio, secondo me, irrimediabilmente compromesso sul piano ambientale e produttivo.

La insistenza con cui stiamo cercando faticosamente (abbiamo scelto di uscire dai vecchi ed obsoleti schemi di partiti vecchi ed inconcludenti) di far circolare un messaggio di rottura con il passato attraverso la lista civica di Brindisi Futurista è un modesto tentativo di condividere il percorso che teorizza Dipietrangelo, la nostra voglia di chiarezza, la ricerca di trovare una sintesi su un nuovo modo di intendere sviluppo, inizia a trovare ragionevoli consensi almeno tra chi negli anni 80 è stato protagonista politico, insieme ad altri per la verità, di certe scelte che oggi si stanno rilevando disastrose per il nostro territorio.

Condivido in toto quanto analizzato nel pezzo a cui faccio riferimento (proprio per aprire un confronto aperto), ma secondo me, si parte da un dato molto, ma molto squilibrato da un punto di vista sociale ed economico. Con cosa si trova oggi il nostro territorio cittadino a fare i conti: un’area industriale messa sotto sequestro dalla magistratura per inquinamento ad alta tossicità (i responsabili sono scappati via a differenza di Porto Marghera dove sono stati condannati a pagare!); un porto ex commerciale ed ex turistico completamente asservito a deposito di carbone (mi spiegate perché a Civitavecchia la stessa azienda di Brindisi realizza il più grande deposito di carbone al coperto?); la Edipower che decide di abbandonare il sito di Brindisi, ma sappiamo tutti che si tratta esclusivamente di scelta produttiva in quanto la quantità di energia oggi richiesta dal Paese Italia è assolutamente inferiore rispetto alle quantità prodotte (secondo gli analisti industriali nei prossimi anni di questa energia ne servirà sempre meno).

L’Enel che si trova a Brindisi con un insediamento energetico che per le stesse motivazioni oggi non ha più senso di esistere (sappiamo tutti che le previsioni già certe parlano di impianti installati molto al di sopra delle esigenze); gli ultimi dati parlano della centrale termoelettrica di Porto Tolle ferma da molti mesi; la centrale di Rossano Calabro aspettava l’investimento di ambientalizzazione ed è sospeso sine die; altrettanto per la riconversione della stessa di Porto Tolle. La grande risorsa agricola del territorio brindisino è stata fortemente compromessa dalla allucinante e scellerata corsa alla installazione di micro impianti fotovoltaici. Qualcuno deve poi spiegare alla gente brindisina cosa andrà a sostituire questa energia pulita se non quella termoelettrica da carbone.

Una assurda ed incontrollata mortalità da neoplasie (su questo dato sono assolutamente d’accordo con Dipietrangelo) di ritorno dalle scellerate e colpevole scelte dell’industrializzazione chimica o siderurgica selvaggia degli anni 60 e 70; non possiamo non sapere: lo studio nazionale sulla altissima mortalità nel territorio di Brindisi è stato pubblicato qualche tempo fa ed insieme ad alcuni amici lo abbiamo anche denunciato alla stampa locale, che oggi sembra faccia scoprire per la prima volta che i 30 anni di distanza sono gli spazi temporali di incubazione e diffusione delle diverse forme di leucemie legate ad inquinamenti territoriali selvaggi (quando la gente è stata assunta nel petrolchimico aveva tra i 20 ed i 30 anni e quelli che ci stanno precocemente lasciando con queste maledette malattie ne hanno tra i 55 e i 65 di anni!).

Le nostre attività di agricoltura e pesca e trasporto marittimo certo erano più salutari di chimica e carbone. Se non ora quando? A chi lo diciamo, a candidati sindaci che stanno irrorando la città ancora una volta di promesse, impegni, decisioni, valutazioni urbanistiche, illudendo la gente che tutto cambierà per non cambiare nulla? La città ha oggi esigenza forte di una classe dirigente consapevole dei danni del passato e desiderosa di poter incidere su un cambiamento radicale, epocale, di prospettiva e che sappia confrontarsi, senza scheletri negli armadi, con situazioni che nei prossimi mesi saranno pesantissimi per il nostro territorio. Cosa prevale invece: il pettegolezzo tipico del luogo, le invidie stupide, il pressapochismo penoso ed irrispettoso di chi continua imperterrito ad immaginare che siamo un territorio alla fame che si compra con poche promesse o qualche sponsorizzazione sportiva e poi….

Prendendo come spunto le dichiarazioni di un candidato sindaco circa le dichiarazioni che ha fatto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, questo è lo specchio drammatico di quanto sto cercando di esprimere. A noi non interessa cosa dice Fini oggi e quanto hanno detto più alti autorevoli esponenti di governo e istituzioni europee sulla vicenda British Gas. Guarda caso il candidato sindaco prende lo spunto polemico (vai a capire perché) da una dichiarazione di Fini e non ha mai parlato nei giorni scorsi di tantissime trasmissioni della Rai, della Radio 24 (radio di confindustria), dichiarazioni confindustriali ei più alti esponenti, grandissime testate giornalistiche che hanno dedicato pagine intere su questa vicenda. Ma noi cosa facciamo? Anziché avere il coraggio e la preparazione tecnica di sfidare queste istituzioni a venire e confrontarsi sul territorio e spiegare apertamente e far capire alla popolazione quale potrebbe essere il vantaggio economico ed industriale di Brindisi in questo insediamento, iniziamo a gridare ai quattro venti slogan inconcludenti, senza senso e sensa sostanza, anzi, come del resto già gira in città qualche promessa di occupazione (tipica del periodo).

E’ molto più semplice gridare che si vuol cambiare tutto per poi in realtà non cambiare nulla. Se non ora quando? Una classe dirigente, memore di come sono sate gestite le vicende industriali negli anni scorsi, dovrebbe avere l’autorevolezza di difendere il proprio territorio, non gridare sempre il no a tutto, ma sapersi confrontare con capacità, sintesi, obiettivi veri che guardano il solo interesse del territorio ed essere orgogliosi di appartenere ad un area che partendo dalle potenzialità industriali acquisite, potrebbe ancora interessare a qualcuno e questo qualcuno è disponibile a spendere degli investimenti notevoli. Ma d’altronde quando ci si presenta sempre con il cappello in man. Ma come ci devono trattare? Lo lascio concludere ai cittadini che vorranno leggere e riflettere.

Qualcuno dovrebbe spiegare perché a Livorno  hanno realizzato e funziona il rigassificatore, a Rovigo lo hanno realizzato e funziona (con qualche difficoltà per la verità, ma dovuta a problemi tecnici di impiantistica), da noi invece, come dice qualche altro, bisogna spendere dei soldi (di chi) per trasformare in un grande giardino pubblico la grande colmata di 30 ettari di mare (chi l’ha autorizzata?).Noi siamo pronti a confrontarci con chi vorrà uscire da questo languido provincialismo fatto di veleni e ricatti reciproci per un grande rilancio di Brindisi oltre gli attuali e inconcludenti schieramenti.

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