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Piastra logistica per le merci: finanziamento al buio della progettazione

Si gioca praticamente al buio la partita per dotare Brindisi di una Piastra logistica integrata retroportuale (Plir), e al buio oggi l'Autorità Portuale ha deciso di concedere un finanziamento di 450mila euro come proprio contributo all'operazione

BRINDISI – Si gioca praticamente al buio la partita per dotare Brindisi di una Piastra logistica integrata retroportuale (Plir), e al buio oggi l’Autorità Portuale ha deciso di concedere un finanziamento di 450mila euro come proprio contributo all’operazione. Al buio perché non solo non ci sono certezze di reperimento dell’intera somma necessaria, 5 milioni secondo l’Asi, per pagarne la progettazione, ma soprattutto perché il progetto preliminare della piastra logistica retroportuale di Brindisi è ancora ufficialmente in seconda fascia nella graduatoria delle possibilità di finanziamento con fondi nazionali ed europei. Costerebbe infatti 62 milioni di euro che qui nessuno ha ovviamente, mentre sono in prima fascia quelli di Bari e Taranto, ma perché erano già pronti al momento della selezione affidata alla Regione Puglia, mentre Brindisi sconta i lunghi anni improduttivi di commissariamento dell’Asi e tanti errori politici, dirottamenti e ritardi nel campo della programmazione della logistica anche da parte delle passate gestioni dell’Autorità Portuale.

L'ubicazione dei lotti funzionali della piastra logisticaPrima di continuare, cos’è la Plir? È un’area attrezzata con capannoni ed altre infrastrutture per lo stoccaggio, la movimentazione e la manipolazione delle merci alla rinfusa o in container, e si trova tra il sistema di trasporto marittimo e quello ferroviario o su gomma, nel caso di Brindisi l’intermodalità è soprattutto nave-treno e viceversa. La Plir di Brindisi viene individuata su terreni di proprietà del Consorzio dell’area di sviluppo industriale (Asi), in posizione dunque retroportuale rispetto all’area di sbarco e imbarco portuale di Costa Morena Est cui dovrà essere connessa con una linea ferroviaria, per poi connettersi a sua volta alla linea Lecce-Bari. L’operazione è stata ritenuta fondamentale per lo sviluppo economico della città, ed è stata oggetto di un protocollo preliminare attorno ad un masterplan, cui partecipano anche il Comune capoluogo e la Camera di Commercio, oltre all’Asi e all’Autorità Portuale.

Ma tutto ciò rischia di essere vano se il progetto non passa in prima fascia, perciò il presidente dell’Asi, Marcello Rollo, da mesi fa sapere periodicamente del suo pressing a livello ministeriale, sino ad ottenere l’impegno per una conferenza dei servizi sulla Plir di Brindisi, che c’è stato e che ha prodotto alcune prescrizioni. Ma non certo l’impegno a finanziare la piastra logistica di Brindisi. Quindi Rollo oggi nella seduta del Comitato portuale chiamato a votare sul contributo alla progettazione della Plir, che è in capo all’Asi, ma anche su un protocollo tra i due enti che sarà siglato però solo dopo le necessarie liberatorie dello stesso Asi che riconosce la demanialità delle aree di Costa Morena Est, e quindi la piena titolarità delle stesse all’Autorità Portuale (condizione sine qua non richiesta anche dai revisori dei conti), non ha potuto garantire che ci sono i 4,5 milioni ancora mancanti dopo il finanziamento deliberato dall’Authority, ma solo che chiederà i soldi al governo, al Comune alla Camera di Commercio.

Lavori a Costa Morena EstSu questo punto, e sulla richiesta di garanzia che i 450mila euro dell’Autorità Portuale andranno a buon fine o saranno restituiti, non ha avuto risposte il rappresentante degli agenti marittimi Teo Titi, anche perché è scoppiata una querelle tra Rollo e il rappresentante delegato dalla Regione, Giovanni Brigante. Che ha espresso voto contrario (astenuti il rappresentante delle Dogane, Pasquale Coletta, e quella dei lavoratori dell’Authority, Laura Cimaglia), creando di fatto un caso perché deve essere anche la Regione a contribuire alla spinta del progetto della Plir di Brindisi in prima fascia (In foto, lavori a Costa Morena Est).

Il progetto però esiste solo nel suo stato preliminare, e serve quello esecutivo, che costa la cifra già indicata. Da qui la condizione descritta in principio di una partita al buio. Che però va giocata, hanno detto i membri del Comitato portuale che hanno espresso voto favorevole, perché la piastra logistica retroportuale è una esigenza primaria per l’economia brindisina e bisogna tentare, o comunque avere un progetto pronto. Non era molto convinto dell’esito dell’operazione lo stesso presidente dell’Autorità Portuale, Iraklis Haralambidis, sia per l’incertezza della copertura finanziaria del progetto (i 62 milioni di euro), sia perché un’altra componente essenziale dello snodo intermodale, vale a dire la banchina di Costa Morena Est, ha bisogno di altri 30 milioni di euro per il completamento infrastrutturale, soldi che non ci sono ancora in Authority. E se non è pronta Costa Morena Est, manca il 50 per cento di tutto il sistema, cioè la nave, ammesso che ci siano il treno e le aree attrezzate retroportuali.

Il buio è sempre più fitto, dunque, e chi ha voglia e tempo può anche individuare i responsabili di tutto ciò ripassando le cronache degli ultimi cinque-sei anni. Questa è la melassa in cui è cascata Brindisi, e da cui non riesce a tirarsi fuori. Così capita che sindaco della città passi nella stessa mattinata da una riunione in Prefettura sullo stato dell’economia locale, in cui però nessuno traccia un percorso per il medio e lungo termine immaginando un nuovo tipo di sviluppo ma solo chiedendo l’attivazione dei soliti fumosi tavoli di consultazione, ad una seduta del Comitato portuale dedicata al tentativo di recupero di una delle tante occasioni perdute. Ce la farà Brindisi?

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