Dipendenti Difesa: "Chiediamo 5mila assunzioni di giovani"
Protesta anche a Brindisi: "Sottopagati, ignorati dalla ministra Trenta. Qui siamo il sito produttivo più importante"
BRINDISI - Il 30 maggio anche i dipendenti del settore Difesa di Brindisi si sono riuniti in Piazza Prefettura per la giornata di mobilitazione nazionale di protesta. La protesta attuata a seguito della proclamazione unitaria dello stato di agitazione del personale, evidenzia come la ministra della Difesa Trenta a distanza di un anno dal suo insediamento non abbia mantenuto nessuno degli impegni assunti con le organizzazioni sindacali.
In particolare Fp Cgil, Cisl Fp E Uil Pa chiedono un piano nazionale straordinario di assunzioni di almeno 5000 dipendenti civili per il 2019/2021 da destinare soprattutto all’area tecnico-industriale con il contestuale avvio del progetto di riapertura della scuola allievi-operai che permetterebbe a tanti giovani di acquisire competenze tecniche altamente specialistiche che altrimenti rischiano di essere perdute con i prossimi pensionamenti.
A Brindisi gli stessi sindacati di categoria per più di un decennio hanno portato avanti una battaglia per scongiurare il paventato pericolo di chiusura dell’ex Arsenale, proprio perché nel quadro generale di depressione economica del territorio il comparto rappresenta il più importante sito produttivo contando ben 1200 unità tra personale civile e militare.
Dalla battaglia portata avanti con successo è scaturito il rilancio della Stazione navale di Brindisi che oggi rappresenta uno dei fiori all’occhiello per tutta la Marina Militare Italiana, dicono i sindacati confederali di categoria.
“Non possiamo permettere che gli sforzi e le batttaglie di oltre un decennio vengano oggi vanificati dalla scarsa attenzione della ministra della Difesa riguardo il fabbisogno di personale e le risorse occorrenti. Si chiede, inoltre, una omogeneizzazione dei livelli retributivi dei dipendenti civili della difesa con i colleghi di pari livello delle altre amministrazioni pubbliche poiché si stima un divario economico certificato intorno al 30 per cento in meno per i dipendenti della Difesa”.
“Tanto vale – dicono ancora i sindacati - anche nei confronti del personale militare del Ministero della Difesa quando a parità di mansioni svolte può contare su livelli retributivi di gran lunga superiori”. Giovedì una delegazione sindacale è stata ricevuta dal vice prefetto Erminia Cicoria, la quale ascoltate le motivazioni della protesta si è impegnata a riferire al governo le ragioni e l’importanza delle rivendicazioni, che si inquadrano all’interno della vertenza generale della Pubblica amministrazione (l’8 giugno a Roma la manifestazione nazionale per chiedere un piano straordinario di assunzioni di giovani nel pubblico impiego e più risorse per il rinnovo dei contratti già scaduti).