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Il "Sole": aerospazio a gonfie vele

Se c’è un settore industriale in Puglia che resiste alla crisi è quello aerospaziale. Lo dimostrano i dati del distretto che ha sede alla cittadella della ricerca di Mesagne e, numeri a parte, anche qualche interessante storia personale, come quella dell’ex dipendente brindisino della Salver che è stato in grado di mettere su una azienda, la Rav, che ora produce parti di aereo per Alenia Aermacchi, Agusta Westland e Sukoy.

Se c’è un settore industriale in Puglia che resiste alla crisi è quello aerospaziale. Lo dimostrano i dati del distretto che ha sede alla cittadella della ricerca di Mesagne e, numeri a parte, anche qualche interessante storia personale, come quella dell’ex dipendente brindisino della Salver che è stato in grado di mettere su una azienda, la Rav, che ora produce parti di aereo per Alenia Aermacchi, Agusta Westland e Sukoy.

Uno spaccato realistico del dinamismo delle imprese dell’aerospazio lo si trova in un articolo pubblicato oggi sul Sole 24 Ore: sono 1.500 i giovani assunti negli ultimi cinque anni, 25 milioni gli incentivi ottenuti accedendo ai finanziamenti europei e della Regione. Settanta gli associati al distretto presieduto da Giuseppe Acierno, anche presidente del Metadistretto aerospaziale nazionale.

E poi, per proseguire con le cifre: un fatturato totale che si aggira attorno al miliardo e una crescita delle esportazioni importante nel 2011 e nel 2012. Leader è Alenia Aermacchi, che in Puglia ha due stabilimenti: uno a Monteiasi – Grottaglie, che sta per essere ampliato con un investimento di altri 509 milioni di euro per il 2014, e l’altro a Foggia.

In totale, secondo quanto si legge sul Sole 24 Ore, Alenia dall’inizio del programma fino al prossimo anno avrà investito in Puglia circa 1,3 miliardi di euro. La politica di sviluppo del settore, secondo Acierno, è stata attuata soprattutto grazie ai finanziamenti pubblici, per cui oggi sono presenti nel territorio alcune tra le attività più innovative. “Il distretto – ha detto – ha investito molto su formazione, innovazione e ricerca”, dall’investimento sulle tecnologie fino alla specializzazione dei giovani ingegneri, ricercatori e tecnici.

Grande valore al capitale umano. Perché, al di là del resto, è così che si cresce. Lo dimostra la vicenda di un brindisino, Luigi Renna, dipendente Salver fino al 1995, oggi imprenditore che gestisce 50 dipendenti e un fatturato che supera i 2 milioni di euro. La prima commessa gli fu data proprio dalla Salver, si trattava di anime in gesso, calchi per costruire condutture di un impianto di aria condizionata da montare su un Atr. Poi, gradualmente, l’affermazione. Nel 2007 Renna ha acquistato il primo capannone, a marzo il secondo. E quindi l’adesione al Distretto aerospaziale pugliese, oggi un’isola felice nel mare in tempesta.

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