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Porto, sembra sfumata l'opzione Affinita. Il centrodestra deve trovare un altro candidato

BRINDISI – Giuseppe Giurgola continua a gestire le attività dell’Autorità portuale brindisina come se tra qualche mese una sua riconferma fosse un fatto scontato, ma questo è solo il frutto dei ritardi e del distacco della politica brindisina dai problemi del porto. La conferma di ciò arriva da Bari e Taranto dove le terne per la nuova presidenza di quelle Authority sono già state inviate al ministro Altero Matteoli, e al governatore Nichi Vendola. Tutti i giochi per Brindisi si stanno invece svolgendo all’esterno dei tre enti che devono inviare le terne, e cioè Comune, Provincia e Camera di Commercio, che ancora non si sono decisi. Ed è fuori dai protocolli che è nata e pare proprio che si sia già consumata la spinta del centrodestra a favore di Tommaso Affinita.

BRINDISI – A Bari e Taranto  le terne per la nuova presidenza di quelle Authority sono già state inviate al ministro Altero Matteoli, e al governatore Nichi Vendola. Tutti i giochi per Brindisi si stanno invece svolgendo all’esterno dei tre enti che devono inviare le terne, e cioè Comune, Provincia e Camera di Commercio, che ancora non si sono decisi. Ed è fuori dai protocolli che è nata e pare proprio che si sia già  consumata la spinta del centrodestra a favore di Tommaso Affinita.

Affinita, ex presidente dell’Autorità portuale di Bari, anche presidente di Assoporti e attuale amministratore delegato di Ram, la SpA “Rete Autostrade del mediterraneo” interamente pubblica, era l’uomo attorno al quale  stava coagulando consensi il senatore Michele Saccomanno, pare d’intesa con il collega deputato Luigi Vitali. Nel quadro della divisione nazionali delle Authority tra area di centrosinistra ed area di centrodestra, è infatti a quest’ultima che tocca la scelta per Brindisi, salvo riposizionamenti imprevisti. Ma in Puglia per Bari è scontata la riconferma di Francesco Mariani, e a Taranto tutti vogliono il contrammiraglio Salvatore Giuffrè, comandante della Direzione marittima regionale, che molto bene ha fatto come commissario nel porto jonico.

Tuttavia si dice che Saccomanno non sia riuscito a convincere il ministro Matteoli, e ciò riporterebbe a zero anche il problema candidature per il centrodestra. Ma questo non vuol dire che bisogna attendere che il nuovo presidente dell’Autorità Portuale di Brindisi debba uscire necessariamente da questo cilindro. Sul problema, pur nella consapevolezza del famoso quadro di ripartizioni nazionale, qualche tempo fa il Pd brindisino ha lanciato un appello a tutte le forze politiche per giungere alla scelta di una professionalità del territorio, dopo quattro presidenze esterne. Lasciando intendere che vi potrebbe essere anche un consenso dello stesso partito democratico se il Pdl dovesse indicare un candidato considerato capace, deciso a rilanciare realmente il porto brindisino e non condizionato nelle scelte operative da interessi contrastanti con gli interessi del territorio.

Invece tutto tace, a quanto pare. Tranne che per la grande mole di comunicazioni  e attività di fine mandato che l’attuale presidente sta riversando sul Comitato portuale, che vanno dai contenziosi in corso con alcune agenzie marittime sulle tasse portuali,  e presto anche con la Sovrintendenza ai Beni culturali per il veto opposto al terminal crociere di Punta Riso, al bando per la nuova stazione marittima, operazione oggetto di perplessità prima e dopo l’espletamento della gara, sino alla nuova firma dell’Accordo di programma con la Marina Militare.

Tra gli accadimenti, la revoca del servizio raccolta rifiuti ad Enerambiente e le dimissioni quasi contestuali dell’ex amministratore delegato della società, l’avvocato Giovanni Faggiano, dal Comitato portuale in cui sedeva in rappresentanza dei lavoratori portuali, ricoprendo la carica di manager di Enerambiente quando a tale società l’Authority attribuì l’appalto. Giurgola nel comitato del 22 novembre ha tenuto a precisare che egli non aveva affatto pensato alla revoca del contratto, passo che gli sarebbe stato invece imposto da una informativa riservata inviatagli per iniziativa del prefetto di Venezia (Enerambiente ha sede in Veneto).

Faggiano si è dimesso dal Comitato portuale probabilmente a causa delle indagini su Enerambiente in corso a Teramo, e non per incompatibilità tra il suo incarico in Comitato portuale e l’appalto all’azienda che rappresentava sino a metà estate? Non si sa. Fatto sta che non è stato sostituito, avendo deciso Giurgola di attendere le elezioni che interesseranno i lavoratori portuali il 20 e 21 dicembre. Ma le sedute del Comitato portuale con il posto di Faggiano scoperto sono valide ugualmente?

Oggi il Comitato si riunisce per la terza volta nel giro di poco più di un mese. Tra le altre cose, Giurgola dovrebbe comunicare come, se e quando si realizzerà il trasferimento a Costa Morena nel porto medio delle navi per l’Albania attualmente dislocate nel Seno di Levante. Il trasferimento sta a cuore agli agenti marittimi, convinti che una nuova situazione logistica potrà metterli in grado non solo di incrementare passeggeri e Tir sulla rotta di Valona, ma anche di tentare il recupero dei collegamenti con Durazzo, scalo che è la porta anche per l'area balcanica. Sui tempi del trasferimento gli operatori intendono accelerare, mentre da alcuni interventi che l'Authority sta effettuando su un vecchio deposito sul Seno di Levante, non distante dal Terminal Albania, per circa un milione e 400mila euro, con la motivazione di offrire altri servizi ai passaggeri, si direbbe che lo spostamento delle navi sia tutt'altro che imminente

Su quel deposito, peraltro, c'è una richiesta del Comune di Brindisi per realizzarvi un sito al servizio del progetto di "Città d'Acqua" e delle iniziative turistiche. Ma tutto sarà più chiaro, probabilmente, prima di questa sera.

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