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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

L'Arneo pignora pure la Provincia: "Basta con questi consorzi"

Domenico Tanzarella e Michele Mazzarano accusano le trasversalità politiche che impediscono il passaggio delle competenze all'AqP

BRINDISI - Sulla vicenda dell'ennesimo rinvio di decisioni definitive sui consorzi di bonifica in sede regionale, e dopo la notifica all'amministrazione provinciale di un pignoramento di 32mila euro per gli immobili di Cittadella della Ricerca, non si sa bene per quale servizio reso dal Consorzio dell'Arneo, il vicepresidente della Provincia, Domenico Tanzarella, chiede alla Regione di affrettare ilo passaggio delle competenze all'Acquedotto Pugliese per porre fine alla spirale di tributi che si abbatte sui cittadini a causa della crisi perenne di questi enti. Sulla vicenda è intervenuto oggi anche il capogruppo al consiglio regionale del Pd, Michele Mazzarano.

La protesta e l'appello di Tanzarella

Leggo sulla stampa provinciale e regionale articoli che riguardano ancora una volta il problema dei consorzi, attualmente unificati nel Consorzio Sud Puglia, e  che creano enormi problemi nei rapporti tra cittadini, utenti, agricoltori  con l’istituzione stessa del Consorzio e la Regione. Condivido la posizione dei consiglieri regionali Colonna e Amati, in riferimento all’utilità del passaggio delle funzioni irrigue all’AqP, e sono fermamente convinto che ancora una volta non si vogliono assumere finalmente decisioni chiare e precise per porre fine a questo rapporto opaco e confuso che da anni caratterizza i vari consorzi.

Con tutti gli utenti e le pubbliche amministrazioni che si lamentano e  che a fronte di servizi scarsi o inesistenti sono chiamati a pagare e a contribuire per ripianare i debiti del medesimo consorzio. A questo si aggiunge che i cittadini da un lato pagano direttamente con il tributo e dall’altro pagano indirettamente perché  i soldi che si prendono dalla Regione per anticipare i debiti dei consorzi stessi sono sempre soldi pubblici.

In passato ho fatto parte di una commissione che doveva esprimere pareri sul bilancio consultivo e preventivo del Consorzio. Dopo due sole riunioni e dopo aver ringraziato il governatore Vendola per quest’altro incarico naturalmente gratuito, avevo già constatato, 7-8 anni fa, che il Consorzio Arneo aveva debiti per 60 milioni e una dotazione organica di 60 dipendenti. E lessi nelle carte che si doveva procedere a nuove assunzioni, senza un dettagliato piano di rientro  e di razionalizzazione delle spese.

Vedo che questa storia continua e vedo che c’è un pericoloso  trasversalismo nel mantenimento di questa situazione impraticabile, al punto che non si vuole porre fine alla sfiducia e di disagio delle popolazioni regionali. Vedo, invece, che si continua con provvedimenti che invece dilatano nel tempo decisioni che sono urgenti. Anche la Provincia di Brindisi, per un rapporto che riguarda la gestione delle aree della Cittadella della Ricerca, ha subito  un atto di pignoramento per 32 mila euro senza essere in grado di conoscere quali siano le attività che lo stesso Consorzio avrebbe effettuato per conto della Provincia.   

Faccio pertanto un appello al Governatore della Regione Puglia perché assuma una posizione netta e chiara facendo uscire dalle secche queste proposte di legge che non vengono attuate perché bocciate in commissione. Altrimenti saremmo costretti a rivolgerci all’avvocato difensore degli Italiani, cioè al presidente del Consiglio dei Ministri, perché probabilmente non è ascoltato al  meglio dai suoi rappresentanti a livello regionale che vedo votare insieme alle opposizioni o alla parte trasversale della maggioranza per partorire non scelte e non decisioni ma solo il procrastinare di situazioni assolutamente illegittime”.

Mazzarano chiede che la Regione vada avanti con la riforma

Sui Consorzi di bonifica tornare indietro sarebbe un grave errore e un danno enorme per i cittadini pugliesi e il bilancio regionale
La Puglia attendeva da almeno quindici anni una radicale riforma dei consorzi di bonifica e noi l'abbiamo fatta. Proprio grazie alla forza riformista del Partito Democratico, tutto il centrosinistra, meno di due anni fa, si è assunto questo onere, considerando non più sostenibile un andazzo che ha drenato decine di milioni di risorse pubbliche, tenendo in vita artificialmente carrozzoni incapaci di dare servizi agli agricoltori.

Saranno loro i primi ad essere danneggiati da una eventuale retromarcia, come dimostra il fatto che anche in queste ore si vedono arrivare cartelle di pagamento del tributo 630 senza percepire neanche l’ombra di un intervento di bonifica da parte del consorzio. Quella approvata nel 2017 è una riforma necessaria che ha bisogno dei suoi tempi di realizzazione per invertire la tendenza; pertanto né gli attuali bilanci né i continui sprechi possono giustificare una controriforma che confermerebbe tutto ciò che ha prodotto un sistema che drena mediamente 15 milioni l’anno dal bilancio regionale per lo più per pagare i lauti stipendi degli impiegati mentre non si riesce a garantire le 151 giornate lavorative annue agli operai per indisponibilità di risorse. 

A questo si aggiunge il tema della risorsa idrica che rappresenta la metà del debito annuo e che solo una nuova impostazione aziendale fondata su principi industriali e programmatori può provare a fronteggiare. 

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