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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

I delegati Enipower alla Cisal: "Nessun rischio nei lavori di demolizione"

La Rsu confederale della centrale interna al Petrolchimico spiega cosa è stato fatto per la sicurezza

BRINDISI - Nei giorni scorsi la Cisal Chimici aveva chiesto per iscritto all'azienda se i lavoratori impegnati nelle demolizioni dei vecchi gruppi a olio combustibile della centrale termoelettrica a turbogas Enipower, interna al petrolchimico consortile di Brindisi, fossero venuti in contatto con componenti in amianto. Oggi replica alla Cisal Chimici la Rappresentanza sindacale unitaria della centrale Enipower, smentendo tale ipotesi e spiegando come si sono invece svolti i lavori e come i delegati sindacali di Cgil Cisl e Uil abbiano vigilato su procedure e cantieri. Pubblichiamo integralmente il comunicato della Rsu Enipower.

In riferimento al comunicato stampa diffuso nei giorni scorsi da una sigla sindacale autonoma, nel quale si chiedeva riscontro su alcune inadempienze di sicurezza avvenute in Enipower in occasione dei lavori di demolizione di alcuni impianti, per rispetto del lavoro svolto da noi Rsu Enipower, ed in particolare dalla Rappresentanza dei lavoratori per la sicurezza (Rlsa), e non per ultimo per tranquillizzare l’opinione pubblica e i colleghi diretti e dell’indotto impegnati in quei lavori, ci sentiamo in dovere di chiarire alcuni aspetti che riteniamo importanti.

E’ bene sapere che, subito dopo l’investimento di milioni di euro, effettuato dall’Enipower nel lontano 2005 per la costruzione dei cicli combinati turbo gas e la conseguente fermata dei gruppi termici ad olio combustibile, investimento ricercato e fortemente voluto dalle organizzazioni sindacali confederali che ha portato un significativo miglioramento ambientale nella nostra città oltre ad un mantenimento degli assetti occupazionali all’epoca messi in discussione, le stesse si sono adoperate su più tavoli ed in diverse occasioni, per richiedere all’azienda la demolizione e la successiva bonifica di ben 4 gruppi termici oramai fermi.

Richiesta condivisa dal management Enipower, che con un programma a step di investimenti per un totale di circa 15 milioni di euro, affidato alla Syndial, società del Gruppo Eni leader del settore delle bonifiche, sta completando i lavori durati quasi due anni, procedendo nel contempo all’ammodernamento degli impianti. Di tutti questi lavori, più volte richiesti dalle Rsu e dalle Rlsa succedutesi negli anni, si può trovare traccia nei vari verbali di incontro sindacali ed anche nelle visite periodiche effettuate, previste dal Dlgs 81/08.

Ci sembra quindi alquanto strano che dopo anni dall’inizio dei lavori, qualcuno si ricordi che Enipower ha effettuato la demolizione e la rimozione dei vecchi gruppi. Tra l’altro è bene sottolineare che la Rlsa, ha seguito da vicino tutte le fasi dei lavori e ha costantemente vigilato e suggerito ai preposti aziendali vari interventi per migliorare la qualità delle operazioni di bonifica. Interventi seguiti e controllati anche dal personale Eni Scc, esperti di sicurezza del gruppo e verificate dalle visite ispettive degli enti preposti (Asl, Spesal).

E’ bene sottolineare altresì, che a completamento quasi dei lavori, ad oggi dopo circa due anni, non si sono registrati eventi e/o infortuni rilevanti neanche nei lavoratori dell’indotto il ché, visto quello che accade in giro, ci sembra un risultato eccellente a dimostrazione della qualità professionale di tutti i lavoratori che hanno operato per la realizzazione del progetto di smantellamento.

La stessa Rlsa è stata sempre prontamente informata sul proseguo delle attività, avanzando proposte di migliorie recepite dall’Azienda. Inoltre, la stessa società nell’arco delle demolizioni, ha effettuato tutti i monitoraggi ambientali previsti e gli stessi sono stati inviati alle autorità competenti e sono a disposizione di tutti. Purtroppo spiace constatare che ancora una volta si tenta di strumentalizzare queste vicende, anche quando, nonostante quello che si scrive, non espressamente richiesto dai lavoratori, per  puro tornaconto personale.

Noi rappresentanti dei lavoratori, democraticamente eletti dai dipendenti dell’Enipower, prendiamo quindi le distanze da simili atteggiamenti perpetrati da sigle sindacali autonome che probabilmente antepongono i propri interessi a quelli della collettività (Rsu Enipower). 

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