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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Uso irriguo dei reflui del depuratore di Bufalaria: ecco il progetto

Si è tenuta oggi presso la sede dell’assessorato della Regione Puglia ai Trasporti e Lavori Pubblici, la conferenza stampa di presentazione del progetto sull'utilizzo in agricoltura dei reflui affinanti provenienti dal depuratore consortile di Bufalaria

Si è tenuta oggi presso la sede dell’assessorato della Regione Puglia ai Trasporti e Lavori Pubblici, la conferenza stampa di presentazione del progetto “Utilizzo dei reflui affinanti provenienti dal depuratore consortile di Carovigno nel comparto agricolo della Riserva Naturale dello Stato di Torre Guaceto”.

L’assessore ai Trasporti e Lavori Pubblici, Giovanni Giannini, il presidente del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, Vincenzo Epifani ed il vice presidente Nicolò Carnimeo hanno illustrato nel dettaglio il piano ideato dall’Ente gestore e finanziato per 6milioni e mezzo di euro dalla Regione.

Si tratta di un piano articolato che farà la differenza per l’Area Marina Protetta di Torre Guaceto ed i suoi produttori. Con l’attuazione di questo progetto si realizzeranno le opere necessarie al riuso della risorsa idrica dello scarico dell’impianto di depurazione consortile di Bufalaria (dove sono allacciati da tempo i comuni di San Vito dei Normanni e San Michele Salentino, e da pochi giorni anche quello di Carovigno) all’interno del comprensorio irriguo della riserva naturale dello Stato.

Il nuovo depuratore di Bufalaria

A oggi, i reflui depurati in tabella IV hanno come corpo recettore finale il Canale Reale, ma con l’attivazione del sistema delle trincee disperdenti che entrerà in funzione nel brevissimo periodo parte di questi reflui depurati verranno dispersi nella falda superficiale; con l’entrata in funzione della condotta sottomarina, per la conclusione della quale sono attualmente in corso i lavori, gli stessi verranno immessi all’esterno dell’Area Marina Protetta ad una profondità di 50 metri. Le opere previste all’interno del progetto presentato oggi integreranno tale sistema permettendo nel periodo primaverile ed estivo di raggiungere l’obbiettivo “scarico zero in mare”.

Attualmente le aree coltivate all’interno della Riserva di Torre Guaceto misurano circa 850 ettari; circa il 50 percento della superficie complessiva della riserva è occupata da seminativi, i quali, insieme all’oliveto secolare, costituiscono l’elemento rappresentativo del paesaggio agrario a monte della strada statale 379. Mentre, le rotazioni colturali, negli anni, vedono l’avvicendarsi di ortaggi, cereali e leguminose.

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Il volume potenzialmente disponibile dell’impianto per il riuso dei reflui affinati durante la stagione irrigua è di circa 4.015.600 metri cubi, quindi non solo soddisfa la domanda irrigua pari a 2.471.500 metri cubi, ma la supera di gran lunga.

Nell’ambito di questo progetto sarà realizzata un’adduzione alle reti irrigue esistenti che verrà alimentata mediante un bacino di accumulo e un impianto di sollevamento. E le aziende agricole operanti all’interno della Riserva che occupano oltre 650 ettari della stessa, che oggi si approvvigionano dalla falda, hanno già manifestato l’interesse al riuso della risorsa.

Il reimpiego della risorsa idrica affinata produce un duplice beneficio ambientale legato in primis al non scarico dei reflui trattati all’interno dell’Area Marina Protetta di Torre Guaceto, in seconda istanza alla limitazione dello stress della falda acquifera. Ad oggi sono ben 22 i pozzi attivi nell’area della riserva che, con la realizzazione degli interventi in progetto, verrebbero impiegati solo per eventuali irrigazioni di soccorso.

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Questo dato assume un’importanza significativa perché con la realizzazione delle opere in progetto, è possibile abbattere drasticamente la quantità d’acqua emunta dalla falda, con indubbio beneficio ambientale per la salvaguardia del corpo idrico sotterraneo oggi fortemente compromesso.

Il progetto prevede anche l’ampliamento dello specchio d’acqua naturale presente all’interno della Riserva Naturale di Torre Guaceto in corrispondenza della foce del Canale Reale, che raggiungerà una superfice pari al doppio di quella attuale, e migliorerà lo stato di conservazione ecologica attraverso l’immissione di acqua affinata con l’obbiettivo di aumentarne la superficie inondata di acqua dolce o debolmente salata all’interno della zona umida della Riserva.

Ciò consentirà, quindi, il ripristino di condizioni ambientali presumibilmente simili a quelle precedenti alla bonifica dell’area (avvenuta negli anni ’30), al fine di creare un sito maggiormente attrattivo per l'avifauna migratrice, aumentare la consistenza dei popolamenti di flora e fauna dulcacquicola, aumentare la diversità specifica e a scala di paesaggio della zona umida, e creare un’interruzione della continuità del combustibile nella zona umida, riducendo così la pericolosità di potenziali incendi.

Mappa Riserva Torre Guaceto
“Questo progetto è coerente con il Piano di tutela delle acque e porta con sé molti risvolti positivi – ha spiegato l’assessore Giovanni Giannini  -, tra questi un notevole risparmio di consumo di acqua potabile, che in Puglia viene attualmente importata dalla regioni limitrofe. Permette la chiusura dei pozzi e quindi di combattere la desertificazione in atto e la salinizzazione della falda. L’utilizzo dei reflui affinati consentirà una produzione qualitativamente migliore e più florida. Infine, metterà gli agricoltori nelle condizioni di risparmiare notevolmente sulla spesa irrigua e di non utilizzare fertilizzanti”.

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