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Miracolo di fine anno a Mesagne: il Comune stabilizza 26 precari

MESAGNE - Non sembra vero, eppure è successo, a Mesagne comune del Sud, poco meno di trentamila abitanti: sono ventisei i precari, fino a questo momento collaboratori esterni del Comune, che col vecchio anno si sono sbarazzati di quella che fino a ieri pareva una condanna, la precarietà. L’esecutivo guidato dal sindaco Francesco Scoditti, vincendo la sfida dei difficili equilibrismi imposti dal patto di stabilità, ha regalato ai ventisei collaboratori la certezza del futuro, in forma di contratto d’assunzione a tempo indeterminato.

MESAGNE - Non sembra vero, eppure è successo, a Mesagne comune del Sud, poco meno di trentamila abitanti: sono ventisei i precari, fino a questo momento collaboratori esterni del Comune, che col vecchio anno si sono sbarazzati di quella che fino a ieri pareva una condanna, la precarietà. L’esecutivo guidato dal sindaco Francesco Scoditti, vincendo la sfida dei difficili equilibrismi imposti dal patto di stabilità, ha regalato ai ventisei collaboratori la certezza del futuro, in forma di contratto d’assunzione a tempo indeterminato.

Ex precari. Una specie di miracolo di fine anno. L’annuncio è arrivato con la conferenza tenuta dal primo cittadino, giunta intorno. La platea dei dipendenti comunali era assiepata in municipio, ciascuno col suo carico di attese. Ma fino alla proclamazione ufficiale, i rumors che parlavano della determinazione dell’esecutivo di dare stabilità a collaborazioni preziose per l’ente, non erano nient’altro che tali. Gli stessi, da anni. C’è gente, nella schiera dei ventisei, che ha vissuto legata appesa al filo dei contratti a tempo determinato, rinnovati di anno in anno, col patema che il rinnovo non fosse possibile, dal lontano 1994.

Sedici lunghi anni. Un’attesa infernale, lo sa bene chi la precarietà la soffre sulla propria pelle. Quando il sindaco ha ufficialmente annunciato la buona novella, il municipio mesagnese è diventato scenario di una commozione difficile da raccontare. Qualcuno, naturalmente, ha pianto. Vita nuova dunque, che significa possibilità di progettare il presente e il futuro, lusso impossibile fino a ieri, per diciannove operatori sociali, assistenti, animatori impiegati nei quattro centri diurni per adolescenti e minori a rischio, in forza all’ente, tutti rigorosamente pubblici, tre operatori ex socialmente utili e un operatore polifunzionali, uomini e donne fra i 30 e 40 anni, finalmente padroni della propria vita.

Il miracolo mesagnese di fine anno, è miracolo che la giunta Scoditti ha diviso ad alta voce con i predecessori: “Il provvedimento che ho adottato – ha detto il sindaco -, unitamente alla giunta che ho l’onore di presiedere, è stato l’ultimo, ma certamente il decisivo, di un processo di stabilizzazione avviato dal sindaco Mario Sconosciuto, dal sindaco Enzo Incalza e mantenuto vivo dai commissari prefettizi che si sono inframmezzati. Tutti hanno tenuto a cuore la possibilità di dare certezze ai lavoratori interessati ed alle loro famiglie tanto da poter oggi constatare che la numerosa platea di precari del Comune di Mesagne ha trovato, con misure ed in tempi diversi, una dignitosa e permanente collocazione”.

Non è tutto. “L’ultimo giorno dell’anno ha visto anche l’ingresso formale nell’organigramma comunale dei 12 nuovi dipendenti risultati vincitori dei concorsi banditi nello scorso autunno”, ha proseguito il sindaco, “Concorsi pensati, impiantati e svolti in tempi rapidi, proprio per non incappare nei blocchi sopra citati, che non mi hanno consentito di coinvolgere al meglio i diversi soggetti politici e sindacali ma che sono stati costruiti e realizzati con il pieno rispetto delle procedure, nella trasparenza e nel rigore della selezione riconosciuto dagli stessi candidati e comunque sempre verificabili dagli organismi competenti”.

Il riferimento è al concorso del 17 dicembre scorso per l’assunzione di due assistenti sociali al Comune di Mesagne. Una candidata ha presentato un esposto ai carabinieri nel quale si legge di una delle concorrenti, denunciata in piena prova anche al cospetto della commissione esaminatrice, di aver visibilmente copiato da un foglio tenuto sotto il banco. L’autrice dell’esposto dichiara, ancora, che la prova sarebbe proseguita senza che la commissione sollecitasse alcun intervento da parte delle forze di polizia, né tanto meno sospendere l’esame. Roba da ragazzini: ma in ballo c’è un posto di lavoro a tempo indeterminato, che vale per la vita. Vicenda sulla quale resta sospeso l’interrogativo posto all’attenzione della magistratura.

Per i ventisei ex precari invece, gli interrogativi degli ultimi sedici anni sono stati soppiantati dal punto fermo di una certezza, l’agognato contratto a tempo indeterminato, il posto fisso, che vale la vita.

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