rotate-mobile
Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

Navi a Forte a Mare, la Sovrintendenza blocca e il movimento Regione Salento si arrabbia

BRINDISI – La Soprintendenza ai Beni ai beni ambientali e archeologici pone il proprio veto al progetto dell’Autorità portuale di Brindisi di un terminal crociere alla radice di Punta Riso, esattamente alle spalle dell’antica fortezza alfonsina nota come Forte a Mare, e nella vicenda si insinua il movimento per la Regione Salento, che annuncia una costituzione davanti al Tribunale amministrativo regionale al fianco del presidente dell’Authority, Giuseppe Giurgola, che ha già presentato ricorso. Con quale titolo il movimento che ha incontrato sin qui più giudizi negativi che adesioni, nato ufficialmente da una proposta lanciata da una emittente televisiva di Lecce (Telerama), possa sostenere le ragioni del molo crociere nell’avamporto di Brindisi, è tutto da vedere.

BRINDISI – La Soprintendenza ai Beni ai beni ambientali e archeologici  pone il proprio veto al progetto dell’Autorità portuale di Brindisi di un terminal crociere alla radice di Punta Riso, esattamente alle spalle dell’antica fortezza alfonsina nota come Forte a Mare, e nella vicenda si insinua il movimento per la Regione Salento, che annuncia una costituzione davanti al Tribunale amministrativo regionale al fianco del presidente dell’Authority, Giuseppe Giurgola, che ha già presentato ricorso. Con quale titolo il movimento che ha incontrato sin qui più giudizi negativi che adesioni, nato ufficialmente da una proposta lanciata da una emittente televisiva di Lecce (Telerama), possa sostenere le ragioni del molo crociere nell’avamporto di Brindisi, è tutto da vedere.

Come è assolutamente indimostrato che l’opera sostenuta da Giurgola a fine mandato possa essere utile alla portualità brindisina, tanto da avere la priorità su altri interventi che languono. A giudicare da quanto visto sino ad oggi, le soste delle navi da crociera di medie dimensioni che possono varcare il Canale Pigonati ed attraccare nel porto interno sono state un vantaggio solo per il marketing territoriale di località del Sud Barese o per la stessa Lecce, mete dei tour organizzati per i crocieristi. E’ vero che il porto di Brindisi è, e  deve essere una porta per l’intero Salento, ma non sta scritto da nessuna parte che per valorizzare il Barocco leccese, i trulli di Alberobello e le grotte di Castellana si debbano piazzare le supernavi alle spalle dell’unica vestigia storica rimasta in quel sito, e cioè il Castello Alfonsino, in un’area già abbastanza insultata da centrali, impianti chimici, e a rischio - rigassificatore.

Però Giurgola ha scelto di andare avanti, prima tentando di realizzare un molo addirittura davanti al castello, poi – respinto – è passato alle spalle dello stesso. Decidendo di investire soldi pubblici in altro cemento che non si sa se potrà tornare utile, perché una volta fatto il terminal bisogna vedere se Brindisi rientrerà nei programmi delle soste delle varie compagnie. Adesso, il presidente dell’Autorità portuale a fine mandato trova una sponda nel movimento per la Regione Salento, che magari tra un po’ ci dirà che è giusto fare anche il rigassificatore a Capo Bianco, e che invece avrebbe potuto prendere posizione sui tagli ai fondi per le infrastrutture logistiche operati dal governo Berlusconi che penalizzano il porto brindisino. Altro che molo crociere.

Scrive il presidente del movimento, Cesare Vernaleone: “Ci si aspetta da parte della giunta regionale di Puglia guidata dal presidente Vendola una levata di scudi che in questo momento ancora non viene. E' necessaria una  vera e propria ribellione, non a parole ma con i fatti, se è vero, come è vero, che il presidente Vendola firmò un Protocollo di intesa per la definizione delle opere infrastrutturali da realizzare nel sistema portuale di Brindisi, che ora rischia di diventare carta straccia”. Forse Vernaleone non sa che il presidente Giuseppe Giurgola negli anni del suo mandato ha entusiasmato così poco per le sue iniziative che il movimento per la Regione Salento rischia di prendere una cantonata di quelle grosse sulle priorità infrastrutturali di Brindisi.

Ma è probabile che Vernaleone non abbia letto la relazione strategica del settembre 2010 sul sistema logistico e dei trasporti in Italia, dove Brindisi viene indicata anche dall’Unione Europea tra i 40 porti più importanti per la rete logistica comunitaria, e nel lotto dei porti strategici italiani è indicato come hub commerciale in sinergia con Taranto. E’ quello l’obiettivo primario se non si vuole restare fuori dal giro. La Corte dei Conti ha recentemente bacchettato l’Authority brindisina perché ha speso solo il 10 per cento dei fondi assegnati per le autostrade del mare, Giurgola si è difeso dicendo che in realtà ci sono progetti in corso. Ma il ritardo è enorme, e francamente perdere tempo e soldi davanti al Tar per il molo crociere è un errore grave, a detta di molti osservatori del settore. Siamo sulla strada sbagliata, anzi, sulla banchina sbagliata. Il presidente si costituisca pure in giudizio, but not in my name, please.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Navi a Forte a Mare, la Sovrintendenza blocca e il movimento Regione Salento si arrabbia

BrindisiReport è in caricamento