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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

La Cgil denuncia il caso Italplastica

BRINDISI – Ai ferri corti il sindacato Filctem Cgil e la società Italplastica, con stabilimenti a Brindisi e a Cassano Murge. Un contenzioso che si trascina da mesi, legato prima all’avvio di una procedura che ha tolto di scena la precedente azienda, la Gianoplastica, da cui i lavoratori sono usciti con la perdita di uno stipendio e vari diritti acquisiti (le mensilità erano quattro, tre le hanno coperte i meccanismi previdenziali), e successivamente, dopo un fitto d’azienda, alla vertenza con la subentrante Italplastica che a novembre 2011 ha cominciato a non pagare più gli stipendi.

BRINDISI – Ai ferri corti il sindacato Filctem Cgil e la società Italplastica, con stabilimenti a Brindisi e a Cassano Murge. Un contenzioso che si trascina da mesi, legato prima all’avvio di una procedura che ha tolto di scena la precedente azienda, la Gianoplastica, da cui i lavoratori sono usciti con la perdita di uno stipendio e vari diritti acquisiti (le mensilità erano quattro, tre le hanno coperte i meccanismi previdenziali), e successivamente, dopo un fitto d’azienda, alla vertenza con la subentrante Italplastica che a novembre 2011 ha cominciato a non pagare più gli stipendi.

Con 13 o 14 dipendenti  il pressing dell’azienda ha avuto successo: sono rimasti al lavoro sembra dietro pagamento delle mensilità di novembre e dicembre, mentre sette altri lavoratori che non hanno accettato questa condizione hanno messo mano ai decreti ingiuntivi, rifiutandosi di rientrare. A quanto risulta alla Filctem Cgil, l’azienda sta facendo ricorso a mano d’opera prelevata presso agenzie interinali, dopo aver chiesto vanamente una prima volta la cassa integrazione causa problemi non tecnici ma di contenzioso con le forniture di energia Enel, ed aver riproposto (si è ancora in attesa dell’esito) la stessa richiesta con la medesima motivazione.

Di fronte a ciò, il sindacato di categoria della Cgil aveva segnalato la situazione all’Ispettorato del Lavoro, ma senza ottenere sino ad oggi alcuna verifica a carico di Italplastica. Da qui la decisione di emettere un comunicato stasera in cui si parla di diritti dei lavoratori calpestati e di “situazione devastante”. “L’azienda continua, in modo spregiudicato, a richiamare in servizio i lavoratori senza però chiudere i debiti pregressi, e l’utilizzo del ricatto occupazionale sta anche creando ulteriori tensioni tra chi accetta di rientrare e chi no. Purtroppo, a tutt’oggi, non si è avuto nessun riscontro positivo né nelle sedi istituzionali né circa le denunce presentate all’ Ispettorato del Lavoro”, dice infatti la Filctem nel comunicato.

“Come Filctem Cgil chiediamo un ripristino urgente dei diritti civili e sociali in questa vertenza e sollecitiamo gli organi competenti ad adottare ogni misura di garanzia per tutelare il lavoro in questo territorio, ciò al fine di scongiurare qualsiasi atto estremo legato alla disperazione di chi si vede completamente sconvolta la propria vita e quella dei propri familiari”, sottolinea il sindacato, dopo aver esperito tutti i possibili percorsi per una soluzione positiva della vertenza con la manager di Italplastica, Tessa Roppo, “purtroppo ai lavoratori è rimasta solo la via legale per far valere i propri diritti”. Italplastica produce stoviglie monouso in polietilene di buona qualità.

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