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«La No-Tax Area? L'Ue la boccerebbe»

BRINDISI - «La No Tax Area? Per l'Unione europea è impraticabile, visto che non l'ha ammessa nemmeno per le zone terremotate di L'Aquila e l'Emilia». L'onorevole Ludovico Vico (Pd) boccia la proposta di Ferrarese.

BRINDISI - La No Tax Area? Una proposta fuori tempo, quella dell'ex presidente della Provincia, Massimo Ferrarese. A spiegarne i motivi è il deputato tarantino Ludovico Vico (Pd) che in Parlamemnto si è occupato di imprese, zone franche e sostegni alle attività produttive: «Da circa sei mesi il governo italiano ha cancellato ogni tipo di legge che prevede aiuti automatici alle aziende, come il credito di imposta. Tutte le misure sono state sotituite da un fondo, che poi è stato anch'esso bloccato, cui si accede solo attraverso la stipula accordi di programma».

E sapete quanti accordi di programma sono stati firmati? Solo uno. Quello del mobile imbottito.

Vico è persona che sulle cose preferisce ragionare, e quando gli chiediamo se quella della "No Tax Area” sia l'ennesima trovata da campagna elettorale, risponde così: «Intanto vorrie capire cosa i proponenti intendano per "No tax area”. Quelle parole possono voler significare tutto e niente. Ferrarese vuole una azione sull'Irpef o sull'Ires? E lo sa che l'Unione Europea non ha autorizzato nemmeno le agevolazioni per le aree colpite dai terremoti, come L'Aquila e l'Emilia Romagna?».

C'è un altro intoppo che fa da ostacolo all'accoglimento della proposta: «La no tax area scalerebbe sui fondi strutturali e cancellerebbe gli aiuti già previsti».

Quindi, se anche si dovesse ricevere qualcosa, bisognerebbe rinunciare a qualcos'altro.

Vico, infine, ricorda la recente esperienza delle zone franche urbane: «Le 22 aree, che corrispondono a particolari quartieri di città italiane, furono stabilite nel 2007 e il ministro Barca è riuscito a salvarne i finanziamenti solo negli utlimi mesi, peraltro con pesanti riduzioni. Ci sono anche Taranto, Lecce e Andria. Ma parliamo si piccole aree nelle quali si intende favorire l'insediamento di microimprese. Una iniziativa importante, ma ammessa dall'Ue perché non si interveniva sulle leggi fiscali».

La sensazione, insomma, è che la No Tax Area di Brindisi-Taranto, e i suoi presunti 60.000 posti di lavoro, rimarranno solo sulle bacheche di Facebook.

Intanto, sempre in tema di aiuti alle aziende, questa mattina i consiglieri comunali di centrodestra hanno presentato una proposta, relativa al prolungamento del periodo di rateizzazione del pagamento degli oneri di urbanizzazione che le imprese devono versare al Comune quando ottengono la concessione edilizia.

«Chiediamo di portare il periodo di rateizzazione semestrale dagli attuali due anni a tre, che corrispondo in genere alla durata della concessione edilizia. Altri comuni, come per esempio Altamura, hanno già attivato questo procedimento».

«In questo modo», sostengono i gruppi, «riducendo l'esborso iniziale degli oneri urbanistici che è obbligatorio pagare quando vengono approvati i progetti e vengono rilasciati i permessi si da un contributo indiretto alla economia locale per un settore, quello edilizio, tra i più strategici».

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