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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Il centro di Brindisi rivede i passeggeri. Ma è ancora annichilito dalla crisi

BRINDISI – I turisti anziani scelgono le crociere di bassa stagione perché costano meno e fa meno caldo. Ma i passeggeri della “Seabourn Odyssey” e della “Blackwatch” stamattina a Brindisi hanno trovato certamente una temperatura inattesa dopo il fresco garantito dal vento apparente in navigazione. Il caldo ha spinto verso i bar della città i gruppi che non hanno optato per le escursioni in varie località della Valle d’Itria e del Salento (circa 300 su 1100) il resto ha curiosato in giro, chi a piedi, chi sul trenino e qualcuno persino in taxi.

BRINDISI – I turisti anziani scelgono le crociere di bassa stagione perché costano meno e fa meno caldo. Ma i passeggeri della “Seabourn Odyssey” e della “Blackwatch” stamattina a Brindisi hanno trovato certamente una temperatura inattesa dopo il fresco garantito dal vento apparente in navigazione. Il caldo ha spinto verso i bar della città i gruppi che non hanno optato per le escursioni in varie località della Valle d’Itria e del Salento (circa 300 su 1100) il resto ha curiosato in giro, chi a piedi, chi sul trenino e qualcuno persino in taxi.

Pensionati inglesi e americani, per lo più, arrivati dopo i portoghesi e gli spagnoli della “Zenith” qualche settimana fa. Serviranno a tamponare le falle nelle statistiche dei traffici portuali brindisini, molto meno quelle dei fatturati dei negozi della zona del porto, almeno per questa prima parte della stagione. Del resto, in crociera, cosa vuoi comprare? Un bel souvenir, una maglietta, forse una o due bottiglie di vino o di liquori locali, un paio di sandali.

Brindisi deve ancora trovare questo assetto, e forse lo comincerà a fare (nel senso dell’iniziativa dei singoli commercianti o delle associazioni), quando sarà certo che le navi da crociera arriveranno ogni anno, e che vale la pena adeguarsi. Il Comune invece, per impulso dell’assessore al Turismo, Teo Titi, sta conducendo un esperimento importante nelle ex Scuole Pie, alle spalle del teatro, dove nell’immobile recuperato cominciano a lavorare artigiani e commercianti di prodotti tipici. Bisogna disseminare nell’area del porto operazioni di questo genere.

Sembra annichilita, Brindisi, di fronte ai turisti del mare: non le istituzioni, non l’Autorità portuale e neppure le agenzie marittime, ma il sistema del commercio e della ristorazione. Quella rete che funzionava ai tempi del “boom” turistico della Grecia, dei saccoapelisti che giravano al massimo con qualche traveller cheque di American Express e con i biglietti speciali delle ferrovie europee, dei turisti che si dovevano fare a piedi dalla stazione al porto assediati da nugoli di procacciatori di trattorie, pizzerie, agenzie di viaggio. Brindisi turistica era tutta lì, tra corso Umberto e corso Garibaldi.

Adesso che la città è migliorata, manca invece quell’imprenditorialità arruffona e aggressiva, che ha cominciato a svanire quando l’Adriatica di Navigazione ha lasciato Brindisi, e i passeggeri sono calati da un milione a meno della metà, con i ragazzi con lo zaino sostituiti dagli immigrati albanesi – un tipo di passeggero che qui viene trattato male – e prima ancora dai turchi, spariti pure loro (tanto non compravano nulla) perché sono meglio i voli low cost di tre giorni di macchina e nave da Parigi al Bosforo.

Al posto dei procacciatori non è nato nulla di più evoluto. Il sistema commerciale cittadino dichiara di fatto di non poter più vivere solo degli acquisti dei brindisini. Si deve orientare in parte verso altri obiettivi. Finita l’economia drogata del contrabbando che alimentava indiscutibilmente anche i consumi, finito il vecchio tipo di turismo, cosa resta per reggere alla crisi? Se le politiche turistiche attuali avranno successo, lo si potrà stabilire solo nel giro di alcuni anni. Non molti, ma serve tempo. Gli operatori commerciali decideranno di seguire questo percorso? Forse a fine estate si potrà fare il primo bilancio “e individuare le criticità da risolvere”, dice Titi.

Nel frattempo, però, bisogna imporre le regole della buona accoglienza. Stamani corso Garibaldi era meno chiuso al traffico del solito. Furgoni, andirivieni di taxi e di auto senza alcun dubbio non autorizzate. Con un’arroganza tale da fare spostare più volte persino il piccolo corteo degli sbandieratori diretti verso la “Seabourn”. Questa parte di Brindisi non c’entra né con il turismo, né con la cultura, ma crea solo danni. Quindi, pugno di ferro.

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