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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

"Il futuro? Merci su Tir e Balcani"

Visto dai porti, lo scenario è quello di una crisi destinata a durare ancora a lungo. Una crisi che sta modificando profondamente le scelte commerciali e logistiche, fatti concreti – i traffici marittimi sono il sensore più importante dell’andamento dell’economia globale – sui quali la politica dovrebbe riflettere, e probabilmente lo fa poco, per compiere le scelte più giuste sia di indirizzo generale che per gli assetti locali delle infrastrutture. La Puglia può cavarsela se riesce a fare sistema. Questo vuol dire che nella rete dei porti pugliesi bisogna essere realistici, “non costruire gli argini prima che un ruscello diventi fiume”, ma puntare su scelte condivise, come dovrebbero fare Bari e Brindisi introducendo “una offerta unitaria dei servizi portuali per qualità e tariffe”, lasciando poi libera scelta alle compagnie. Questo ed altro ha detto in una intervista a BrindisiReport.it il presidente dell’Autorità Portuale del Levante, Francesco Mariani.

Visto dai porti, lo scenario è quello di una crisi destinata a durare ancora a lungo. Una crisi che sta modificando profondamente le scelte commerciali e logistiche, fatti concreti – i traffici marittimi sono il sensore più importante dell’andamento dell’economia globale – sui quali la politica dovrebbe riflettere, e probabilmente lo fa poco, per compiere le scelte più giuste sia di indirizzo generale che per gli assetti locali delle infrastrutture. La Puglia può cavarsela se riesce a fare sistema. Questo vuol dire che nella rete dei porti pugliesi bisogna essere realistici, “non costruire gli argini prima che un ruscello diventi fiume”, ma puntare su scelte condivise, come dovrebbero fare Bari e Brindisi introducendo “una offerta  unitaria dei servizi portuali per qualità e tariffe”, lasciando poi libera scelta alle compagnie. Questo ed altro ha detto in una intervista a BrindisiReport.it il presidente dell’Autorità Portuale del Levante, Francesco Mariani.

Presidente Mariani, c’è una ripresa del traffico marittimo in questo contesto di crisi, oppure si continua ancora a pagare in termini di merci e passeggeri?

“Siamo ancora in difficoltà. Guardando ai grandi traffici, la crisi si avverte ancora, al di là del recupero di qualche porto. I noli sono in picchiata e c’è un riassetto delle linee con problemi grandi, il bunker costa tanto, e il peso maggiore di ciò ricade sulle compagnie container. Suez costa tanto. In tendenza, continueremo ad avere difficoltà. Le grandi compagnie fanno accordi per non mandare in giro le navi vuote. Perciò per l’Italia il problema è ancora più grosso perché complessivamente importiamo ed esportiamo poco  Genova cresce perché si va ormai all’origine delle merci. Le faccio invece l’esempio di Taranto, che nel 2011 ha perso il 50 per cento dei container e quest’anno è su una perdita del 60 per cento. I container ora sono 300mila, ma in realtà sono 150mila considerato che i Teu sono stati contati in doppia movimentazione, imbarco e sbarco, e che i due terzi sono vuoti. Quindi…”

Cosa deve fare la Puglia con la sua rete di porti, se la crisi ha queste caratteristiche.

“La Puglia deve fare sistema. Ha una buona infrastrutturazione e tre porti importanti. Bisogna ottimizzare la qualità dei servizi. Bari tiene, cresce in merci e crociere, ha una linea container che va bene: 30mila Teu tutti pieni e in export collegati all’attività di aziende competitive della zona industriale, che Msc movimenta dal nostro porto a Gioia Tauro. Registriamo anche una leggera ripresa nel traffico Tir con la Grecia, evidentemente perché abbiamo già toccato il fondo ed ora rimbalziamo. Le crociere sono in controtendenza, perché evidentemente la politica del ribasso dei prezzi adottata dalle compagnie sta dando i suoi frutti. Ma cresciamo anche come home port (l’attività di terminal, ndr): dall’1 gennaio al 20 agosto abbiamo avuto 90mila transiti dei quali 65mila come home port, segnando un più 25mila passeggeri nel solo settore crociere. Da giugno al 20 agosto i passeggeri transitati complessivamente dal porto di Bari sono stati 700mila, con un più 2,3 per cento. C’è un lieve calo nei collegamenti con il Montenegro, la Grecia tiene, per i Tir siamo al 7 per cento di incremento da gennaio al 20 agosto. Malgrado Grimaldi abbia riempito tutto il porto di Bari con offerte varie, non ci ha tolto nulla (Grimaldi è a Brindisi da quest’anno per i collegamenti con la Grecia, ndr)”.

Ma questo è il risultato degli aiuti privilegiati che Bari avrebbe ricevuto dalla Regione Puglia, come qualcuno sostiene?

“Nessun aiuto dalla Regione. Non abbiamo ricevuto neppure un euro. Anzi ci hanno portato via soldi, quelli che qualcuno aveva destinato alla improbabile realizzazione di una banchina all’esterno della diga foranea. Non siamo un porto Sin come Brindisi. Peraltro nessuno può pensare che i traffici si possano spostare da un porto all’altro per decreto. Bisogna far funzionare l’Autorità portuale, bisogna far funzionare il porto occupandosi della qualità dei servizi, delle risposte quotidiane ai problemi, pensando allo sviluppo: i flussi logistici sono come ruscelli, che poi possono diventare torrenti, quindi fiumi. Ma gli argini li fai quando hai il fiume, non prima. A Bari, Marisabella non sarà dedicata ai container, sarebbe una follia con Taranto a 80 chilometri. Noi abbiamo scelto di guardare all’area balcanica, e soprattutto alla Turchia. I nostri 180mila Tir annui (che portano merci quanto 360mila Teu) ci qualificano come hub per il traffico dei camion. Sono queste le risposte che dobbiamo dare”.

Torniamo al sistema portuale pugliese. Quali sono le cose da fare subito.

“Tra Brindisi e Bari c’è complementarietà. Noi dobbiamo avere una offerta unitaria per i servizi portuali sia nella qualità che nelle tariffe. Poi sarà la nave a decidere dove andare. La qualità dei servizi va livellata verso l’alto. Noi viviamo di quelle tariffe, da lì tiriamo fuori i soldi. Sarebbe tutto più semplice e rapido se la politica superasse certe logiche, se facesse uno sforzo. Bisogna dare assetti ottimali anche ai porti minori, nel caso nostro  Barletta e Monopoli. Otranto e Gallipoli? Certamente. Ci sono vocazioni da valorizzare, decisioni da prendere”.

Il fatto che le decisioni vanno prese oggi e non domani è implicito in tutto il discorso di Francesco Mariani. Noi aggiungiamo che Brindisi ha perso troppo tempo dietro l’idea di opere faraoniche fuori da ogni contesto reale della tendenza dei traffici marittimi, ha progettato una stazione marittima nel posto sbagliato (i lavori sono ancora nella fase embrionale) e nel frattempo non ne ha altre, ha litigato con gli armatori, ha perso traffici, il progetto dei nuovi accosti di S.Apollinare è ancora fermo, con le modifiche apportare, al Consiglio superiore dei Lavori Pubblici dopo svariati anni dalla sua approvazione, ha assegnato una banchina in concessione ad un cartello di compagnie da crociera in un’area del porto riservata a industria e merci, prima ancora di aver attrezzato la banchina stessa e senza alcuna precisione concreta di traffici, non ha ancora liberato il porto dalle servitù militari in punti strategici destinando un ingente finanziamento al raddoppio della base della Forza da Sbarco.

E il 28 agosto il Consiglio di Stato, nell’eventualità della conferma della sentenza del Tar di Lecce, riaprirebbe la selezione per un nuovo presidente dell’Autorità portuale. Cosa abbia fatto e avallato sin qui la politica locale per il porto è sotto gli occhi di tutti. Cosa farà nei prossimi mesi è imponderabile. Certo, se tutto si dovesse ridurre a scaricare sulla Regione Puglia le risibili fortune delle banchine brindisine, il futuro per noi è già una strada sbarrata. Ma a fine agosto si saprà se Brindisi andrà incontro ad un lungo periodo di commissariamento: con un uomo di esperienza come Ferdinando Lolli si potrebbero avviare nuovi percorsi.

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