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Brindisi Rosso Doc, è lotta dichiarata per la presidenza del consorzio

Brindisi Rosso Doc, è lotta dichiarata per la presidenza del consorzio

BRINDISI - Doc o non doc? Non è solo questo il problema del Consorzio per la tutela dei vini d’eccellenza Brindisi rosso e Squinzano rosso, rimasto di recente impantanato nella designazione del futuro presidente. Per la prima volta dopo sei anni, dal riconoscimento del consorzio da parte del ministero per le Politiche Agricole, il consiglio d’amministrazione si divide sulla scelta: da una parte la maggioranza (relativa) che vorrebbe la riconferma del presidente uscente Luigi Resta, a capo delle Vinicole Resta di San Pietro Vernotico, dall’altra il contendente Giovanni Nardelli, presidente delle cantine Risveglio agricolo di Brindisi.

Chi la spunterà non è ancora dato sapere. Quel che è certo è che la prima votazione è andata letteralmente a vuoto, e il consiglio ha rinnovato la data dell’appuntamento elettorale all’inizio del prossimo mese, nell’auspicio che il futuro presidente venga eletto alla unanimità, come è stato fino a questo momento. Il consorzio dalle ambiziose insegne, nacque nel lontano 2003 con la missione di tutelare e valorizzare il vino a denominazione di origine controllata (riconoscimento del 1979, uve Negroamaro dal 70 al 100 per cento, il resto eventuale Malvasia nera) dal primo all’ultimo anello della catena che compone la filiera vinicola: dalla produzione all’imbottigliamento, passando per la trasformazione, secondo protocollo.

Insomma, un organismo nato per proteggere l’eccellenza dei vini made in Brindisi e Squinzano, e lanciarne le insegne oltre il territorio provinciale. Nel 2007, dopo quattro anni di lavoro, il primo importante riconoscimento ufficiale: il direttore generale per la qualità dei prodotti agroalimentari del Ministero delle Politiche agricole, Laura La Torre, emana un decreto con cui si approva lo statuto del consorzio, conferendo allo stesso l’incarico di svolgere le funzioni di tutela, valorizzazione e cura generale degli interessi connessi alle doc in questione. Partendo da una consapevolezza comune, che i vini brindisini non hanno nulla da invidiare alle etichette di fama nazionale e internazionale.

Un programma in nome del quale enologi, produttori, cantine delle due terre riunite sotto le stesse insegne, hanno saputo fare quadrato comune, sotto l’egida della Camera di commercio che al consorzio ha garantito la sede sociale, ospitata in quel di via Bastioni Carlo V. E’ proprio presso la sede indicata che il 19 gennaio scorso gli organismi societari si sono riuniti per il rinnovo delle cariche. Eletti i quindici consiglieri, bisognava eleggere il presidente. Ma la seconda tornata elettorale è naufragata nel vuoto, anzi no. Pare che lo scranno, ambito per puro prestigio da spendere nei circuiti nazionali e internazionali, ma anche per influenza sulle imprese già aderenti e sulle future adesioni – dato che l’esercizio delle funzioni degli organi di rappresentanza non prevede alcun compenso – sia stato vivacemente conteso dai due aspiranti, entrambi ai vertici di due fra le più prestigiose aziende vinicole brindisine.E dietro di essi altre cantine.

Oggetto del contendere, a quanto pare, una diversa visione della gestione del consorzio e dei programmi da adottare per il futuro prossimo. Uno l’obiettivo insomma, due le strade indicate per metterlo a segno. Per la prima volta insomma, il consiglio si spacca. Per sapere chi la spunterà, bisogna aspettare gli inizi di marzo.

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