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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Rapporto Bankitalia: ripresa lenta, ma Puglia meglio che resto del Sud

BARI - L'economia della Puglia è in una lenta fase di ripresa in cui cresce l'export ma soffre la domanda interna e in cui un giovane su tre non studia, non lavora e non è in fase di formazione. Sono alcuni dei dati qualitativi contenuti nel rapporto della Banca d'Italia sull'economia pugliese nel 2010, diffusi oggi a Bari.

BARI - L'economia della Puglia è in una lenta fase di ripresa in cui cresce l'export ma soffre la domanda interna e in cui un giovane su tre non studia, non lavora e non è in fase di formazione. Sono alcuni dei dati qualitativi contenuti nel rapporto della Banca d'Italia sull'economia pugliese nel 2010, diffusi oggi a Bari.

Secondo l'indagine di Bankitalia, su un campione di 450 imprese e 30 istituti bancari, in Puglia il “clima di fiducia non cresce da più di un anno” ma “il fatturato delle imprese è aumentato del 4%: più che nel Mezzogiorno ma meno rispetto alla media nazionale”. Gli investimenti “diminuiscono del 16%” ma questo dato va letto in relazione al “crollo del 36% nel 2009”. Aumenta invece la redditività, intesa come saldo fra imprese in utile e in perdita, è passato dal 18 al 29%.

Cresce del 20,1% l'export, più rapidamente che nel resto d'Italia: il calo seguito alla crisi è stato quasi completamente riassorbito ma la Puglia ha perso peso nel commercio mondiale. A far registrare performance migliori sono i settori siderurgico, chimico-farmaceutico e meccanico-alimentare. I mercati di sbocco sono quelli tradizionali: Germania, Svizzera, Francia e Stati Uniti. Mentre è debole il posizionamento della Puglia nei mercati emergenti del Bric (Brasile, Russia, Cina e India) dove si esporta solo per il 3,2% della produzione.

Ristagna invece il settore delle costruzioni (il che spiega le sofferenze della domanda interna) dove diminuisce la produzione e si riducono le compravendite di abitazioni del 2,2% (meno 6,7% nel 2009). Dopo il peggioramento del 2009, la redditività nel settore delle costruzioni si è ulteriormente ridotta: il saldo tra imprese in utile e in perdita è del 30% (del 40% nel 2009). Aumentano invece del 2% le opere pubbliche “grazie ai bandi pubblicati dalla Regione Puglia”. Va bene il settore dell'agricoltura con un più 4% dopo un forte calo nel 2009; il commercio risente della crisi nella vendita al dettaglio con meno 0,2%, pur facendo meglio delle altre regioni del Sud dove lo stesso valore cala dello 0,8%.

Cresce ancora il turismo (più 4,2%) con il contributo determinante della presenza di stranieri (più 10%). Le condizioni del mercato del lavoro in Puglia sono migliori rispetto a quelle di altre regioni meridionali ma più gravi rispetto al resto del Paese: nel 2010 gli occupati sono diminuiti di altee 15mila unità (meno 1,2% in Puglia, meno 1,4% al Sud, meno 0,7% in Italia), portando al perdita complessiva a 64mila posti di lavoro. Il tasso di disoccupazione è aumentato così al 13,5%, e in una famiglia su cinque nessuno dei componenti lavora.

Tuttavia, tra ottobre e dicembre 2010, c'è stato un incremento del numero degli occupati dell'1,5%. Mentre la possibilità di trovare lavoro è scesa dal 29 al 25%. Più di un giovane su tre non lavora e non studia, e questo fa aumentare il numero dei Neet (not in education, employment or training): più di 17mila unità rispetto al 2008. Secondo il rapporto di Banca d'Italia, per il 2011 si prevedono, tra l'altro, un aumento del fatturato delle imprese fino al 6% e degli investimenti per il 7%; una riduzione della Cig (cassa integrazione) del 27,7% ma anche un ulteriore calo dell'occupazione del 4%.

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