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E' il momento di una conferenza sulla chimica per parlare di futuro, lavoro, ambiente

La coincidenza dell’annunciata vendita di Versalis da parte di Eni, e delle rinnovate preoccupazioni sull’impatto ambientale del petrolchimico sul territorio, con la vicenda delle ripetute accensioni della torcia di emergenza dell’impianto di cracking, segnalano che è giunto il momento per la società brindisina in tutte le sue componenti (politica, imprenditoriale, sindacale, ambientalista) di fare i conti con il presente ed il futuro dell’industria chimica

BRINDISI – La coincidenza dell’annunciata vendita di Versalis da parte di Eni, e delle rinnovate preoccupazioni sull’impatto ambientale del petrolchimico sul territorio, con la vicenda delle ripetute accensioni della torcia di emergenza dell’impianto di cracking, segnalano che è giunto il momento per la società brindisina in tutte le sue componenti (politica, imprenditoriale, sindacale, ambientalista) di fare i conti con il presente ed il futuro dell’industria chimica. Sarebbe assurdo che ciò non avvenisse, 55 anni dopo la rivoluzione urbanistica, economica e ambientale che ha cambiato il volto soprattutto di Brindisi con l’insediamento della Montedison a sud-est dell’area occupata dalla città. Se non altro, per il prezzo pagato.

L'ingresso del petrolchimico stamaniQuell’alveare di circa undicimila addetti tra chimici, metalmeccanici ed edili è un ricordo cancellato dall’esplosione del primo impianto di cracking, l’8 dicembre del 1997. Dopo la tragedia del P2T cominciò la discesa vertiginosa, in  una girandola di assetti proprietari, con la stessa inclinazione del mercato della chimica di scala. Oggi, in una fabbrica per la maggior parte desertificata, a produrre sono rimaste in tre: Versalis ed Enipower, e l’americana Basell. Quando durerà, ancora? Enipower gestisce una termoelettrica a gas, un settore del mercato energetico considerato oggi non competitivo. Versalis è in vendita, Basell risponde a logiche imprenditoriali non controllabili dal nostro Paese.

Bisogna fare il punto, ragionare non su slogan e proclami ma su informazioni attendibili e aggiornate, per capire dove si va e cosa potrebbe accadere. Brindisi, come Marghera, Priolo e le altre grandi protagoniste della chimica nazionale hanno oggi un problema di garanzie di centinaia di posti di lavoro, di indotto, portuale e industriale (manutenzioni e servizi), e di programmazione del futuro. Chi acquisterà Versalis? In che misura Brindisi sarà coinvolta da questa operazione di mercato? Che prospettive ha la produzione di etilene?

E ancora, cosa ne sarà delle grandi aree inutilizzata da molti anni nel perimetro del petrolchimico? Chi subentrerà ad Eni Versalis anche nel programma di bonifiche della falda? E il Comune cosa immagina per il futuro di quell’area? L’idea lanciata dai sindacati di categoria del settore chimico, di un incontro con le istituzioni, i parlamentari del territorio ed Eni va perciò perfezionata. Qui ci vuole una vera conferenza sulla chimica con le forze sociali e le amministrazioni del territorio, la Regione, ma anche il governo, le imprese, gli osservatori del mercato, urbanisti, protagonisti di vertenze ambientali, agenzie, Asl.

Il petrolchimico di Brindisi nel 1963, in uno scatto del famoso fotografo Ugo MulasUn evento che deve avvalersi, nella fase preparatoria, del contributo di idee di chiunque possa suggerire temi, nomi, e la scala delle priorità. Ci vuole un comitato ristretto che lavori per questo in tempi rapidi. E la conclusione di questo lavoro diventi, poi, il programma  condiviso di iniziativa e di lotta per tutti, perché Brindisi non sia come sempre la vittima di decisioni prese altrove, o peggio, di mancate decisioni e di indifferenza. Questa è la proposta che BrindisiReport.it lancia agli attori in campo. Perché tutto non si riduca al solito circuito degli incontri in prefettura, alla ricerca di mediazioni in questo caso impossibili. Si riuscirà ad essere propositivi e all’attacco, una volta tanto, senza attendere gli eventi?

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