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Quel pasticciaccio brutto di viale Arno: all'Asi si stiracchia la legge

BRINDISI – Si parlava di uno scontro tra centrosinistra e centrodestra per il controllo della nuova assemblea del Consorzio Asi di Brindisi, il più importante strumento di governo delle aree industriali del territorio, una plancia di comando autentica per pilotare fuori dalle secche delle bonifiche e delle carenze strutturali, migliorandolo, il patrimonio che Brindisi, Ostuni, Francavilla e Fasano possono offrire alle imprese. Magari fosse questa la posta in palio. L’impressione è che anche sul Consorzio dell’Area di sviluppo industriale la guerra sia invece quella tra Massimo Ferrarese, il presidente della Provincia, e Luigi Vitali, ex sottosegretario alla Giustizia, coordinatore provinciale del Pdl, fedelissimo di Berlusconi, ex amico ed ora spietato avversario dell’ex presidente di Confindustria Brindisi. E in questa guerra, sotto gli occhi dei partiti immobili e privi di reattività, ma anche degli altri enti che hanno diritto a designare rappresentanti nell’assemblea generale, la legge viene interpretata e applicata con sorprendente disinvoltura.

BRINDISI – Si parlava di uno scontro tra centrosinistra e centrodestra per il controllo della nuova assemblea del Consorzio Asi di Brindisi, il più importante strumento di governo delle aree industriali del territorio, una plancia di comando autentica per pilotare fuori dalle secche delle bonifiche e delle carenze strutturali, migliorandolo, il patrimonio che Brindisi, Ostuni, Francavilla e Fasano possono offrire alle imprese. Magari fosse questa la posta in palio. L’impressione è che anche sul Consorzio dell’Area di sviluppo industriale la guerra sia invece quella tra Massimo Ferrarese, il presidente della Provincia, e Luigi Vitali, ex sottosegretario alla Giustizia, coordinatore provinciale del Pdl, fedelissimo di Berlusconi, ex amico ed ora spietato avversario dell’ex presidente di Confindustria Brindisi. E in questa guerra, sotto gli occhi dei partiti immobili e privi di reattività, ma anche degli altri enti che hanno diritto a designare rappresentanti nell’assemblea generale, la legge viene interpretata e applicata con sorprendente disinvoltura.

Gli autori di questa operazione (tutti, e non solo i due nemici), esibiscono una foglia di fico che, si dice, abbia fornito loro la Regione Puglia: un parere che avrebbe reso possibile a Brindisi un miracolo in materia di diritto pubblico, cioè quello di attribuire maggiore vigore ad uno statuto, ad un regolamento, piuttosto che alla legge stessa che prescrive come vadano scritti statuti e regolamenti. Se ciò fosse vero, la Regione ha in questa vicenda una precisa responsabilità, quella di aver avallato per la composizione degli organi di governo dell’Asi, dopo quasi nove anni di commissariamento che ha lasciato intatti i vecchi problemi dell’ente e aperti quelli nuovi, il furbesco ricorso al vecchio statuto del Sisri, quello del 15 settembre 1995 che si ispira alla legge regionale 31/86, piuttosto che avere come punto di riferimento la nuova normativa, quella della legge regionale dell’8 marzo 2007, n. 2, “Ordinamento dei Consorzi per lo sviluppo industriale”.

Quindi emerge un profilo di illegittimità nelle recenti designazioni fatte dai soci della nuova assemblea generale: la Provincia, il Comune di Brindisi, i Comuni di Ostuni, Fasano, Francavilla Fontana, la Camera di Commercio. Un problema, va detto subito, che deve essere la Regione Puglia a sanare intervenendo e imponendo – anche con un commissario ad acta – la definizione di un nuovo statuto corrispondente a quanto prevede la legge 2/07. Dov’è il pasticciaccio? Nel gioco del ricorso all’una e all’altra legge, a secondo della bisogna, alla ricerca di equilibri prevalenti sull’avversario. Meglio fare degli esempi.

Intanto la composizione dell’assemblea generale. La nuova norma regionale prevede che sia formata dai rappresentanti designati dagli enti locali nel cui territorio ricadono le zone industriali, quindi i quattro Comuni già citati, più la Provincia, più la Camera di Commercio (volendo, si potrebbe estendere anche a Confindustria, Cna, eccetera). Sempre la nuova legge prescrive che ognuno di tali enti abbia un solo rappresentante in assemblea, ma munito di un numero di voti proporzionale alle quote che ha versato all’Asi. Sin qui tutto chiaro: un organismo snello e meno costoso (meno gettoni di presenza). I nostri invece che hanno combinato? Hanno applicato la  selezione degli enti con diritto di rappresentanza prevista dalla nuova legge (la vecchia prevedeva invece la presenza di tutti e 20 i Comuni del Brindisino), ma contemporaneamente hanno adottato il metodo del vecchio statuto Sisri del 1986 nominando tre rappresentanti la Provincia, tre rappresentanti il Comune di Brindisi, uno a testa i Comuni con meno di 50mila abitanti e la Camera di Commercio.

Quali sono i poteri dell’assemblea? Citiamo solo quello relativo alla nomina del presidente e del consiglio di amministrazione, che può essere formato da tre a cinque membri. Tre sarebbe il numero giusto per il caso Brindisi, se si fosse applicata la legge regionale del 2007, quella che consentirebbe un’assemblea generale di soli sei rappresentanti. Ma forse la politica, stiracchiando la norma a piacimento e per ora impunemente, ha in testa la creazione di un altro luogo dove piazzare peones e quant’altri, ovviamente a spese del Consorzio Asi di viale Arno (ex Punto Franco).

E non è tutto. Sia il vecchio statuto che la nuova legge prevedono che i candidati da designare per l’assemblea generale ed il consiglio di amministrazione – i cui membri vanno scelti tra quelli dell’assembla stessa - abbiano le seguenti caratteristiche:  “nominati fra cittadini aventi i requisiti di sicura e accertata esperienza in materia economica e amministrativa durano in carica 5 esercizi e possono essere confermati alla scadenza” dice il vecchio statuto; “scelti tra persone di comprovata e documentata esperienza  amministrativa o imprenditoriale o professionale o di particolare capacità nella gestione di aziende, enti e società” dice la legge 2/07 a proposito dei candidati al consiglio di amministrazione”. Dove siano i manager o gli imprenditori – salvo rarissime eccezioni – tra coloro che la politica locale ha spedito all’Asi non si sa.

BrindisiReport.it ha raccontato a partire dal 2 settembre scorso la sconcertante vicenda delle guerricciole intestine ai partiti per un posto nella nuova assemblea Asi, raccogliendo lo sconcerto dei direttori di Confindustria e Cna, raccontando il culmine della vergogna raggiunto in consiglio comunale a Brindisi il 27 settembre con la dichiarazione nominale di appartenenza concordata dai capigruppo, che aveva fatto infuriare il sindaco Domenico Mennitti. Ma era davvero quello, il peggio? Ora tocca alla Regione riparare all’errore, e prima ciò avverrà, meglio sarà. L’Asi deve subito buttarsi a corpo morto sul problema delle bonifiche nella zona industriale di Brindisi, su quello delle infrastrutture di comunicazione (Adsl, banda larga), su quello del costo dei terreni. E tra coloro che si beccano per diventarne presidenti francamente non si notano competenze di tale livello.

Allegati - La nuova legge e il vecchio statuto

legge n. 2_ 8 marzo 2007 Statuto_SISRI

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