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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Il ministro, appoggiato dal governo, dà il via libera al gasdotto a San Foca

Il ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Gian Luca Galletti, ha firmato il decreto di compatibilità ambientale del progetto presentato dalla Trans Adriatic Pipeline Ag (Tap), per l'approdo del gasdotto in un sito tra San Foca e Torre Specchia Ruggeri

ROMA - Il ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Gian Luca Galletti, ha firmato il decreto di compatibilità ambientale del progetto presentato dalla Trans Adriatic Pipeline Ag (Tap), per l’approdo del gasdotto in un sito tra San Foca e Torre Specchia Ruggeri, in territorio del Comune di Melendugno. Ben 29 pagine sulle 38 del decreto sono dedicate alle prescrizioni cui è vincolato il parere della Commissione tecnica di verifica, e alle quali Tap dovrà scrupolosamente attenersi nella realizzazione della parte dell’opera che interessa il territorio italiano. Alla valutazione di impatto ambientale transfrontaliero ha partecipato anche il governo albanese.

Il gasdotto approderà dunque in provincia di Lecce, come richiesto da Tap dopo che, negli anni scorsi, erano state valutate ed escluse ben quattro opzioni riguardanti siti a sud e a nord della città di Brindisi, uno dei quali nei pressi dell’attuale area Micorosa. Recentemente, tre consiglieri comunali brindisini del gruppo di Alleanza per l’Italia aveva proposto che Tap riprendesse in considerazione tale possibilità. Ma l’opera, che porterà in Europa il gas dei giacimenti azeri del Mar Caspio, attraverso un gasdotto che attraversa la Turchia, ed al quale Tap si collegherà nella località greca di confine di Komotini, per poi attraversare la penisola ellenica e l’Albania, e quindi il canale d’Otranto sino alla costa di San Foca, è considerata dall’Unione Europea e dal governo italiano un’opera strategica. Quindi nessun rinvio.

La crisi libica e quella ucraina prefigurano rischi molto alti nelle forniture di metano russo e nordafricano, quindi il gas del Caspio, non vincolato alle politiche di Mosca, rappresenta una soluzione determinante, e il progetto Tap è quello maggiormente avanzato tra quelli in cantiere (ce n’è anche uno cui partecipa Edison e prevede l’approdo presso Otranto), dopo aver ottenuto i pareri favorevoli di tutti i Paesi che attraverserà. Il tratto sottomarino di competenza italiana sarà lungo 44,9 chilometri (meno della metà rispetto all’opzione Brindisi), mentre nella fase terminale è previsto un micro-tunnel sottomarino di 1485 metri per l’approdo sulla costa, seguito poi da una condotta onshore interrata di 8,1 chilometri. Tra le opere da realizzare nell’area del sito di approdo, una valvola di intercettazione ed un terminale di ricezione.

San Foca, scoglieraLa condotta avrà un diametro di 36 pollici ed una pressione di esercizio di 145 bar. La portata annua prevista è di 10 miliardi di metri cubi di metano, incrementabile a 20 miliardi di metri cubi. Va detto che la distribuzione in Europa è vincolata alla realizzazione del raddoppio del metanodotto Snam che da Brindisi porta sino a Minerbio in Emilia-Romagna, uno dei principali snodi della rete gas europea.

La giunta regionale pugliese aveva espresso tre pareri negativi all’approdo del metanodotto Tap a San Foca, ma la Commissione tecnica di verifica le ha giudicate superate nelle motivazioni dai chiarimenti forniti dal consorzio internazionale che realizzerà l’opera. E’ stato invece il Consiglio dei Ministri, nella sua seduta del 10 settembre, a risolvere la divergenza di pareri tra il Ministero dell’Ambiente e quello dei Beni culturali e del Turismo, che si era pronunciato negativamente sullo sbarco nel Salento del gasdotto. Il governo ha infatti fatto proprio il parere del Ministero dell’Ambiente, chiudendo la partita. Anche in questo passaggio va precisato che il parere della Soprintendenza archeologica della Puglia, acquisito nel parere del Ministero dei Beni culturali, è invece positivo sia pure con varie prescrizioni. Il gasdotto è lontano alcuni chilometri da tutti i Sic della zona.

Ultima nota, mentre piovono le reazioni negative di quasi tutta la politica salentina (che ha esercitato un forte pressing per deviare altrove il punto di sbarco del gasdotto): tra le prescrizioni imposte a Tap, quella dell’acquisizione del Nof, il Nulla osta di fattibilità, richiesto per valutare, individuare o escludere fattori di riscio industriale nella zona di approdo, anche se la legislazione non è chiara circa la configurazione di stabilimento o meno di un terminal metanifero dove non avviene alcun tipo di stoccaggio. Il Nof, i brindisini lo ricordano bene, è stato uno dei capisaldi attorno ai quali si è combattuta la battaglia contro il rigassificatore British Gas di Capo Bianco.

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