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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Piano olivicolo nazionale e impegno produttori pugliesi

Approvato il Piano Olivicolo Nazionale da parte delle Regioni. Prevede un investimento di 32 milioni di euro per consentire la riorganizzazione del settore, a cui andranno aggiunte le risorse del Psr

“Grandi opportunità dall’approvazione del Piano Olivicolo Nazionale che il ministro Martina ha anticipato ieri ai 4mila agricoltori di Coldiretti riuniti a Bari. Si inizia un percorso per valorizzare concretamente il prodotto italiano di qualità verso i principali mercati di destinazione europei ed extraeuropei facendo leva sul piano olivicolo nazionale che destina risorse interessanti al settore per incrementare la produzione nazionale, sostenere attività di ricerca, stimolare il recupero varietale e la distintività e sostenere ed incentivare strumenti di aggregazione dell’offerta. Sostanziale opportunità di recupero anche per gli oli salentini, la cui immagine è stata ingiustamente messa a dura prova a causa della Xylella Fastidiosa”.

E’ il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, a commentare positivamente la tanto attesa approvazione del Piano Olivicolo Nazionale da parte delle Regioni. Prevede un investimento di 32 milioni di euro per consentire la riorganizzazione del settore, a cui andranno aggiunte le risorse del Psr. Il Pon prevede misure operative che puntano all'incremento della produzione nazionale di olive e olio extravergine, alla promozione dei prodotti e ad una più forte organizzazione della filiera nazionale.  

La Puglia rappresenta quasi il 40% della produzione olivicola italiana che conta un fatturato di 522 milioni di euro l’anno. Il tessuto imprenditoriale è rappresentato da 270mila imprese olivicole esistenti, pari al 22% delle aziende italiane. Anche gli oli Dop pugliesi registrano il fatturato più alto d’Italia, pari a circa 28 milioni di euro. Ha ottenuto il riconoscimento comunitario per 5 oli Dop (Denominazione d’Origine Protetta)  al ‘Terra di Bari’, ‘Terra d’Otranto’, ‘Dauno’, ‘Collina di Brindisi’ e ‘Terre Tarentine’ ed una produzione pari a 11 milioni di quintali di olive ed oltre 2,2 milioni di quintali di olio, con un'incidenza della produzione olivicola regionale su quella nazionale pari al 36,6% e al 12% di quella mondiale.

“La Puglia dovrà saper cogliere l’occasione per beneficiare delle iniziative dirette alla valorizzazione dell'olio extra vergine di oliva – continua Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia -  con particolare riguardo ad azioni divulgative per favorire la conoscenza delle proprietà nutrizionali e salutistiche degli oli extravergini di qualità. Il PON dovrà servire anche da supporto agli oli salentini L'olio è il terzo prodotto pugliese più esportato, per un valore di circa 106 milioni di euro, quasi il 9% dell’export di olio dall’Italia”.

In attesa dell’approvazione del Piano olivicolo nazionale, Coldiretti si è fatta promotrice di un accordo con validità triennale a partire dalla campagna di commercializzazione 2015-2016 che sancisce l’impegno dei produttori a garantire specifiche qualità ed organolettiche del prodotto, tracciato, in linea con i parametri comunitari certificati da laboratori accreditati ma anche - sottolinea la Coldiretti - il pagamento di 40 centesimi di euro al chilo in più rispetto ai prezzi di mercato, rilevati sulla Borsa merci di Bari, per partite di oli extravergine di oliva  qualitativamente superiori e con un’acidità massima di 0,4%.

Nello specifico - continua la Coldiretti - vengono definite le caratteristiche dell’olio extra vergine di oliva, standard di qualità elevati, sicurezza alimentare, modalità e tempi di consegna di uno stock di 10mila tonnellate di prodotto che dovrà essere consegnato entro marzo 2016 con scadenza ogni prima settimana del mese e quantitativi variabili tra mille e le tre mila tonnellate a partire dalla firma dell’intesa. A garanzia dell’accordo si stabiliscono altresì - precisa la Coldiretti - i termini di prelievi e campionamenti per analisi, le procedure per dirimere le controversie e i tempi di pagamento.

Una necessità dopo che l’attività di controllo da parte delle forze dell’ordine ha portato nel 2014 a sequestri per 10 milioni di euro grazie a oltre 6 mila controlli sul comparto da parte dell’Ispettorato repressione frodi. L’intera filiera si è impegnata, infatti, a costituire una commissione di lavoro per un miglioramento dell’applicazione del panel test anche attraverso i marker chimici, il blind test e il test di identità genetica.

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