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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

"L'accordo tra Enel e agricoltori non fa gli interessi degli altri cittadini"

BRINDISI – A proposito delle vicende parallele e spesso di fatto intrecciate che riguardano la riconversione dei terreni agricoli di Cerano interessati ormai da oltre tre anni dal blocco delle produzioni, la recente adesione dell’Enel all’Accordo di programma quadro sulle bonifiche nel Sin di Brindisi, e lo stesso accordo quadro tra Enel e agricoltori, riceviamo e pubblichiamo il seguente intervento del geologo Francesco Magno, coordinatore scientifico della Federazione dei Verdi di Brindisi.

BRINDISI – A proposito delle vicende parallele e spesso di fatto intrecciate che riguardano la riconversione dei terreni agricoli di Cerano interessati ormai da oltre tre anni dal blocco delle produzioni, la recente adesione dell’Enel all’Accordo di programma quadro sulle bonifiche nel Sin di Brindisi, e lo stesso accordo quadro tra Enel e agricoltori, riceviamo e pubblichiamo il seguente intervento del geologo Francesco Magno, coordinatore scientifico della Federazione dei Verdi di Brindisi.

“L’Associazione Agricoltura, Ambiente e Natura ed il comitato Codiamsa, rappresentanti degli agricoltori e dei residenti sui terreni posti nell’intorno dell’asse policombustibile dell’Enel e soggetti all’Ordinanza del sindaco di Brindisi (n.18/2007), chiedono “il rispetto e la tutela dei diritti e degli interessi dei nostri associati” in quanto l’Enel avrebbe sottoscritto con il Ministero dell’Ambiente l’impegno a caricarsi gli oneri di : “bonifica, di ripristino e di risarcimento del danno ambientale, in relazione all’esercizio della centrale Federico II di Brindisi” (ai sensi dell’art. 2 del DLGs 208/2008).

 Ho l’impressione, ma mi auguro di sbagliarmi, che da parte delle due Associazioni sia stato preso un clamore abbaglio in quanto mai, se non a seguito di sentenze giudiziarie, l’Enel ammetterà di aver inquinato e quindi di accettare il pagamento degli oneri rivenienti dal “danno ambientale” che, come da normativa vigente, possono essere quantizzati esclusivamente dal Ministero dell’Ambiente.

Ho l’impressione, invece, che la sottoscrizione della “transazione globale”, come dalle stesse Associazioni denominata, non sia altro che l’accettazione da parte dell’Enel degli oneri necessari per la partecipazione all’Accordo di Programma sulla bonifica (2007) ed in particolare quelli relativi alla “bonifica” della sola falda.

La sottoscrizione all’Accordo di programma sulla bonifica  appare come un’imposizione da parte del Ministero dell’Ambiente nel momento in cui l’inquinamento della falda si rinviene in presenza di terreni agricoli e/o comunque in zona industriale, mai utilizzati a scopi produttivi; solo accettando gli oneri previsti per la bonifica della falda è possibile ottenere la liberalizzazione “agli  usi consentiti” dei terreni che, ovviamente, non devono essere contaminati e poter realizzare le opere infrastrutturali previste.

E’ questo un boccone amaro che bisogna ingoiare per avere la speranza di rendere possibile la realizzazione delle opere industriali previste e la riqualificazione dei terreni. Così come, per tornare al tema dei terreni posti nell’intorno dell’asse policombustibile dell’Enel, non mi va bene che sulla “testa” di tutti i cittadini costretti a subire le conseguenze dell’uso del carbone, sia esso trasportato o in combustione, qualcuno al di fuori del Consiglio comunale, possa decidere e/o accettare “protocolli d’intesa” con l’Enel che, al di là dei legittimi propri interessi, riguardano gli interessi più ampi della collettività.

Per essere ancora più esplicito, pur ribadendo il rispetto delle rivendicazioni di ordine personale per i terreni e gli abitanti limitrofi al nastro, non potrò mai accettare, da cittadino, il riconoscimento dello “Accordo quadro per la riqualificazione e la riconversione dell’area agricola adiacente l’asse attrezzato e la centrale Federico II di Brindisi” del 2 febbraio 2010; tale Accordo, accettato e deliberato dalla Giunta comunale con delibera n. 54 del 22/02/2010,  non è all’altezza delle aspettative in quanto:

-          la realizzazione di una barriera arborea non risolve i problemi della perdita del polverino di carbone, accertato dalle analisi dell’ARPA, ma riduce solo l’impatto visivo;

-          nulla si riporta in merito alle attività da realizzare sul “nastro” per eliminare e/o ridurre la perdita del polverino (copertura, tenuta in depressione, ecc.)

-          nulla si riporta in merito allo smaltimento di colture agro energetiche da sviluppare sui terreni interessati (nuovo impianto di biomasse?);

-          nulla si riporta in merito ai danni subiti dalla falda freatica superficiale per la presenza del nastro e per l’incremento dei pozzi artesiani che hanno prodotto una forte intrusione dell’acqua di mare;

-          ecc, 

In particolare, nell’Accordo, nulla si riporta in merito alla bonifica con rimozione del polverino di carbone disperso nei terreni interessati dall’Ordinanza e che l’ARPA li ha ritenuti contaminati per ben il 73% dei campioni prelevati. 

Inoltre, all’art. 8 dell’Accordo si fa esplicito riferimento alla rinuncia da parte dei proprietari/conduttori dei terreni ad “ogni diritto, pretesa, azione, ragione o reclamo” nei confronti di Enel produzione, di ogni altra società del Gruppo ed i rispettivi dirigenti e/o dipendenti in “relazione, connessione o comunque dipendenza dell’esercizio della centrale o comunque dall’attività ad esso correlate”.

Ancora più grave e da non poter essere accettato né da me e né, ritengo, da qualsiasi altro cittadino, è quanto riportato dalla richiamata delibera di giunta comunale n. 54 del 22 febbraio 2010 con la quale la giunta approva il richiamato “Accordo” fra Enel e le parti interessate  e rinuncia, in virtù dell’accettazione anche del citato art. 8, ad ogni rivendicazione di danno ambientale nei confronti dell’Enel; rinuncia compensata dalla cifra di € 1.327.750,80 per la piantumazione del parco Palmarini –Patri.

            Per quale motivo questa importante decisione non è mai stata oggetto di discussione in Consiglio comunale? Per quale motivo i cittadini che non “governano” la politica del comune sono costretti a  subire assurde imposizioni che non garantiscono la salute e la dignità dei nostri morti per inquinamento ambientale. Per quale motivo, in presenza di una inequivocabile contaminazione da polverino di carbone, i terreni non devono essere bonificati e ripuliti? Si faccia chiarezza su questa vicenda ed attraverso i lavori del Consiglio comunale si assumano le responsabilità che si ritengono più opportune per garantire il territorio e la salute dei lavoratori e dei cittadini, altro che rendere la Delibera di Giunta n. 54/2010 “immediatamente eseguibile”!!! “

 

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