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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

"Brindisi in Movimento": sulla crisi del porto la politica ha forti responsabilità

Sul tema del futuro del porto di Brindisi oggi ha preso posizione anche l'associazione "Brindisi in movimento" (già promotrice di un incontro pubblico su questo tema con parlamentari del Movimento 5 Stelle). L'analisi che l'associazione fa della serata dell'11 aprile nella sala convegni dell'Autorità portuale è spietata

BRINDISI - Sul tema del futuro del porto di Brindisi oggi ha preso posizione anche l'associazione "Brindisi in movimento" (già promotrice di un incontro pubblico su questo tema con parlamentari del Movimento 5 Stelle). L'analisi che l'associazione fa della serata dell'11 aprile nella sala convegni dell'Autorità portuale è spietata, e chiama in causa, e parecchio, la politica che non può stare un passo fuori dalle responsabilità della situazione attuale, perchè ha i suoi rappresentanti in Comitato portuale. Ecco l'intervento che ci ha inviato "Brindisi in movimento"

"Nella giornata dell'11 aprile, la nostra associazione "Brindisi in Movimento" ha partecipato, a seguito dell'invito pubblico della Presidenza dell'Autorita Portuale, ad un convegno sul porto, aperto a tutta la cittadinanza, dal titolo "Il porto di Brindisi: quale futuro?". La previsione era quella di un'analisi sul "sistema porto", che, come, ormai, è noto a tutti, ha fallito sotto ogni aspetto organizzativo, gestionale, infrastrutturale ed occupazionale, situazione che, paradossalmente, è arrivata dopo l'investimento di milioni di euro da parte dell'Autority.

Veduta aerea della sede dell'Autorità PortualeNon ci si aspettava sicuramente che, invece che ad un convegno, ci si trovasse di fronte alla "sagra dell'ipocrisia" da parte dell'Authority e della politica locale e, quindi, ci siamo resi conto che il fallimento è doppio. Infatti, mentre da una parte l'Authority, a seguito della riforma dei "porti in progress" del Ministero competente, ha cercato di creare un collante con il territorio per salvare sè stessa (della serie "armiamoci e partite") anziché fare un "mea culpa" per la disfatta, dall'altra la politica ha tentato di apparire quasi come vittima del sistema ed ha tentato di dare le soluzioni ai danni da essa stessa provocati, invece di riconoscere quello che è stata e quello che è, e cioè l'attrice principale, se non proprio la regista, di un sistema malato. Tutto ciò è a dir poco surreale.

Il dibattito, all'inizio, sembrava che promettesse qualcosa di buono, tanto da suscitare il pensiero: "forse qualcosa si sta muovendo?", infatti i primi interventi sembravano efficienti, in particolare il più significativo è stato quello del presidente degli agenti marittimi, il quale ha fatto un'analisi dettagliata,  se pur critica, circa la situazione attuale del porto, mettendo in risalto le innumerevoli mancanze strutturali e organizzative addebitabili all'ente, spronando lo stesso a mettere nelle condizioni il porto di ritornare ad essere il volano di sviluppo di questa città cosi come era un  tempo.    

HaralambidisSi e', poi, assistito, increduli, all'attacco verbale fatto dal rappresentate regionale Giovanni Brigante ad un operatore portuale, solamente perché, quest'ultimo, ha fatto notare, allo stesso, che il Comitato Portuale è stato ampiamente informato circa la stato del porto.Crediamo che il consigliere Brigante, così come gli altri membri del comitato,  avrebbero dovuto chiarire al pubblico presente la storia del bilancio consuntivo, approvato dopo tre bocciature; era sbagliato prima o dopo la sua approvazione? E quali modifiche sono state apportate? Questo perché si può discutere su colori o idee, ma non sui numeri, in quanto essi rimangono tali.

E pensare che, in quest'occasione, lo stesso Brigante ebbe da dire che "il pallino doveva passare alla politica"; così come ha affermato il presidente degli agenti marittimi, la politica entra in merito alle nomine delle cariche dell'Authority ed è presente all'interno della commissione, quindi il pallino è sempre stato della politica, intesa come fattore determinante delle decisioni e, quindi, anche del fallimento del nostro porto.

Ad un certo punto, è arrivata la presentazione delle  statistiche, momento a dir poco penoso, visto che si è presentato il traffico obbligato (cioe' carbone, ceneri, eccetera che non posso arrivare in nessun altro porto perche è qui che ci sono gli insediamenti industriali) come merci alla rinfusa e questo la dice lunga; guardando il lato positivo (se cosi si può dire),  tutto cio' ha dimostrato, di fatto che, laddove ve ne fosse bisogno, la nostra è la città del carbone e  che, senza lo stesso, il bilancio dell'Authority sarebbe in perdita, come ha, giustamente, sottolineato il presidente della Camera di Commercio, Alfredo Malcarne. Inoltre, non ci esprimiamo per i numeri della navi da crociera... basta guardare i grafici.

La prua della La banchina ex CarboniferaNoi pensiamo che, così come affermato dal presidente dell'Asi, sicuramente bisogna fare sistema e sfruttare la retro-portualità che abbiamo,  ma in più bisogna sapere cosa si vuole fare di questo porto, avere un progetto univoco di città-porto (e se vogliamo anche costa), il Pug ed il Pot devono parlare la stessa lingua, ci vuole un pianificazione vera e non virtuale, che abbia, come fine ultimo, il rilancio economico ed occupazionale (e non come fatto sino ad oggi, cioè progetti con il fine ultimo i progetti stessi, gli appalti ed i relativi premi, come dimostra l'ultima previsione di bilancio); una progettazione non coerente con il territorio, fatta a macchia di leopardo, non aiuta e la politica deve avere il compito di organizzare e controllare, non certo di gestire, ma, sicuramente, tutto questo è pura utopia.

Vorremmo concludere con la domanda più significativa uscita durante la serata e, neanche a farla apposta, fatta dallo stesso presidente dell'Authority e che racchiude tutto il nocciolo della questione: "Come mai una compagnia come la Superfast continua a preferire il porto di Bari nonostante il porto di Brindisi sia più vicino alla Grecia e che la scelta di Brindisi consentirebbe all'armatore di risparmiare il 30% sul costo del carburante?". Gli è sfuggito che anche il porto di Durazzo è più vicino a Brindisi rispetto al porto di Bari eppure gli armatori lo preferiscono, ma il presidente, oltre alla domanda, avrebbe dovuto darsi la risposta: forse perche Bari ha le banchine?  Ha i servizi a terra? Perche il sistema porto funziona e quello di Brindisi no?".
 

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