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Ecco il gasdotto che piace alla Regione Puglia: approdo a Lendinuso

Il punto di approdo del nuovo gasdotto Albania-Puglia è Lendinuso, territorio del Comune di Torchiarolo, la società è italiana, e il progetto è allo fase di Sia, Studio di impatto ambientale, cioè quello di parte dell’azienda

BRINDISI – Il punto di approdo del nuovo gasdotto Albania-Puglia è Lendinuso, territorio del Comune di Torchiarolo, la società è italiana, e il progetto è allo fase di Sia, Studio di impatto ambientale, cioè quello di parte dell’azienda. Ci sarà poi la trafila presso il Ministero dell'Ambiente. Ma la Regione Puglia e il Gruppo Falcione ritengono di doverlo presentare prima a Roma piuttosto che nel territorio che potrebbe essere interessato dal punto di sbarco di questa nuova condotta sottomarina. “Tanta è la considerazione di Michele Emiliano per il territorio brindisino, e tanta è anche la consistenza della rappresentanza elettiva nazionale e regionale di questa provincia”, dicono dai movimenti ambientalisti locali.

Un trattamento ben diverso, in effetti, da quello riservato alla provincia di Lecce per la vicenda Tap. Ma Emiliano aveva avuto modo di dire che Tap doveva essere spostato a Brindisi, dove ci sono aree “già compromesse”, quindi cos'altro attendersi. E non è neppure chiaro, a questo punto, se la Regione Puglia sia d’accordo o meno sulla strategia che vuole il suo territorio trasformato in piattaforma di sbarco di questi ed altri gasdotti. Ma intanto domani, giovedì 6  giugno, la sede della Regione Puglia in via Barberini 36 a Roma farà da proprio piattaforma di lancio per il progetto Eagle Lng. Interverranno Michele Emiliano, presidente Regione Puglia; Edmondo Falcione, presidente Gruppo Falcione Eagle Lng; Fabio Greco, managing director Eagle Lng.

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Progetto che consiste in una nave-rigassificatore di 170-215 metri ormeggiata davanti alla costa albanese, della potenzialità di 8 milioni di metri cubi di metano l’anno, incrementabili a 10; di una condotta sottomarina di 110 chilometri dal rigassificatore galleggiante alla costa di Lendinuso, con punto massimo di profondità di 815 metri; di 18 chilometri sulla terraferma dal punto di approdo all’interconnessione con la rete Snam in territorio di Brindisi. La condotta avrà un diametro di 28-32 pollici nel tratto sottomarino, e di 36-42 pollici in quello emerso.

La Regione Puglia lancia così la notizia: “Il presidente Michele Emiliano parteciperà domani, giovedì 6 luglio, a Roma, alla conferenza stampa di Eagle Lng Terminal & Pipeline, per la presentazione del progetto di interconnector italo-albanese finalizzato alla realizzazione di un terminale di importazione e rigassificazione di Gnl (Gas Naturale Liquido) costituito da nave Fsru ancorata in Albania e pipeline sottomarina per il trasporto del gas, in direzione italiana, e approdo in Puglia, a sud di Brindisi”.

La spiaggia di Lendinuso

“Il progetto Eagle LNng, dall'anno 2013, è compreso negli annuali decreti direttoriali del Ministero dello Sviluppo Economico con cui è aggiornata la Rete nazionale dei gasdotti. L'Unione europea ha riconosciuto Eagle Lng quale progetto Peci (Project of Energy Community Interest), qualifica assegnata esclusivamente a dieci infrastrutture, per l'approvvigionamento di gas, ritenute strategiche per gli interessi energetici continentali”, precisa la nota.

Poi il comunicato diventa rassicurante: “Eagle Lng si fonda su un progetto a basso impatto ambientale, tanto in Albania (nave di rigassificazione ancorata a cinque chilometri da una costa pressoché disabitata e di scarsa rilevanza ambientale), quanto in Italia. L’approdo in Puglia, a sud di Brindisi, è stato individuato a seguito di Sia (Studio di Impatto Ambientale). Il percorso a mare della pipeline non attraversa posidonieti. L'area che potrebbe interessare l'approdo del gasdotto non ricade in aree protette, ha un basso sviluppo urbano ed è prossima alle reti stradali e al punto di connessione con la rete di trasporto di Snam Rete Gas”.

L'esemplare di Caretta caretta trovato morto sulla spiaggia di Lendinuso

Par di capire, dal tono del comunicato, che presso la giunta Emiliano riscuota maggiore credibilità, nella rassicurazione circa l’entità degli impatti ambientali, il Gruppo Falcione piuttosto che il consorzio Trans Adriatic Pipeline, opera avversata dal governatore e dal Pd salentino in toto, oltre che dalle altre forze politiche leccesi e dai movimenti ambientalisti locali.  Forse perché uno tocca San Foca e l’altro le “già compromesse” terre a sud di Brindisi? Chissà quando Emiliano ne verrà a parlare da queste parti.

Brindisi, come Taranto, anche alla luce dei dati dei report epidemiologici, ha necessità di ragionare sul processo di decarbonizzazione che Emiliano cita spesso, sul collegamento con gli accordi di Parigi, con i risvolti ambientali ed occupazionali, e sulla effettiva possibilità di sostituire una fonte se fossile come il carbone con il gas (altra fonte fossile), o se invece la strada possa e debba essere un'altra. La questione dei gasdotti va inserita in questo contesto e non si possono lasciare i temi degli assetti energetici, occupazionali e ambientali del futuro a pressioni localistiche.

La notizia del progetto Eagle Lng risale a molti mesi addietro. Quindi la Regione Puglia ne dovrebbe essere a conoscenza da altrettanto tempo, forse anche quando il presidente Michele Emiliano parlava di spostare tra Lendinuso e Casalabate il punto di approdo del gasdotto Tap: due terminal di gasdotti in un paio di chilometri? Senza contare che il progetto del Gruppo Falcione che tocca Lendinuso ha fatto gridare allo scandalo non pochi politici leccesi: per Tap quel sito era impraticabili visti i vincoli ambientali, e per Eagle Lng no?

Si può essere abituati alle industrie quanto si vuole, si può essere laici e realisti rispetto agli impatti di un gasdotto (e i brindisini lo sono stati quando Tap alcuni anni fa presentò le sue ipotesi riguardanti questo territorio), si può persino, come accade, impegnare la migliore delle banchine commerciali del porto per fare da deposito alle tubazioni di Tap perdendo ben altre opportunità , ma essere considerati da una parte interlocutori irrilevanti, e dall’altra “piano B” per liberare la politica leccese dal problema Tap, è forse un po’ troppo anche per Brindisi.

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