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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Tap a Micorosa: la Cisl pronta a discutere, il M5S dichiara guerra

La Cisl pronta a discutere e a sostenere anche l'ipotesi di uno sbarco a Brindisi del gasdotto Tap, se ciò si rivelasse compatibile dal punto di vista ambientale. Nettamente contrario il M5S, che attacca anche lo scarso vantaggio occupazionale dell'opera

BRINDISI - "Finalmente tre consiglieri dell’ amministrazione comunale di Brindisi hanno avuto il coraggio di esporsi assumendosi la responsabilità di esprimere liberamente le loro opinioni, non tanto per la proposta di ospitare l’impianto della Trans-Adriatic Pipeline, che sicuramente sarà ancora una volta  oggetto di polemica  e di strumentalizzazione, ma quanto per aver saputo descrivere le forti criticità che il nostro territorio sta vivendo sotto  l’aspetto occupazionale,  del degrado sociale e quante sono state le occasioni perdute che avrebbero potuto invece rilanciare l’economia del nostro territorio". Lo dice il segretario territoriale della Cisl Taranto-Brindisi, Piero De Giorgio.

"Infatti non è da scartare l’idea, più volte proposta da Cgil-Cisl-Uil - ricorda De Giorgio -, di attivare un tavolo di garanzia o interistituzionale per la sottoscrizione di un Contratto di Sviluppo territoriale che miri a trasformare la fisionomia del nostro centro abitato a partire dalla tutela e rivalutazione del paesaggio costiero, del centro storico, del porto, dei quartieri e del rilancio industriale ed economico anche favorendo sostegni ad ulteriori investimenti e/o riconversioni ed incoraggiando nuove iniziative".

"Per cui anche l’ investimento del gasdotto proposto nella missiva potrebbe rappresentare una prima occasione di sviluppo qualora fosse ratificata l’autorizzazione e attestata la sostenibilità ambientale della struttura - sottolinea il segretario Cisl -, ma significherebbe soprattutto una ritrovata unità di tutti i soggetti istituzionali e politici per contrastare coloro che sino ad oggi hanno demonizzato tutto quello che è industria e frenato la crescita economica della nostra provincia scoraggiando persino molte imprese che avevano espresso l’ intenzione di venire ad investire nel nostro Comune. Quando invece le grosse industrie devono diventare promotori di sviluppo dell’indotto per la trasformazione dei prodotti".

Per De Giorgio, "oramai è giunto il momento dove ognuno deve assumersi con fermezza, così come hanno fatto i tre consiglieri comunali, le proprie responsabilità e decidere in fretta quale deve essere il futuro progresso di questa comunità se si vuole veramente rallentare il declino sociale, la desertificazione industriale e l’abbandono dei giovani dalla loro terra di origine".

Nettamente contrario il Movimento 5 Stelle di Brindisi, che dopo una lunga premessa sull'impatto negativo che avrebbe l'opera sia a San Foca che a Brindisi, contesta  la convenienza in termini di lavoro e sviluppo per il territorio:  "Ci   troviamo costretti a dover sconfessare categoricamente l’ennesima proposta di ricatto occupazionale tentata dai nostri tre consiglieri: dire infatti che 'Il gasdotto diventa così un’opportunità di sviluppo e di nuova occupazione' equivale a mentire apertamente ai propri cittadini. Dal punto di vista occupazionale sono solo 50 i posti di lavoro previsti, ma che difficilmente vedranno l’impiego di personale italiano".

Secondo il M5S brindisino , "durante il cantiere, infatti, tra il 2016 e il 2019, ci saranno circa cinquanta persone impiegate a tempo determinato, che saranno successivamente ridotte a una decina nella fase di esercizio. Per stessa ammissione della società, non si potranno assumere preferenzialmente lavoratori locali o italiani rispetto ad altri candidati maggiormente qualificati ed anzi, nel documento Esia (riguardante il processo di Valutazione di Impatto Sociale e Ambientale), si parla chiaramente di 'aspettative disattese in termini di occupazione di forza lavoro locale'. Certamente l’indotto porterà qualche posto in più, ma ben poca cosa rispetto a quello che una vocazione e uno sviluppo turistico/culturale del proprio territorio può
produrre".

"Basta ricordare, ad esempio, che nell’estate 2013, San Foca (attuale luogo deputato ad ospitare il Tap) è stata in grado di attrarre circa 400 mila presenze turistiche accertate. Vogliamo credere in una svista estiva - conclude la nota del M5S -  e confidiamo in un ripensamento e una rettifica da parte dei nostri tre consiglieri comunali. Il Trans Adriatic Pipeline è solo l’ultimo, in ordine di tempo, di innumerevoli speculazioni politico-energetiche attuate dai governi a danno del Paese e dei cittadini. Il Tap non deve essere fatto nè a San Foca nè tanto meno a Brindisi".

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