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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Intervento/ Grimaldi investa davvero a Brindisi e si prenda Costa Morena Est

Quale rappresentante di un’impresa portuale, ex art 16 legge 84/94, che ha realmente investito nel Porto di Brindisi in attrezzature specifiche portuali,vorrei fare alcune osservazioni per evitare che vengano presentate in modo distorto alcune realtà

Quale rappresentante di un’impresa portuale, ex art 16 legge 84/94, che ha realmente investito nel Porto di Brindisi in attrezzature specifiche portuali, e che possono essere utilizzate esclusivamente in ambito portuale (gru, tramogge, carrelli sollevatori fino a 30 tonnellate e nastrini), come fatto anche da altri operatori portuali, - e solo grazie alla presenza di dette attrezzature, il porto, sino ad oggi, ha potuto operare nell’imbarco e sbarco di merci e attrezzature varie -, nel leggere la lettera della Grimaldi che si onora di far crescere il nostro porto, vorrei fare alcune osservazioni in merito per evitare che vengano presentate in modo distorto alcune realtà.

La scrivente società ha operato per conto della società Grimaldi sin dal suo arrivo, assieme ad altra impresa portuale, nello sbarco ed imbarco dei semirimorchi trasportati dalle sue navi. Per effettuare tale attività, la società Grimaldi ha chiesto di incrementare e specializzare le nostre attrezzature, per velocizzare le operazioni di imbarco e sbarco dalle sue navi, facendoci acquistare dei particolari trattori denominati Tug Master, che si utilizzano esclusivamente solo in ambito portuale non potendo gli stessi circolare su strada normale.

Per la nostra società l’investimento è stato di circa 900.000,00 euro per l’acquisto di quattro Tug Master nuovi. Visto che, con la richiesta di concessione ex art 16 legge 84/94 (impresa portuale) ed ex art. 18 (concessione delle banchine e piazzali retrostanti), la Grimaldi intenderebbe operare in proprio con proprie attrezzature e personale, e sino a questo punto nulla in contrario, se la stessa società effettuasse degli investimenti nella realizzazione di infrastrutture portuali che un domani resterebbero alla collettività.

Visto che, nella sua lettera, avrebbe dichiarato di avere la necessità di solide infrastrutture terminalistiche, per sviluppare ulteriormente i suoi traffici ed offrire attività di logistica di alto livello, e non essendo come dichiarato dalla stessa Grimaldi la banchina delle Terrare l’unica del porto di Brindisi idonea al traffico traghetti, visto che vi sarebbe anche la zona di Costa Morena Est (tra l’altro già utilizzata dal gruppo in passato) consiglierei alla società Grimaldi di richiedere in concessione l’intera banchina di Costa Morena Est, ove potrebbe investire per la  realizzazione di una propria solida infrastruttura terminalistica, adeguando le banchine esistenti alle esigenze delle sue navi, e utilizzando il nuovo varco di accesso a tale banchina che l’Autorità Portuale sta realizzando.

L'arrivo di una nave ro-ro di Grimaldi nel porto di Brindisi-2In tal modo avrebbe un accesso dedicato e a servizio esclusivo delle sue navi e di tutti i mezzi che imbarcano o sbarcano dalle sue navi, e in tal modo lascerebbe libere le banchine di Punta delle Terrare ad altri armatori che potrebbero utilizzare il nostro porto dando anche la possibilità a noi piccoli operatori locali di continuare ad operare nelle nostre attività. In tale ipotesi visti gli investimenti reali che andrebbe ad effettuare, la Grimaldi potrebbe chiedere all’Autorità Portuale di essere esonerata dal pagamento dei diritti portuali, visto che garantirebbe di tasca propria la copertura delle spese relative alla costruzione e alla gestione del suo terminal, alla gestione dei servizi di security nelle aree in concessione, all’ illuminazione e alla pulizia delle stesse, pertanto potrebbe richiedere a tali condizioni anche sconti sui canoni demaniali a fronte dei reali investimenti che andrebbe a realizzare nel nostro porto, come ha dichiarato di aver fatto nel porto di Barcellona, e non tentare di accreditare per Brindisi l’acquisto delle proprie navi come investimenti, come dichiarato nella richiesta di concessione inoltrata, o di aver già dato il nome di Brindisi a due sue navi. Nella maniera da noi indicata dimostrerebbe invece realmente di tenere alla nostra città (Nella foto, una nave ro-ro di Grimaldi entra nel porto di Brindisi).

Per quanto sopra, tutti i vari rappresentanti politici di ogni estrazione che si stanno adoperando per cercare di colloquiare con l’Autorità Portuale per la soluzione del problema “concessione sì o concessione no”, dovrebbero tutti assieme convergere su tale ipotesi di reale investimento nel loro porto da parte del gruppo Grimaldi visto che tali infrastrutture portuali un domani rimarrebbero alla collettività brindisina e tutti i loro elettori sarebbero finalmente loro grati visto che sarebbe stato fatto qualcosa di concretamente utile per la collettività brindisina,  piuttosto che le solite parole. Spero di aver dato con tale suggerimento un piccolo contributo per il bene del nostro Porto.

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