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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Zone economiche speciali, via al conto alla rovescia per Brindisi

Le Zone economiche speciali  (Zes) e le opportunità di sviluppo per Brindisi sono il tema del convegno di questa sera alle 19 presso l’Hotel Palazzo Virgilio di Brindisi, organizzato dal Pd cittadino

BRINDISI - Le Zone economiche speciali  (Zes) e le opportunità di sviluppo per Brindisi sono il tema del convegno di questa sera alle 19 presso l’Hotel Palazzo Virgilio di Brindisi, organizzato dal Pd cittadino.  Nelle scorse ore la Camera dei Deputati ha approvato a larga maggioranza il cosiddetto Decreto Sud. Il provvedimento, già licenziato dal Senato, è ora diventato legge. Quali strade si aprono: su tutte,  1.250 milioni di euro del provvedimento “Resto al Sud” (misura dedicata agli imprenditori under 35), ma anche i 40 milioni di euro per favorire le politiche attive del lavoro nel Mezzogiorno ed il “salvataggio" di operatori come Flixbus.

Riguardo le Zes, la legge appena approvata prevede la possibilità per la Regione Puglia di poter concorrere alla istituzione di due Zone economiche speciali nel proprio territorio, che corrisponderanno ai territori e alle infrastrutture portuali e retroportuali che costituiscono i due sistemi  di Taranto e del Basso Adriatico da Bari a Brindisi. Parteciperanno alla discussione il senatore Salvatore Tomaselli (relatore Decreto Mezzogiorno), l’on. Elisa Mariano,  Ugo Patroni Griffi, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dell’Adriatico Meridionale, e Mimmo Bianco presidente del Consorzio Asi di Brindisi.

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“Si tratta di una forte spinta per gli investimenti. Un impegno politico ed economico forte del Governo, un ‘new deal’ per il Sud, per cercare di raggiungere la parità di crescita tra Nord e Sud ed incentivare le imprese già operanti sul territorio e le nuove a scommettere sul Meridione”, si legge nel documento sulle Zes inviato alla stampa da Rosy Barretta,  imprenditrice marittima ed esponente del Pd brindisino. “Oramai la direzione di marcia è segnata. Le nuove Zesche verranno istituite in Italia dovranno ispirarsi ad un modello comune di crescita economica (modalità, durata e relativi criteri che ne disciplinano l’accesso in termini economici, finanziari e amministrativi)”.

“Esse dovranno puntare ad interagire tra di loro e ad assicurare il pieno collegamento del territorio alla rete transeuropea dei trasporti (Ten-T, rete centrale e globale), ridisegnata  nel 2013 a livello Ue. A tal riguardo, nessuno può negare il ruolo nevralgico che assumono le Autorità di sistema portuale, oggetti della nuova governance dei porti nel quadro della riforma portuale del 2016, le quali, insieme alle Regioni, assumono un compito centrale in seno al comitato di gestione”, si rileva nel documento a proposito della governance delle Zes.

Traghetti Grimaldi a Brindisi-3

Ma bisogna affrettarsi per non restare ai margini e per inserire il porto di Brindisi e le sue aree retroportuali negli interventi e nelle strategie, Vi sono infatti solo 60 giorni di tempo dalla pubblicazione della legge sulla Gazzetta Ufficiale per concretizzarla in azioni. “Entro fine anno, si potrà verificare se il coro unanime di coloro che hanno salutato l’adozione della legge sarà capace di rimanere unito quando si tratterà di non più favorire ‘campanilismi territoriali’ ma di operare per la crescita economica ed occupazionale dell’intero Mezzogiorno “.

“Nessun dubbio – si legge ancora nel documento - può sussistere sul fatto che l’istituzione di una o due Zes per Regione dove verranno applicate procedure semplificate e regimi particolari oltre a benefici fiscali per le imprese, richiederà un’intesa tra attori istituzionali ed economici, a volte non evidente ma necessaria, al fine di evitare distorsioni di concorrenza nel pieno rispetto della normativa europea applicabile in materia di aiuti di Stato”. Ma proprio per tale ragione brindisi dovrà mettere subito in campo le proprie risorse infrastrutturale che le concedono vantaggi obiettivi. La tipologia delle Zes infatti è molto ampia.

Banchina di Costa Morena Ovest-4

Parchi industriali (Industrial Park - IP), definiti come aree sviluppate e divisi in lotti sulla base di un piano generale che comprenda infrastrutture, trasporti, utilities, con o senza unità produttive, in taluni casi con servizi di uso comune a beneficio delle imprese insediate”.  Eco-Industrial Park (Eip): comunità di imprese manifatturiere e di servizi alla ricerca di migliori performance dal punto di vista economico e ambientale attraverso la collaborazione nella gestione di elementi quali energia, ciclo delle acque, riciclo di materie prime e così via. Parchi Tecnologici (Technology Park - TP): secondo l’International Association of Science Parks (Iasp), si tratta di organizzazioni gestite da soggetti specializzati, il cui scopo è promuovere la cultura dell’innovazione e la competitività delle imprese associate e delle altre istituzioni coinvolte.

Zone Franche (Free trade zones – FTZ): aree delimitate esenti da dazi e/o imposte che offrono strutture per lo stoccaggio e la distribuzione per operazioni di commercio, trans-shipment e re-export. Infine, Distretti per l’innovazione (Innovation District - ID): spesso sviluppati nelle aree urbane, possono essere definiti come un ecosistema di innovazione top-down costruito in base a modelli multidimensionali di innovazione tesi a rafforzare la competitività delle aree interessate. Nulla che a Brindisi non si possa fare, o rilanciare (come Cittadella della Ricerca). Dipenderà dalle capacità della politica, degli enti e dei soggetti economici in campo. (In allegato il documento sul convegno)

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