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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Nomina Haralambidis: il 5 giugno il parere della Corte di giustizia europea

Si conoscerà il 5 giugno la decisione della Corte di giustizia dell'Unione europea del Lussemburgo sulla legittimità della nomina di Iraklis Haralambidis a presidente dell'Autorità portuale di Brindisi. Convocate per quella data tutte le parti

BRINDISI – Si conoscerà il 5 giugno la decisione della Corte di giustizia dell’Unione europea del Lussemburgo sulla legittimità della nomina di Iraklis Haralambidis a presidente dell’Autorità portuale di Brindisi. La stessa Corte ha convocato per quella data, ad una apposita udienza in cui l’avvocato generale illustrerà la decisione dei giudici europei, sia le parti che il Consiglio di Stato che aveva richiesto il parere su ricorso dello stesso Haralambidis, dichiarato illegittimamente nominato, e quindi decaduto, dal Tar di Lecce, e poi rientrato all’authority brindisina in virtù di una sospensiva concessa dal supremo organo di giustizia amministrativa.

Sono comparsi in questo procedimento al Lussemburgo, oltre ad Haralambidis ed ai suoi legali, anche gli avvocati di Calogero Casilli, che aveva fatto ricorso al Tar di Lecce contro la designazione del professore ellenico, l’Avvocatura dello Stato per il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, e i legali della Commissione europea. Per il ministero italiano la nomina è legittima poiché Haralambidis non avrebbe assunto decisioni di interesse pubblico.

Forte a Mare visto da Costa Morena OvestIl punto infatti è se un cittadino straniero anche se comunitario possa o meno dirigere un ente italiano le cui decisioni influenzino gli interessi nazionali. Sostenere che le decisioni di un’Autorità portuale rientrino solo in attività privatistiche sembra abbastanza azzardato. Comunque, il 5 giugno si saprà cosa ne pensa la Corte di giustizia europea, e quindi su quale base il Consiglio di Stato si pronuncerà circa la nomina di Haralambidis.

Il mandato di Haralambidis scadrebbe il prossimo anno. Se il Consiglio di Stato ne dichiarerà a sua volta illegittima la nomina, il professore potrà tornarsene a Rotterdam con un anno di anticipo, altrimenti sarà lui l’ultimo presidente dell’Autorità portuale di Brindisi prima della riforma Lupi, che dovrebbe o riunire la portualità italiana in distretti, o comunque procedere con accorpamenti nell’amministrazione dei porti: in un caso o nell’altro Brindisi è destinata a fare squadra con Taranto e Bari, governata da un’autorità per il Basso Adriatico e lo Ionio con sede nel capoluogo di Regione.

Un veliero da crociera nel Canale PigonatiTra i primi problemi da affrontare, quello del nuovo Piano regolatore portuale (lo strumento in vigore fu varato nel 1972 e sottoposto a variante nel 1975), senza il quale ogni intervento strutturale importante non potrebbe avere luogo. Quindi programmazione vera, efficienza, idee chiare sul futuro, integrazione con la programmazione urbanistica della città, ai primi posti l'intermodalità e proposte forti per attirare grandi operatori, rientro a pieno titolo nelle linee tracciate dall'Unione europea per la logistica dei trasporti marittimi.

Il porto di Brindisi, considerando gli eventi che riguardano le scelte energetiche del Paese e dei grandi gruppi a controllo pubblico, non potrà più contare nei prossimi anni sulle risorse finanziarie e occupazionali garantite dalla movimentazione del carbone. Si prevede una riduzione lenta ma costante di questo traffico. Bisogna con urgenza cominciare a lavorare per nuove attività, confrontarsi col mercato, e soprattutto poterlo fare senza l'influenza di altri interessi che non siano che quelli del porto, quindi della collettività delle imprese e dei lavoratori.

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