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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Da oggi le nuove Autorità portuali: finito il tempo delle chiacchiere

Entra in vigore da oggi la nuova legge sulla portualità italiana, che tra l’altro riduce a 15 in numero delle autorità portuali, che diventano Autorità uniche di sistema portuale, in Puglia quella dell’Adriatico Meridionale con Bari, Brindisi, Manfredonia, Barletta e Monopoli, e quella dello Ionio con Taranto

BRINDISI – Entra in vigore da oggi la nuova legge sulla portualità italiana, che tra l’altro riduce a 15 in numero delle autorità portuali, che diventano Autorità uniche di sistema portuale, in Puglia quella dell’Adriatico Meridionale con Bari, Brindisi, Manfredonia, Barletta e Monopoli, e quella dello Ionio con Taranto. Non esistono dunque più le vecchie autorità portuali di Bari, Brindisi, Manfredonia e Taranto. Nei quattro porti le strutture attuali si trasformeranno in direzioni marittime di scalo, mentre l’authority dell’Adriatico Meridionale avrà sede a Bari e quella dello Ionio a Taranto in quanto porti “core”.

Alla testa delle nuove autorità uniche di sistema portuale ci saranno presidenti con poteri molto maggiori rispetto ai predecessori, affiancati da comitati di gestione con funzioni consultive, in cui saranno rappresentate le città già sedi di autorità portuali, quindi anche Brindisi avrà un posto nel governo del nuovo ente. Il ministro Graziano Delrio in questi giorni sta già esaminato le 334 domande e relativi curricula ricevuti con le manifestazioni di interesse degli aspiranti presidenti, per decidere le nomine di concerto con i presidenti delle Regioni interessate.

cinque traghetti a punta delle terrare-2

Ma c’è anche la spinosa questione delle richieste di moratoria giunte da alcune regioni (Sicilia, Campania e Liguria), per rinviare per un tempo che non può comunque superare i 36 mesi le fusioni previste tra Napoli e Salerno, Messina e Gioia Tauro, Palermo Trapani, Augusta e Catania, e Genova e Savona, La Spezia e Marina di Carrara.

In tutto sono sei su 15 nuove authority di sistema previste le richieste di moratoria. Non c’è quella di Brindisi, che il governatore Michele Emiliano non ha inoltrato al ministero perché carente di motivazioni. Come del resto quasi tutte le altre inviate invece al ministero dai governatori Toti per la Liguria e Crocetta per la Sicilia, e De Luca per la Campania.

Eurocargo Catania alla banchina di S.Apollinare a Brindisi-6

Al momento sembrano accreditate di attenzione da parte del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti solo le proposte di moratoria per Messina-Gioia Tauro, e Napoli-Salerno, mentre per quelle avanzate da Toti si parla già di difetto di motivazioni.  Per inciso, le authority che dovessero ottenere la moratoria, non avranno diritto a sedere nell’organo nazionale di consultazione per le strategie sulla portualità italiana, né ad accedere a nuovi finanziamenti per le infrastrutture.

Un punto, questo, su cui non hanno mai risposto a Brindisi né la maggioranza né le opposizioni che avevano votato per la moratoria, e continuano a non rispondere coloro che parlano di effetti catastrofici per il porto di Brindisi derivanti dall’ingresso nella rete dei porti della nuova autorità di sistema, come se l’esclusione dalle strategie nazionali e dai finanziamenti fossero una cosa secondaria o sopportabile da uno scalo marittimo già privo di risorse e che non può aspirare a realizzare alcuna nuova opera in assenza del nuovo piano regolatore portuale, che nessuno in 20 anni ha impostato.

yacht a brindisi-3

In realtà è finito il tempo delle finzioni e delle convenienze personali o di gruppo, consumate alle spalle di un porto che avrebbe potuto ottenere ben altri traguardi rispetto alla situazione attuale, ed è giunto quella della competizione, che dipenderà dai tempi e dai contenuti che la politica brindisina saprà mettere realmente in campo a tutela delle aspirazioni del porto e del suo ruolo nella nuova Autorità unica di sistema portuale dell’Adriatico Meridionale, indipendentemente da chi sarà il presidente nominato da Delrio.

E su questo purtroppo si continua a perdere tempo in sortite senza senso come quella di una richiesta di moratoria priva di progettualità, e con una autorità portuale che non ha i soldi per finanziare nuove opere, ammesso che siano previste dal vecchio piano regolatore e non bisognose di richieste di variante preliminari. Chi ha condotto il porto di Brindisi a tale condizione di inferiorità purtroppo non ne renderà mai conto, ma perseverare sarebbe diabolico. Cosa dicono gli operatori portuali del futuro? Ormai siamo in gioco, e non ci sono più scorciatoie furbesche: tocca a loro adesso richiamare la politica ai suoi doveri.

Containers nel porto di Brindisi 2-2

Tutto il pregresso passa alla nuova authority, questione della concessione Grimaldi inclusa. Con quali proposte Brindisi sosterrà ipotesi di soluzione nel comitato che si formerà a Bari? Da chi sarà rappresentato il suo porto? Da un esperto operatore o dal solito uomo di fiducia designato dalla maggioranza di turno? Sarebbe bene che le attenzioni si concentrassero su questo, se si vogliono davvero lavoro, sviluppo e nuovi traffici invece delle solite chiacchiere e lagne inconcludenti, come se le colpe fossero sempre degli altri e non di chi a Brindisi ha sprecato occasioni e risorse.

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