rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

La crisi dei Tir è la crisi del porto, ma nessuna contromisura

BRINDISI – Circa il 40 per cento in meno a fine 2009 rispetto al 2008, un’altra perdita secca nel primo trimestre 2010 del 20 per cento. Il traffico Tir nel porto di Brindisi affonda lentamente, dopo le impennate degli ultimi tre anni. E gli armatori greci –già in sofferenza a causa della crisi nella Repubblica ellenica- stanno anche subendo il calo del fatturato sulla linea. Sono i camion, e le merci che trasportano, l’anima del traffico. Ma nessuno, a Brindisi, alle prime avvisaglie alla fine del 2008 e tanto meno nel corso del 2009, ha pensato a progettare un piano per l’emergenza riunendo attorno a un tavolo amministratori ed operatori portuali.

BRINDISI – Circa il 40 per cento in meno a fine 2009 rispetto al 2008, un’altra perdita secca nel primo trimestre 2010 del 20 per cento. Il traffico Tir nel porto di Brindisi affonda lentamente, dopo le impennate degli ultimi tre anni. E gli armatori greci –già in sofferenza a causa della crisi nella Repubblica ellenica- stanno anche subendo il calo del fatturato sulla linea. Sono i camion, e le merci che trasportano, l’anima del traffico. Ma nessuno, a Brindisi, alle prime avvisaglie alla fine del 2008 e tanto meno nel corso del 2009, ha pensato a progettare un piano per l’emergenza riunendo attorno a un tavolo amministratori ed operatori portuali.

Solo a Brindisi, però, vige l’assunto che i problemi commerciali sono a carico dei vettori, dei proprietari delle navi e degli agenti marittimi, e che quelli “condominiali” invece competono all’Autorità portuale. E dov’è l’azione di promozione ed indirizzo non solo del lungo termine, ma della congiuntura? Bisognava investire progettualmente durante la crisi, e non è stato fatto. Oggi tra Brindisi e i porti Greci di Corfù, Igoumenitsa e Patrasso ci sono solo due navi della Endeavour (una terza è in cantiere per la rotazione delle manutenzioni), mentre Agoudimos provvisoriamente continua a garantire solo il collegamento con Valona, e di altri armatori per ora si parla solo.

Bari ha sottratto quote di traffico Tir a Brindisi, ha detto ieri il presidente dell’Authority, Giuseppe Giurgola, a “BrindisiReport”, e questo spiega parte della flessione. “Bari ha in linea con la Grecia, attualmente, quattro navi, due delle quali con una grande capacità di carico camion –spiega il presidente degli agenti marittimi brindisini, Massimo Sciscio-. Inoltre ha potuto spalmare la contrazione del traffico legata alla crisi mondiale che colpisce la circolazione delle merci su più collegamenti, gestendo anche quelli con Durazzo, Montenegro e Croazia oltre che con Valona. E infine offre molti più servizi”.

Quindi in tempo di crisi bisogna continuare a investire e a scommettere sull’offerta dei servizi, anche in presenza di flessioni del traffico? “Le compagnie, nella congiuntura, a maggior ragione tendono a scegliere le opportunità che garantiscono una buona qualità di servizi ai passeggeri e ai camionisti”, conferma Sciscio, agente Endeavour a Brindisi. Invece a Brindisi che accade? “Basta un esempio: non c’è una sola agenzia marittima che disponga di un ufficio per il check in una struttura pubblica. Bari invece ha due terminal. Io ho assunto in gestione una parte del terminal privato di Costa Morena, il Terminal di Levante costruito per i passeggeri della linea per l’Albania è diventato solo sede di uffici, e alcuni colleghi mi dicono che per aprire un check in via Spalato servono alcune migliaia di euro al mese. Credo che Brindisi stia diventando sempre più un caso unico”.

Così va il porto, aspettando nuove banchine quando quelle che ha già Brindisi, per una superficie nettamente superiore a quelle a disposizione del porto di Bari, sono pressoché vuote. La politica non si occupa del porto se non saltuariamente e –salvo rare eccezioni- senza cognizione di causa. Accade perciò che dopo i pompatissimi annunci dell’arrivo di nuove navi da crociera ci si renda conto che non sarà possibile fare ormeggiare le più grandi alla banchina Dogana e all’ex stazione marittima perché i fondali non lo consentono, e per questo si sta preparando in tutta fretta la soluzione di ripiego sull’altra sponda, a S.Apollinare.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La crisi dei Tir è la crisi del porto, ma nessuna contromisura

BrindisiReport è in caricamento