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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

La Corte dei Conti: "Autostrade del mare, l'Authority ha speso solo il 10% delle risorse"

BRINDISI – La relazione stilata dalla Corte dei Conti non lascia spazio a dubbi: secondo la sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato, per quanto riguarda i progetti relativi alle “autostrade del mare”, la città di Brindisi ha il 90% delle risorse ferme allo stato progettuale.

BRINDISI – La relazione stilata dalla Corte dei Conti non lascia spazio a dubbi: secondo la sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato, per quanto riguarda i progetti relativi alle “autostrade del mare”, la città di Brindisi ha il 90% delle risorse ferme allo stato progettuale.

Come riportato nella delibera 14/2009, dei 50 milioni di euro da destinare alla fase progettuale, per quanto riguarda gli interventi ultimati sono stati spesi appena poco più di cinque milioni e mezzo.

Nella relazione stilata dalla Corte dei Conti, un capitolo a parte è appunto dedicato all'Autorità Portuale di Brindisi. “Nel Piano operativo triennale 2007-2009 – è scritto non viene fatto esplicito riferimento alle autostrade del mare, nonostante dalle notizie fornite dalla locale Autorità del porto risultino 11 interventi (10 secondo i dati del Ministero) finanziati con mutui previsti dalle leggi n.488/1999 e n.388/2000 e 10 interventi finanziati con la legge n.166/2002. Nello stesso Piano si prevedono forti contenimenti avendo preso le leggi finanziarie 2005 e 2006 a riferimento la spesa sostenuta nel 2003, anno in cui si sono avuti sensibili ritardi nella realizzazione delle opere pubbliche, anche se già appaltate, inerenti il porto. Inoltre, il porto è penalizzato dalla mancanza di collegamenti ferroviari diretti con l'area del nord Europa e dai ritardi accumulati per la realizzazione del doppio binario ferroviario sul versante adriatico del sud pugliese oltre che, per quanto riguarda i containers, dalla concorrenza del vicino porto di Taranto”.

Si passa anche ai numeri: “Negli ultimi sei anni il numero dei passeggeri è sceso da circa 900mila nel 2000 a meno di 500mila nel 2006, in corrispondenza con lo sviluppo del porto di Bari nel traffico con la prospiciente sponda adriatica. In aumento, invece, il traffico merci, passato da 8.770.011 a 10.502.190 tonnellate. Nel traffico Ro-Ro, tipico delle autostrade del mare, la riduzione del numero delle navi nel biennio 2005-2006, è stata del 16% (da 87 a 73)”.

Per quanto riguarda gli interventi, alla Corte dei Conti risultano dieci, mentre l'Autorità Portuale ne ha comunicati 11, “e dalle schede compilate dall'Authority ne risultano ultimati 6 (affidati uno a trattativa privata, uno a cottimo fiduciario, quattro con appalto pubblico), ma hanno riguardato poco più di cinque milioni di euro rispetto ai circa 42 milioni disponibili. Alcuni difficilmente possono essere ritenuti totalmente attinenti al progetto autostrade del mare (caserma dei vigili del fuoco e impianti idrici e fognanti)”.

Non solo: secondo il programma di infrastrutture strategiche del Ministero dei Trasporti, il porto di Brindisi è considerato hub fondamentale per l'Italia e per l'Europa (tra i nove porti nazionali, tra i 40 del continente). Ma perchè sia snodo a tutti gli effetti, occorrono soldi per le infrastrutture. Ma sulle tabelle ministeriali, alla voce “fondi disponibili” il numero è zero. E resta l'amara riflessione per un'Autorità Portuale che da un lato non beneficia di fondi, dall'altro non utilizza le risorse quando ci sono.

Nella tabella 1 dell'aggiornamento del Programma Infrastrutture Strategiche luglio 2010 "sono inseriti tutti gli interventi derivati dalle Delibere 121 del 2001 e 130 del 2006 e viene effettuata una capillare analisi sullo stato di avanzamento degli interventi. La dimensione globale risulta pari a 231,4 miliardi di € con una copertura distribuita su tutte le opere di cui si compone il Programma Infrastrutture Strategiche di 89,2 miliardi di € ed un fabbisogno residuo di 142,7 miliardi di €. È utile ricordare che delle risorse disponibili la quota privata è pari a 36 miliardi di euro".

Nella Piattaforma Logistica Adriatica Sud composta dal nodo di Pescara, dal nodo ferroviario e portuale di Bari e dagli hub di Brindisi e di Taranto,  per Taranto è in linea con le previsioni con 189 milioni di euro stanziati dall'Autorità portiale, il progetto è esecutivo e l'istruttoria è in corso.La previsione per Brindisi porto hub è di 88,98 milioni di euro, ente finanziatore la Regione Puglia, la quale però non ha ricevuto tutti i fondi necessari. Brindisi perciò è ferma al palo sia per quanto riguarda le linee di sviluppo previste dalla Ue, sia per quelle auspicate dalle previsioni nazionali.

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