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Comitato portuale, due decisioni delicate

BRINDISI – E’ arrivata anche la vigilia della seduta del Comitato portuale di Brindisi su due delicatissimi punti: la votazione sul bilancio consuntivo 2012 ormai ampiamente fuori termini (il documento contabile doveva essere approvato entro il 30 aprile scorso), e la votazione sulla proposta di nomina del nuovo segretario generale.

BRINDISI – E’ arrivata anche la vigilia della seduta del Comitato portuale di Brindisi su due delicatissimi punti: la votazione sul bilancio consuntivo 2012 ormai ampiamente fuori termini (il documento contabile doveva essere approvato entro il 30 aprile scorso), e la votazione sulla proposta di nomina del nuovo segretario generale, posto vacante dal marzo scorso. Su entrambi i punti le acque sono agitate, su quello del segretario generale la politica ci ha messo del suo.

La domanda del cittadino comune è: perché il porto di Brindisi non riesce a liberarsi dai problemi di gestione che lo opprimono. La nomina del presidente Iraklis Haralambidis è stata bocciata ben oltre un anno fa dal Tar di Lecce per illegittimità: non conforme alla legislazione italiana. Haralambidis ha fatto ricorso al Consiglio di Stato ottenendo una sospensiva anche perché aveva sostenuto di aver dovuto nel frattempo lasciare l’insegnamento presso l’Università di Rotterdam, e ora si attende la decisione del supremo organo di giustizia amministrativa, quando sarà stato acquisito il parere richiesto alla Corte di Giustizia europea.

Quindi c’è un presidente sub judice che tuttavia continua a gestire rapporti conflittuali con la maggior parte della portualità locale, e per un certo periodo anche con le istituzioni. Sino al punto, visti i deludenti risultati di questa gestione, da indurre la stessa forza politica che lo aveva proposto alla nomina, il Pdl, a consigliargli di dimettersi (lettera firmata dai coordinatori provinciale e cittadini del partito).

Ma in questo clima preoccupante, in presenza delle obiezioni forti ai contenuti del documento contabile consuntivo da parte del Comitato Portuale, e principalmente alle premialità rilevanti (700mila euro) attribuite al personale sulla base di una contrattazione di secondo livello mai portata all’esame ed all’approvazione del Comitato portuale stesso come la legge prescrive, la politica interviene “suggerendo” anche il nome per la nomina a segretario generale, alimentando nervosismo, sfiducia e perplessità.

Non si può nascondere che il clima sia questo, malgrado la nota rassicurante diramata ieri dalla persona che domani Haralambidis proporrà per l’incarico, Cosimo Casilli. Solo ieri i membri dell’organismo deliberante dell’Authority ne hanno ricevuto il curriculum e una relazione, unitamente a quella del presidente che motiva la proposta. Ma a quanto si dice, il contenuto di questi allegati non supera l’obiezione – ovviamente della vigilia e del tutto ufficiosa – che nella pur rilevante esperienza professionale di Casilli manchi ciò che richiede il comma due dell’articolo 10 dell’unica legge, va detto per inciso, cui va ispirata la selezione e la scelta, la numero 84 del 1994: “Il Segretario Generale è nominato dal Comitato Portuale, su proposta del Presidente, tra esperti di comprovata qualificazione professionale nel settore disciplinato dalla presente legge”, cioè la portualità.

Prescrizione inequivocabile e non “stiracchiabile”, pena alto rischio di bocciatura dinnanzi al Tar come è già accaduto (esempio di cui questo giornale ha già fatto cenno) per il caso di un altro capace funzionario, Fernanda Prete, passata dalla Provincia all’Authority, e poi rientrata all’amministrazione di origine dopo la sentenza dei giudici amministrativi perché non aveva mai operato nel settore dei porti e dei traffici marittimi. Con un’appendice di rimborso degli emolumenti a lei assegnati che la Corte dei Conti richiese poi agli stessi membri del Comitato Portuale.

Ha già annunciato ricorso, in caso di nomina di Casilli, uno dei tanti “misteriosi” candidati all’incarico, iscritti in una lista che Iraklis Haralambidis non ha mai reso nota spettando solo a lui la selezione preliminare. Si tratta di Nicola Zizzi, dirigente del Comune di Brindisi ma anche da lungo tempo presidente di un sodalizio che si occupa di portualità ed economia marittima, il Propeller. Ma forse non sarebbe l’unico, della lista secretata, a poter fare la stessa mossa. Di quell’elenco faceva parte anche l’attuale segretario generale dell’Autorità Portuale di Bari, Mario Sommariva, che ha scelto di rinunciare data la situazione.

Ma da quel poco che sappiamo, potremmo citare qualche altro candidato di un elenco di ben 18 nomi: ci sono l’attuale dirigente della Polizia di Frontiera, il vicequestore Salvatore De Paolis; l’ingegnere Roberto Serafino, membro della commissione opere marittime del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici; e vari alti ufficiali in congedo che hanno passato lunghi in Marina e nel Corpo delle Capitanerie di Porto, come gli ammiragli Salvatore Giuffré e Angelo Agliata, o il contrammiraglio Cosimo Vincenti. Nessuno di loro (avremmo citato anche gli altri se ne avessimo avuto contezza) ha le carte in regola, secondo Iraklis Haralambidis. E da qui, da questo continuo rivolgersi dell’attuale presidente alla politica, che nascono le tensioni attuali e i ritardi.

Cosa accadrà mercoledì mattina nessuno lo sa: si dovrebbe cominciare con il bilancio, perché la scadenza è ormai impellente, e perché in caso di voto e di bocciatura Haralambides sarebbe automaticamente decaduto; ma forse proprio per questo si potrebbe proporre di anticipare il punto sulla nomina del nuovo segretario. Chissà. Una cosa è certa, il Comitato portuale in entrambi i casi si assumerà precise responsabilità, alla luce di ciò che la legge 84/1994 prevede per l’approvazione della contrattazione di secondo livello del personale e per i requisiti del segretario generale.

 

 

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