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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia Ostuni

Dai vasi all'aeronautica, passando per il San Marzano. "Ma puntando sempre sulla ricerca"

OSTUNI - Un futuro di plastica, tra ricerche e investimenti. E per brindare al domani, un amaro da rilanciare: l’elisir Borsci. La Telcom punta sull’innovazione e guarda a nuovi mercati, diversificando i settori di produzione. Progetti a breve termine e programmi a media e lunga distanza, quelli sui quali mira il gruppo per non restare inghiottito dalla crisi generale.

OSTUNI - Un futuro di plastica, tra ricerche e investimenti. E per brindare al domani, un amaro da rilanciare: l’elisir Borsci. La Telcom punta sull’innovazione e guarda a nuovi mercati, diversificando i settori di produzione. Progetti a breve termine e programmi a media e lunga distanza, quelli sui quali mira il gruppo per non restare inghiottito dalla crisi generale.

Ad illustrare il piano aziendale è Alfonso Casale, patron dell’azienda ostunese da anni leader nel settore della produzione di vasi in plastica. Imminente la prima novità: l’inaugurazione di una nuova fabbrica nell’Est Europa. Presto operativo in Romania, infatti, uno stabilimento per la produzione di grandi serbatoi e sistemi di trattamento delle acque reflue. L’appuntamento è fissato per il 3 maggio.

“A riprova - spiega Casale - delle buone condizioni di salute della Telcom. Il piano di ristrutturazione aziendale, sia sul piano delle risorse umane sia sotto il profilo della razionalizzazione degli impianti, non è stato studiato certo per chiudere i battenti, tutt’altro. Puntavano a ridare vigore agli investimenti e alla macchina produttiva. Una scelta obbligata per essere competitivi all’interno di un comparto che nel corso dei decenni ha visto in ogni parte del mondo crescere e specializzarsi aziende concorrenti che hanno beneficiato della nostra esperienza, delle nostre conoscenze, della nostra tecnologia e dei nostri studi, guadagnando agevolmente e a costi inevitabilmente più contenuti fette di mercato sempre più consistenti”.

“Sostanzialmente ci hanno copiato, godendo del nostro know-how. Ma attorno al marchio Telcom, per quanto attiene la produzione dei vasi da giardino, resta il primato, consolidato dal recente accordo con Ikea:   la multinazionale che distribuisce prodotti per la casa e l'ufficio”, dice Casale.

La società del patron Alfonso Casale torna dunque prepotentemente al centro del mercato, sfonda con i vasi in plastica: per il momento fornirà i centri Ikea del Nord Europa e dell’Oriente, Cina compresa. Una produzione, quella destinata ai circuiti del gruppo svedese, che si aggirerà attorno ai 2 milioni di euro all’anno. L’intesa, di grande valenza sotto il profilo commerciale, consentirà alla società ostunese di riassumere parte del personale finito in cassa integrazione nell’autunno scorso. 15 dei 50 lavoratori costretti a pagare le conseguenze della crisi, torneranno infatti a pieno organico all’interno dell’azienda. E non è escluso, alla luce delle nuove frontiere di mercato, che nei prossimi mesi possano aprirsi ulteriori spiragli occupazionali anche per le altre unità a suo tempo sacrificate.

L’accordo con Ikea segue peraltro altri importanti obiettivi commerciali già raggiunti dal gruppo Telcom, come i contratti firmati con Auchan (piazzati sul mercato francese vasi da fiori, per una fornitura di 500.000 euro), con i tedeschi di Obi, l’industria tedesca che giganteggia nella vendita dell’arredamento da giardino (divani in plastica per 1.500.000 euro) e con trenta centri commerciali in Cina.

Anche  i prodotti destinati ad Ikea, come tutti i vasi e i divani da giardino, saranno peraltro realizzati presso gli stabilimenti Telcom di Ostuni. E proprio sui tetti della fabbrica ostunese spunta la seconda significativa novità: “Stiamo realizzando - sottolinea Casale - un impianto fotovoltaico da un megawatt che consentirà di coprire il 30 per cento del consumo di energia elettrica dell’intera struttura. Un traguardo importante, in perfetta sintonia col filosofia del gruppo: fare industria e produrre su un territorio sensibile, nell’ambito di uno sviluppo sostenibile. I certificati di qualità ambientale che la nostra azienda vanta, ne sono l’esempio più lampante”.

Plastica e non solo. E il futuro è meno “amaro”. Se tutto va secondo le previsioni, nel giro di un paio di mesi l’azienda ostunese sarà in grado di rimettere in moto la produzione di un marchio storico, finito nelle sabbie mobili delle procedure fallimentari: “L'elisir Borsci alla Telcom”, la storica casa produttrice di liquori. Il traguardo è vicino. La Telcom ha già sottoscritto nelle scorse settimane un contratto di affitto dell’azienda e presentato un’offerta per rilevare la società, attualmente al vaglio del Tribunale di Taranto.

Presto la proposta d’acquisto sarà sottoposta all’attenzione dell’assemblea dei creditori. “L’acquisto della Borsci - afferma Casale - rientra a pieno titolo nella politica di diversificare il raggio di azione del gruppo. Una sfida fondamentale per la crescita del gruppo”. Dei 26 dipendenti Borsci licenziati, 6 sono già stati reintegrati dalla Telcom e impegnati nella manodopera degli impianti. Se dal Tribunale e dai creditori semplici dovesse giungere l’ok, nel giro di un paio di mesi la produzione dell’amaro riprenderà a pieno regime e lo storico elisir San Marzano tornerà in vendita. “Stiamo già studiando nuove ricette”, annuncia lo stesso Casale.

Ma resta la plastica il punto forte dell’azienda. Non solo vasi, serbatoi, arredo da giardino, cucce per cani. Le nuove frontiere sono il settore automobilistico e quello aerospaziale. Vice presidente del Cetma, Casale punta molto sulla ricerca e conferma i contatti con alcune aziende del settore, dalla Fiat a Agusta, passando per Alenia: “Direi che da sempre investiamo nella ricerca risorse significative. I contatti ci sono perché le prospettive di collaborazione in questi rami ci sono e sono tante, seppure a medio e a lungo termine”.

“Il campo della componentistica è ampio ed i progetti di ricerca, insieme allo studio di applicazioni specifiche - conclude l’imprenditore ostunese - ci aiutano ad acquisire le credenziali necessarie per intraprendere anche questa strada, grazie anche alle collaborazione già avviate tra il Cetma e le Università di Bari e Lecce. Dalle auto, agli aerei, agli elicotteri: la plastica consente di produrre componenti di vario genere. Occorre soltanto essere al passo con la scienza. E noi lo siamo da tempo”.

 

 

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