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Fiammate al petrolchimico: i sindacati confederali contro i silenzi Eni su ambiente e sviluppo

Sulle vicende del petrolchimico di Brindisi prendono posizione le segreterie confederali di Cisl e Uil, che chiamano in causa - a differenza del sindacato dei chimici della stessa Uil, la Uiltuc - Eni e la gestione della fabbrica

BRINDISI – Sulle vicende del petrolchimico di Brindisi prendono posizione le segreterie confederali di Cisl e Uil, che chiamano in causa – a differenza del sindacato dei chimici della stessa Uil, la Uiltuc – Eni e la gestione della fabbrica. “Dobbiamo intenderci se considerare il diritto al lavoro un optional oppure una esigenza per migliorare la qualità della vita dei cittadini, sia dal punto di vista della salute che della sicurezza. La difesa e la tutela dell’ambiente sono presupposti fondamentali per raggiungere questi obiettivi”, scrive il segretario della Uil brindisina, Antonio Licchello.  

“Come Uil li consideriamo bisogni primari, elementi indispensabili della società attuale di cui il cittadino e la collettività non possono farne a meno. Per questo da anni conduciamo, insieme a Cgil e Cisl, una battaglia senza risparmio di energie alla ricerca di alleati, pochi per la verità, per condividere e realizzare obiettivi concreti per cambiare in meglio la situazione”, annota Licchello.

Antonio LicchelloDi questi temi si parla solo saltuariamente, in occasione delle sfiammate della torce, osserva il segretario della Uil: “Sottolineiamo che qualche mese addietro, insieme ai colleghi confederali fu presentata, tramite il sindaco Consales, una richiesta di incontro con Eni che non ha avuto riscontro fino ad oggi”, accusa Licchello.  In questo documento unitario, consegnato al prefetto Nicola Prete, si affrontavano le questioni di tutte le grandi società insediate nel territorio.

“Alcune considerazioni riguardano anche le società storiche del territorio che ormai da anni hanno diminuito la loro attenzione verso il nostro polo industriale. Per questo abbiamo la necessità, prima di assumere iniziative eclatanti, di discutere insieme – dice Licchello – i veri progetti che  ci hanno riservato per il prossimo futuro. Tutti conoscono ormai i contenuti, ancora pochi per la verità ci hanno risposto, a parte le dichiarazioni del sindaco della scorsa settimana”.

“L’Eni, ad esempio, più di tutte  continua a disinteressarsi delle priorità complessive delle sue società, un pericoloso calo di attenzione che non sappiamo dove potrà condurre. Per questo ne soffre anche il costante monitoraggio di cui hanno bisogno gli impianti per prevenire e controllare eventuali disservizi nel ciclo produttivo. Con il solito blocco del compressore si possono giustificare tutte le accidentali inefficienze? Ci sembra alquanto ridicolo”, afferma ironico il segretario della Uil.

Come andrà a finire? “Siamo convinti che è indispensabile una diffusa politica di informazione nei confronti della collettività. Attendiamo con grande preoccupazione l’incontro richiesto, auspicando che si svolga i primi giorni di settembre. Ci attendiamo risposte chiare e precise sulle politiche industriali e sugli investimenti e, soprattutto, quelle riguardanti gli indispensabili adeguamenti impiantistici necessari anche per la sicurezza e la salute dei cittadini”, conclude Antonio Licchello.

Un momento del dibattito all'assemblea Fim CislE’ sostanzialmente sulla stessa linea il segretario della Cisl di Brindisi e Taranto, Piero De Giorgio: “L’ incidente avvenuto lunedì scorso nel petrolchimico che ha procurato allarmismo e preoccupazione nei cittadini ed istituzioni oltre che alla politica è dir poco alquanto sconcertante, non tanto per la messa in sicurezza dello stabilimento che pur è cosa normale per evitare rischi maggiori, ma che deve avvenire eccezionalmente e non per un difetto tecnico di un compressore o per una ondata di calore inusuale, ma quanto per l’ inquinamento procurato in atmosfera che avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi sulla salute delle persone”.

Non è trascorso molto tempo dall’intervento della magistratura brindisina “che ha costretto l’Eni ad investire milioni di euro, proprio per eliminare quanto verificatosi lunedì scorso e negli anni precedenti. Nonostante le sollecitazioni continue da parte delle organizzazioni sindacali nei confronti dell’Eni al fine di evitare la frequenza di questi fenomeni,  c’è voluto un provvedimento del tribunale e grazie anche al contributo di Cgil, Cisl e Uil oltre che alla sensibilità del magistrato che si è scongiurato pure il fermo degli impianti sottoposti a sequestro giudiziario, salvaguardando così occupazione e produzione”, ricorda De Giorgio.

Il segretario della Cisl non esita a puntare l’indice contro la gestione della fabbrica di Eni Versalis: “Evidentemente i rischi corsi della interruzione delle attività produttive non hanno preoccupato più di tanto il management aziendale che continua, forse, a tenere bassa l’attenzione sulla conduzione degli impianti, a prestare il fianco alle continue strumentalizzazioni di chi vuole la chiusura dell’ impianti, a non dare le dovute giustificazioni tecniche attraverso i media degli avvenimenti e lasciando ad altri la difesa di ufficio”.

De Giorgio su questo punto affonda ancora le critiche: “Può essere solo una casualità la sequenza di queste circostanze oppure per caso non sia dovuta alla scarsa professionalità dell’ attuale gruppo dirigente e al non sapere intrattenere frequenti e continui rapporti sociali? E’ vero che da tutti il petrolchimico di Brindisi è considerato il fiore all’occhiello della chimica ed in particolare dell’Eni, ma questi comportamenti locali non stanno facendo altro che favorire altri stabilimenti  dove la stessa sta effettuando ingenti investimenti, quando invece a Brindisi è persino slittata la grossa fermata per manutenzione  straordinaria prevista per l’anno in corso, fissata al 2015”.

“E’ allarmante il silenzio dell’Eni che rifiuta di incontrarsi con le parti sociali e gli enti proprio per discutere sia sul futuro del petrolchimico che sulla sicurezza e l’ambiente. La Cisl di Taranto e Brindisi è fortemente preoccupata per le posizioni che si stanno assumendo sulla stampa poiché l’ Eni non può sempre fare affidamento sulla tolleranza delle Istituzioni, della Magistratura e degli stessi sindacati, per cui  occorre che la stessa apra un dialogo con la città per far emergere in modo inequivocabile le tutele sulla sicurezza, salute ed ambiente”, sollecita De Giorgio.

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