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Economia

Criminalità in agricoltura, ecco i dati Cia Puglia

BARI - Il “Rapporto 2009” della Cia Puglia sulla criminalità in agricoltura ha due obiettivi di fondo. Il primo è aggiornare e ampliare l'area della conoscenza sulla fenomenologia criminale in agricoltura, il secondo obiettivo è quello di dare forza e nuove informazioni a chi opera, tra la magistratura e le forze di polizia, per debellare il fenomeno criminale.

BARI - Il “Rapporto 2009”  della Cia Puglia sulla criminalità in agricoltura ha due obiettivi di fondo. Il primo è aggiornare e ampliare l'area della conoscenza sulla fenomenologia criminale in agricoltura, mettendo insieme una serie di informazioni che vengono divulgate e distribuite in modo diverso, ma non sempre intercollegate. Questo per creare un'attenzione e una reazione sociale nuova e  più scrupolosa da parte dei cittadini e della collettività. Oggi infatti non sono in gioco solo la sopravvivenza e il futuro dell'agricoltura, ma si attenta pesantemente anche alla salute dei cittadini. Molti dei prodotti agricoli rischiano, tanto per come, quanto per chi sovraintende alla produzione e alla commercializzazione, di non garantire la sicurezza e l’integrità fisica.

Il secondo obiettivo è quello di dare forza e nuove informazioni a chi opera, tra la magistratura e le forze di polizia, per debellare il fenomeno criminale. È bene ricordare che sulle denunce e le iniziative dei due precedenti Rapporti della CIA, fu costituito su iniziativa dell'allora Procuratore Nazionale Antimafia, Pier Luigi Vigna, una specifica struttura in seno alla Direzione Nazionale Antimafia con il compito di curare questa tematica.

Venne introdotta,come conseguente innovazione, tuttora esistente, quella necessaria consapevolezza delle Procure Distrettuali, della Polizia di Stato e dell'Arma dei Carabinieri. Insomma oggi, sul fronte della vigilanza e dell'intervento c'è un'attenzione particolare. Ciononostante, sempre più subdola e nello stesso tempo efficientemente potente è la presenza della grande criminalità, organizzata e non.

Il Rapporto  si compone di una prima parte che riporta, sempre sui reati commessi in agricoltura, le notizie, le risultanze dell’intervento dell’Arma dei Carabinieri e di quelle della Guardia di Finanza nonché i risultati di inchieste avviate soprattutto dall’associazione Libera. Nella seconda parte, segnatamente alla Puglia, i risultati dell’interveto effettuato sul campo nell’allora cinque province, con visite alle aziende agricole, interviste ai produttori. Di quest’ultima attività diamo conto in sintesi.

Bari – Cominciando dal Nord Barese (nuova provincia BAT), nei giorni della nostra visita, scattò un allarme tra gli agricoltori titolari delle aziende nell’agro di San Ferdinando. Si erano verificati almeno cinque episodi di vandalismo, regolarmente denunciati ai carabinieri, tagli di viti, di alberi di pesche e di tubazioni per l’irrigazione, verificatisi in prevalenza in contrada ‘Pozzocolmo’. Il fatto che non si sia trattato di un caso unico ed isolato ci induceva a ritenere che l’origine di questi atti, eufemisticamente definiti vandalici, ci fosse un disegno più ampio.

Gli agricoltori escludevano la mano degli estorsori, pensavano invece ad atti che nascondevano finalità vendicative per probabili patti non rispettati. Abbiano poi appreso, con sorpresa, dalle cronache che il fenomeno si manifesta ciclicamente nelle campagne di San Ferdinando.

A Bitonto abbiamo appreso della spoliazione notturna di intere estensioni di uliveti. La esperienza degli agricoltori dice che all’occorrenza sono impegnati non meno di sei o sette manovali. O peggio ancora con vere e proprie azioni banditesche, come avvenuto in un frantoio, dove una squadra decisa e bene armata si è introdotta nello stabilimento, ha provveduto a immobilizzare il guardiano, quindi a trasferire tranquillamente il prodotto conferito dal frantoio al mezzo posteggiato nelle vicinanze.

Brindisi – A Mesagne, uno degli agri visitati, i furti di mezzi e strumenti si sono indubbiamente ridotti rispetto al passato, perché la crisi in cui versa la campagna ha provocato un sensibile calo dell’attività. Tuttavia è generale l’impressione che per questi esista un vero e proprio mercato. Non a caso si registrano furti di trattori nuovi direttamente prelevati dai mezzi che li trasportano dalle case produttrici ai concessionari. E quelli sottratti agli agricoltori non sempre sono oggetto di riscatto. Ci spiegava acutamente uno dei nostri interlocutori che lo smercio di questi mezzi è favorito dalla difficoltà di comprendere se un trattore vecchio rimesso a nuovo, sia davvero vecchio. Non si tratta di automezzi che, molto spesso, per reggere il mercato, cambiano linea.

Foggia – Segnaliamo alcuni episodi che non sono, di per sé, eclatanti ma che possono dare il senso al lettore di quanto sia grave e preoccupante la situazione nelle campagne daune. Un produttore ci ha confidato di aver subito il furto di centinaia di alberi di frutta impiantanti appena il giorno precedente provocandogli un enorme danno. Il caso di specie ripropone l’argomento – che nel rapporto incontreremo spesso – della manodopera utilizzata per commettere tali reati.

E’ indubbio che la rimozione delle piante non può che essere effettuata da gente esperta. Il secondo si riferisce all’incendio che ha distrutto un fienile di un’azienda agricola di Orta Nova, in località Figora Ducale. Secondo quanto accertato dai carabinieri, il rogo potrebbe essere stato causato dallo scoppio di un petardo nel deposito agricolo. I danni ammontavano ad oltre 20mila euro. Il proprietario agli investigatori riferì di non aver ricevuto minacce o richieste estorsive.

Certo, il terrore può anche consigliare prudenza nel denunciare, però l’episodio solleva indubbiamente tanti interrogativi. Se il doloso accanimento fosse stato studiato e messo in atto per raggiungere un obiettivo non cero lecito, molti nostri interlocutori dovrebbero rivedere il loro giudizio che ci consigliava di valutare la presenza nelle campagne di una delinquenza comune e comunque non organizzata.

Se così fosse, dovremmo considerare che l’organizzazione operante non è certo meno agguerrita dei sodalizi mafiosi. Così come l’azione dei ladri che hanno preso di mira l’azienda agricola “Coseme”, situata alla periferia di Foggia, in contrada Pietraforte. I ladri penetrarono nella nottata nell’azienda, forzando una finestra dell’ufficio amministrativo. Nella stanza c’era una cassaforte forzata, il contenuto: 20mila euro in contanti, assegni e valori bollati. Perquisito anche l’ufficio contabile: rubati computer, videoproiettore e misuratore di cereali.

Lecce – Qui come a Taranto incombe una spada di Damocle sugli allevatori: la diossina. Nel capitolo dedicato a Lecce ci soffermiamo particolarmente perché qui gli allevatori hanno aperto una decisa vertenza contro un’azienda che tratta i rifiuti. Ci soffermiamo, invece, anche qui, su di un furto che ha di sensazionale la perizia, la strategia, l’assoluta tranquillità con cui hanno operato gli addetti al ladrocinio. E questo ripropone la discutibile e controversa opinione di che tipo di delinquenza segna la sua presenza nelle campagne.

Un produttore di Soleto ci ha raccontato la sua brutta avventura. Una mattina, giunto nella sua masseria si accorge che il cancello d’ingresso era stato forzato. Ha capito subito che era stato vittima di un furto ma non ne avrebbe mai immaginato l’entità. Nella notte un commando di malviventi ha preso di mira il fabbricato situato a pochi metri di distanza dal campo sportivo del paese. Dopo aver forzato il cancello d’ingresso, si sono introdotti all’interno della struttura.

Il loro obiettivo era quello di impadronirsi di un gregge di agnelli, custoditi nelle stalle. Un’operazione non certe facile e per la quale, diceva l’allevatore, sarebbero stati necessari più uomini. I malviventi, nel giro di poco tempo, sarebbero riusciti a caricare circa 64 agnelli su un rimorchio della New Holland che si trovava nella masseria e poi, dopo aver asportato una motopala, si sono dileguati nel nulla.

Nonostante la complessità delle operazioni necessarie per realizzare il colpo, nessuno in paese sembra aver notato dei movimenti sospetti in quella zona. Si arguisce facilmente che è stato un colpo studiato nei minimi particolari e realizzato senza lasciare sul posto alcuna traccia in grado di permettere alle forze dell’ordine di risalire all’identificazione degli autori della spavalda azione criminale.

Taranto - Per questa realtà sarà sufficiente riferire della colossale truffa subita dai produttori dell’agro di Castellaneta. E’ vero che il triste episodio non può essere sconosciuto, visto che per lungo tempo se ne sono occupati tutti gli organi d’informazione. Mentre, però, nel rapporto ci dilunghiamo offrendo una versione dei fatti, riteniamo, completa e, per molti versi, inedita, qui ne faremo una sintesi significativa sperando che serva da ammaestramento per i produttori agricoli tanto da pararli per il futuro dal cadere in tragiche, è la parola giusta, trappole.

Ebbene, qualche anno fa, nell’ex Enaoli (Ente Nazionale di Assistenza Orfani Lavoratori Italiani), il Comune di Castellaneta mise su un impianto per la conservazione e la commercializzazione della frutta. Sembrava la soluzione di tutti i mali, con gli agricoltori che consegnavano agrumi e ortaggi a una cooperativa, la Metapontina, e la commercializzazione che passava attraverso i canali dell’Apofruit di Cesena, uno dei più grandi gruppi cooperativi del settore.

Quell’avventura purtroppo finì presto. In ogni caso l’uva viaggiava su altre traiettorie commerciali. Successivamente l’impianto fu affidato prima alla Puliano agricola e poi all’Ortosovrana: diversa ragione sociale, ma comune, il proprietario, un campano da anni radicato e che l’Ente civico conosceva bene, perché sembra in notevole ritardo nel pagamento dell’affitto. Ovviamente i produttori sono tornati nelle mani dei soliti compratori, specialmente quando, come ora, l’agricoltura è in crisi perché la stagione d’oro dell’uva da tavola è in declino.

C’è stato chi si è portato via quello che era rimasto dall’introito tanto sospirato, risucchiato in un incredibile intreccio in cui sono coinvolti: il compratore locale (Ortosovrana) e quelli forestieri: un paio di campani, tre siciliani e una ditta calabrese. Questo complesso di fattori negativi ha giocato la sua partita definitiva a danno della vendemmia 2008 con una perdita di 14 milioni di euro.  Ora però questa ventina di buggerati è andata dai carabinieri perché anche se non recupereranno i loro soldi, il malvezzo deve finire, questi uomini senza scrupoli devono sparire dal commercio.

Crediamo di poter tranquillamente affermare che questa provincia è diventata punto di riferimento di ben organizzati gruppi criminali che hanno messo a segno un duro colpo ad un settore trainante della sua economia.

Reati gennaio-maggio 2010

B  A R I

La sottrazione di attrezzi agricoli, compreso il materiale di consumo  e gli impianti in genere ha avuto una discreta rilevanza con particolare riferimento agli impianti elettrici ed elettropompe fino a quello di un telone per tendone. Le zone interessate in maniera diffusa sono: Mola di Bari, Putignano, Conversano e Ruvo di Puglia. In alcune di queste circostanze, l’apporto repressivo delle forze dell’ordine è stato efficace con perlustrazioni e controlli. Gli episodi di criminalità più ricorrenti, inoltre, interessano il settore olivicolo, dalla coltivazione alla trasformazione, con furti di pianticelle, olive e olio. Le zone colpite sono: Binetto, Corato, Monopoli, Castellana e Ruvo di Puglia. Da segnalare che in alcuni di questi casi è stato provvidenziale l’intervento delle forze dell’ordine che hanno sventato un tentato furto e una tentata rapina. Episodi di falsificazione e sofisticazione di prodotti cerealicoli sono stati rilevati dalla cronaca. Un episodio inquietante riguarda la forzata vendita sottocosto imposta agli agricoltori che conferivano al mercato di Bari. Si è trattato di un’attività quasi estorsiva e di intimidazione. Il furto di bestiame ha interessato le zone di Noci, Bitonto e Corato, il bottino era composto da capi bovini, asinelli, cavalli e capre, per arrivare addirittura al furto di un cavallo di razza. Nella maggior parte dei casi si presume che questi reati siano collegati al fenomeno della macellazione clandestina. Altra tipologia riguarda il furto di legna certamente destinata alla combustione ad uso dei ristoranti e/o pizzerie, talora con tagli di alberi d’ulivo secolari e mandorli. I luoghi rilevati sono: Grumo, Bitonto e Bari-Palese. In alcuni di questi episodi l’intervento investigativo ha portato anche all’identificazione degli autori, alcuni di questi provenivano da Cerignola. Abbiamo rilevato un  solo caso di furti di alberelli da frutta nella zona Mola di Bari-Conversano.

Furti di carciofi avvenuti a Conversano; l’intervento dei carabinieri ha colto in flagranza l’autore. All’interno dell’ambiente agricolo in generale sono stati rilevati anche furti di particolari tratti da vecchie costruzioni rurali, più comunemente conosciuti con i  termini: ‘chianche’ e ‘basole’: Noicattaro, Mola di Bari e Conversano. Con l’occasione, gli organi di stampa hanno rilevato precedenti analogie nella zona di Altamura e Castellana.   Dall’intervento dei carabinieri fu sventato un furto di 200 pannelli fotovoltaici in un grande impianto che si estende per circa 3 ettari nell’agro di Ruvo di Puglia. Infine, a Terlizzi un fondo agricolo era stato adibito a deposito di auto rubate, anche in questo caso l’intervento delle forze dell’ordine ha permesso l’arresto in flagranza di uno dei componenti della banda.

B  A  T

Per furti di attrezzi agricoli e macchine, certamente destinati al riciclaggio, sono stati arrestati a Potenza componenti di una banda originaria della Bat. In agro di Canosa di Puglia, il provvidenziale intervento dei carabinieri, su segnalazione delle guardie giurate, ha limitato i danni derivanti da danneggiamenti di ulivi secolari e da furto di olive. Nove persone di nazionalità bulgara, sorprese in flagranza,sono state arrestate.  Ad Andria è stata scoperta un’azienda che alterava i dati delle analisi dell’olio prodotto, spacciandolo per olio italiano quello che era il risultato di una miscela  con oli esteri.  A Trinitapoli è stato arrestato il presunto autore del taglio e furto di ulivi destinati come legna da ardere. In territorio di Andria, la guardia campestre ha scoperto un fondo agricolo trasformato in deposito di auto rubate.

B R I N D I S I

La particolare criticità nelle campagne brindisine è stata sottolineata in maniera emblematica da una iniziativa assunta dalla Prefettura in seno al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, cui ha partecipato anche la Cia provinciale. Si è trattato di una riunione operativa dove sono state focalizzati episodi di criminalità, con particolare riferimento alle aree rurali della zona di Fasano. Furti di attrezzi, macchine agricole, perfino di quelle edili, si sono verificati nelle zone di Pezze di Greco, Brindisi, Fasano. A Ceglie Messapica, dove ha avuto la meglio l’intervento dei carabinieri che sono riusciti a sventare il furto.  Appezzamenti di terreno nella zona di Tuturano, Carovigno e Cisternino sono stati rilevati come adibiti a deposito di macchine operatrici agricole e per movimento terra, rubati altrove. Infatti, a Carovigno hanno ritrovato macchine operatrici appartenenti ad un’impresa piemontese; il furto era stato perpetrato a Surbo (Lecce). Particolare analogo il ritrovamento a Cisternino dove la refurtiva proveniva da Fasano. Due fatti di intimidazione e danneggiamento si sono verificati a San Pietro Vernotico, dove un imprenditore agricolo è stato fatto bersaglio di colpi di pistola mentre era a bordo della sua auto. Fortunatamente ne ha risentito solo la carrozzeria. Si parla di probabile estorsione. Gli episodi più eclatanti sono stati gli innumerevoli furti di carciofi, che hanno interessato vastissime zone e, in alcuni casi, accompagnati da devastazioni delle piantagioni. La gravità e la ricorrenza degli episodi hanno provocato una iniziale reazione degli agricoltori che, hanno adottato autonomi metodi di difesa (ronde), accompagnati anche da denunce. Infine, solo per dovere di cronaca, a Carovigno il proprietario di un appezzamento vi ha rinvenuto abbandonata una bomba. Sarebbe stata comunque esclusa l’ipotesi dell’intimidazione. Il furto di legna da ardere ricavata dal taglio degli alberi è stato scoperto dai carabinieri a Francavilla Fontana, mentre ad Erchie gli stessi sono riusciti a sventare il furto. In agro di Brindisi è stato scoperto un furto di ortaggi, i cui autori erano originari di Surbo.

F O G G I A

Due omicidi funestarono le campagne della Capitanata nel periodo preso in esame. Il primo nell’agro tra Foggia e Troia, durante una rapina fu ucciso un pensionato di 83 anni. Il secondo compiuto in seguito ad un furto fallito in un’azienda agricola situata sulla provinciale 88 tra Stornara e Stornarella, dove rimase vittima un uomo, forse un bulgaro. Abbiamo registrato furti di legna, auto, furgone in un oleificio di Vieste e in territorio di Ischitella. Due motoseghe rubate da un cittadino rumeno in un’azienda agricola di Vico del Gargano. Furto di rame contenuto nei cavi che alimentano la borgata di Incoronata. Fu, invece, recuperata merce rubata nelle campagne di Foggia: una Fiat Stilo rubata a Matera, due furgoni Mercedes e un fuoristrada cassonato rubati a Termoli; in località <<Costella>>, in territorio di Vieste, fu ritrovata refurtiva, tra cui un gommone agganciato ad una Fiat Panda, per un valore di circa 15mila euro; sempre a Vieste, in località zona 2 del Parco nazionale del Gargano, dieci quintali di legna; infine in agro Monte Sant’Angelo: pannelli fotovoltaici del tipo utilizzato per il funzionamento delle videocamere e tabelle segnaletiche sottratte verosimilmente al Parco nazionale del Gargano, un ingente quantitativo di legna appena tagliata da alberi in vegetazione, nonché una motocicletta enduro di certa provenienza furtiva. E in più una vera e propria discarica abusiva.

L  E  C  C  E

Eclatanti i furti di costosissime attrezzature per l’irrigazione verificatisi in agro di Nardò A Taurisano alcune auto e un trattore, parcheggiati all’interno di un’azienda agricola, sono stati incendiati. I proprietari di alcuni uliveti, in zona <<Schifazzi>> a Presicce, allertarono i carabinieri per i continui furti di olive subite. I militari, infatti, nel perlustrare la zona scoprirono un ladro cha stava scaricando sul suo furgone il quindicesimo sacco di olive.  Scoperti a Squinzano due ladri che avevano sottratto da un deposito otto motoseghe, un decespugliatore e due lattine di gasolio. Un curioso furto si verificò, invece, a Melissano, al confine con Traviano, dove due banditi rapirono due cavalli e una Fiat Panda, per poi abbandonare il bottino dopo duecento metri di distanza.

T A R A N T O

Ripulita un’azienda agricola nelle campagne di Marina di Ginosa, furono rubati: un trattore, un ingente quantitativo di gasolio e altri attrezzi per i lavori nei campi. Il tutto gli investigatori lo fecero risalire a una banda specializzata nei furti nelle campagne, che, da tempo, imperversa particolarmente nelle campagne del brindisino. In un’azienda agricola di Laterza fu distrutta dalle fiamme una Lancia Kappa. Non fu esclusa l’origine dolosa dell’incendio. Un tentativo di furto fallì in zona <<Gorgofreddo>>, nell’agro di Martina Franca, così come quello di rame e ferro da asportare dai sistemi di irrigazione nelle campagne di Grottaglie, sulla strada provinciale che collega Grottaglie a Montemesola, per il tempestivo intervento dei carabinieri. Furono scoperti in flagranza di reato o presso mercanti di pietra. Stavano accatastando e imballando pietre per muretto a secco, rubate in contrada <<Le Fabbriche>>, in territorio di Maruggio.

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