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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Crociere, la festa è già finita: dal 2016 via da Brindisi. Msc solo a Bari

Nessuna nave da crociera e un unico armatore per il traffico passeggeri e ro-ro. Questo sarà il 2016 per il porto di Brindisi, chiunque sia il nuovo presidente dell'Autorità portuale, e se a Brindisi resterà un'Autorità portuale autonoma. Haralambidis sta per lasciare, ma vuole bruciare le tappe per nuovi diritti portuali e concessione ventennale al Gruppo Grimaldi, andando allo scontro con associazioni dei terminalisti, Camera di Commercio e agenti marittimi. Silenzio degli enti locali e dei parlamentari

BRINDISI – Nessuna nave da crociera e un unico armatore per il traffico passeggeri e ro-ro. Questo sarà il 2016 per il porto di Brindisi, chiunque sia il nuovo presidente dell’Autorità portuale, e se a Brindisi resterà un’Autorità portuale autonoma. E’ lo scenario che l’attuale gestione dell’authority non rivela, impegnata in scadenza di mandato in un’unica missione: fare approvare al nuovo Comitato portuale la concessione ventennale dell’intera area commerciale di Costa Morena al gruppo Grimaldi.

Mein Schiff Brindisi 2-2Msc saluta Brindisi, e forse anche Tui – La compagnia Msc, su cui poggiano la campagna di consenso mediatico del presidente dell’Autorità Portuale di Brindisi, Iraklis Haralambidis, e la sua strategia della “compensazione” per la perdita di altri armatori nel settore passeggeri, Tir e trailer, ha già deciso che nel 2016 il suo unico porto in Puglia sarà quello di Bari, con ben tre navi (notizia già anticipata recentemente dal presidente dell’Autorità del Levante, Francesco Mariani), mentre la tedesca Tui non ha confermato alcuno scalo né per Bari né per Brindisi. Provare a prenotare, per credere.

Aveva i piedi di argilla, la “politica delle crociere” di Haralambidis. Città illusa, e qualcuno ha consentito che ciò accadesse. Del resto, privo di un terminal, navi relegate ad una banchina industriale lontana dal cuore della città, passeggeri costretti al check in e al controllo bagagli nel Seno di Levante mentre la nave è invece a Costa Morena Est, il porto di Brindisi era un soldato che andava alla campagna di Russia con le scarpe di cartone. Chi risponderà dei progetti annunciati e mai realizzati o falliti di tutti questi anni dal 1995 ad oggi? Non la galleria di presidenti che si sono succeduti, e nemmeno la politica che ce li ha mandati, a Brindisi, difendendoli qui e al Ministero dei Trasporti, dicono gli operatori portuali.

L’ultima missione di Haralambidis – L’8 giugno si concluderà il mandato di Iraklis Haralambidis. Forse sarà l’ultimo presidente dell’Autorità Portuale brindisina se è vero che i tempi della riforma della portualità italiana, come ha detto il ministro Graziano Delrio, sono in accelerazione. Riforma che prevede l’accorpamento della governance del porto di Brindisi con quella di un altro porto pugliese, probabilmente Bari. Dopo l’8 giugno Haralambidis potrebbe ricevere una proroga di 45 giorni, ma è anche probabile che invece arrivi subito un commissario dal ministero. E le terne richieste agli enti territoriali? Serviranno per la nuova authority, probabilmente.

Haralambidis però ha una missione da compiere, prima dell’8 giugno: fare insediare il nuovo Comitato portuale, fargli approvare le nuove tabelle dei diritti portuali che creano di fatto condizioni di penalizzazione per armatori che non possiedono navi varate al massimo negli ultimi 15 anni e per chi ha un debito da 10mila euro in su con l’Autorità portuale (anche in contestazione formale), e alla fine di questi preliminari fare approvare la concessione ventennale al Gruppo Grimaldi, e  le autorizzazioni di terminalista e di impresa portuale, con la consegna all’armatore napoletano di tutte le banchine di Costa Morena Ovest, dei varchi e degli spazi di sosta dei Tir e dei trailer, e delle uniche tre rampe per grandi navi di cui dispone il porto di Brindisi, mentre le due rampe per piccoli traghetti resteranno a disposizione del traffico per l’Albania.

Iraklis HaralambidisAltri spazi nel porto di Brindisi per navi traghetto non ce ne sono: lo ha recentemente certificato la Capitaneria di Porto. Non resta dunque nulla per altri operatori, contrariamente a quanto previsto dalla legge vigente sulla portualità, la 84/94. Né l’Autorità Portuale ha mai dimostrato il contrario carte ed elaborati tecnici alla mano, le uniche cose che contano. Resterà a Brindisi un solo armatore, dunque, con alti sconti sui servizi e sui diritti portuali, ma anche sulle tariffe di ormeggio, ad esempio, tanto saranno i maggiori oneri per le navi del carbone, del gas e dei prodotti chimici a compensare.

Una soluzione alternativa potrebbe essere quella di concedere al Gruppo Grimaldi due delle rampe lasciando la terza ad altri armatori, ma evidentemente non è questa l’intenzione dell’Autorità portuale e neppure l’esigenza posta da Grimaldi. Una situazione che potrebbe cambiare perciò solo se si costruissero i famosi nuovi accosti di S. Apollinare, progetto che era stato finanziato dal Cipe con 50 milioni, perduti per errori dell’Autorità portuale di Brindisi. Ma ci vorrebbero alcuni anni per rimediare, e soprattutto una scelta precisa per portare avanti l’operazione.

Le tappe del 19 maggio e del 3 giugno – Questo percorso ha due tappe. La prima è quella della seduta di insediamento del nuovo Comitato portuale del 19 maggio, con all’ordine del giorno alcune proposte di concessione demaniale inclusa quella decennale chiesta da Edipower, e l’approvazione delle nuove tabelle dei diritti portuali con annesso regolamento. Assiterminal e altre due associazioni nazionali dei terminalisti, Assologistica e Fise Uniport, hanno eccepito la nomina del rappresentante della categoria indicato da Antep, l’unica associazione interpellata dall’Autorità portuale brindisina. Ma Antep non è firmataria di contrattazione nazionale collettiva di lavoro dei porti, dicono le tre organizzazioni dei terminalisti che invece siglano i contratti, e chiedono di annullare quella nomina.

A sostegno di questa tesi anche il presidente della Camera di Commercio, Alfredo Malcarne, che ha diffidato Halarambidis a convocare il nuovo comitato portuale, ma la riposta è stata picche: dal ministero gli avrebbero dato ragione, ha fatto sapere. In realtà pare che la sua sia un’interpretazione di una risposta più complessa, tanto che la nota ministeriale relativa nessuno l’ha vista. Inoltre Haralambidis dice che a Brindisi i terminalisti locali aderiscono a Confindustria, Cna e Antep, quindi non vi è problema. Ma Assiterminal e Confindustria sono collegati, dovrebbe sapere il presidente ellenico. Il Comitato portuale però è stato convocato ugualmente, e il 19 si vedrà in che modo reagiranno le associazioni dei terminalisti e la Camera di Commercio, e se preannunceranno ricorsi.

Le rampe traghetti di Punta delle Terrare-2Haralambidis ha forzato anche i tempi per le tabelle dei diritti portuali e per la stessa concessione Grimaldi, saltando il passaggio dell’esame delle tabelle stesse, e delle domande di autorizzazione di impresa portuale e di terminalista (articoli 16 e 18 della legge 84/64) da parte della commissione consultiva prevista dalle norme sulla portualità. Il Ministero dei Trasporti glielo ha ricordato, inviando venerdì scorso all’Autorità portuale brindisina la nomina della nuova commissione. Quindi c’è anche questo sul tavolo del confronto: tutto ciò dovrebbe comportare un rinvio della seduta del 19 maggio, a meno che Haralambidis non voglia sfidare tutto e tutti e andare avanti lo stesso confidando nell’orientamento favorevole ormai palese del Ministero dei Trasporti, o di un settore dello stesso, alla concessione Grimaldi.

Il futuro - La seconda tappa infatti del percorso, secondo indiscrezioni ma non c'è ancora la convocazione ufficiale, è quella del 3 giugno, giorno in cui il Comitato portuale è convocato per esprimere il parere sulla istanza di concessione avanzata dalla grande compagnia napoletana, il primo operatore italiano per le autostrade del mare ed uno dei principali competitor mondiali. L’8 giugno scade invece il mandato di Haralambidis. Un presidente in scadenza può decidere l’assetto di un porto per i successivi 20 anni, o dovrebbe passare la decisione al successore (sempre se non prevarrà invece la tesi dell’illegittimità della nomina del rappresentante dei terminalisti a invalidare la nomina del nuovo Comitato portuale)?  A Brindisi è già accaduto di tutto. Anche di vedere svanire l’illusione di essere diventato un porto crocieristico.

Salutate almeno per il 2016 le crociere, saltata la possibilità di avere altri armatori nel settore passeggeri e ro-ro, con il traffico del carbone in calo, l’unica voce in crescita sono i Tir e le merci delle navi di Grimaldi. Il punto è se questo può bastare. Cosa dicono le amministrazioni locali, e soprattutto cosa dicono i parlamentari della provincia di Brindisi di fronte a questa situazione? Comune, Provincia, Regione Puglia e Camera di Commercio siedono in Comitato portuale, quindi il 19 maggio si capirà quali sono le posizioni. Per la Regione, essendo scaduto il mandato di consigliere regionale per Giovanni Brigante, spesso inviato a rappresentare il presidente Vendola e l’assessore Giannini in comitato, questa volta ci dovrebbe essere una presenza diretta dell’assessorato ai Trasporti.

I parlamentari del territorio, che possono avere un rapporto interlocutorio certamente più costante e immediato con il Ministero dei Trasporti, su questo passaggio cruciale per l’economia di Brindisi al momento non hanno espresso alcuna posizione. Quali notizie hanno sulla riforma, e qual è il loro pensiero su quanto sta accadendo? Forse si saprà qualcosa magari prima delle sedute di Comitato portuale dei prossimi giorni.

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