Effetto domino sui lavoratori e rischio mora dei ritardati pagamenti del Comune
La constatazione che l'amministrazione comunale sia in ritardo nei pagamenti delle proprie fatture non costituisce certamente una novità. Un ritardo che potrebbe avere avuto conseguenze dolorose per le casse comunali a causa della eventuale richiesta degli interessi legali di mora
BRINDISI - La constatazione che l’amministrazione comunale sia in ritardo nei pagamenti delle proprie fatture non costituisce certamente una novità. Un ritardo che potrebbe avere avuto conseguenze dolorose per le casse comunali a causa della eventuale richiesta degli interessi legali di mora da parte degli interessati, che sono stati elevati all’8,25%, a partire dal 1° gennaio 2014.
Non si tratta certamente di somme irrisorie, come si potrebbe pensare. Per rendersene conto, è sufficiente fare riferimento, a titolo di esempio, al ritardo maturato nel passato nel pagamento di alcune fatture relative al servizio di ristorazione di competenza della pubblica istruzione, per complessivi 1.064.512,62 euro, che determinò la ditta interessata a chiedere al comune 118.987,72 euro, a titolo di interessi di mora.
Accade ora, che l’amministrazione è in arretrato anche nel pagamento di diverse fatture emesse dalla Monteco e dalla Multiservizi. Un ritardo nei pagamenti che ripropone in tutta la loro gravità, le difficoltà in cui sovente si dibattono le imprese, che stipulano contratti con la pubblica amministrazione, specie quelle di piccole o medie dimensioni, a causa della mancanza di liquidità, connessa con i notevoli ritardi nei pagamenti, che mettono a rischio la loro sopravvivenza, i posti di lavoro, soprattutto in questa fase di recessione e di difficile accesso al credito.
In questo caso particolare, non si ha cognizione di eventuali richieste di interessi legali di mora da parte della Monteco e Multiservizi, che comunque potrebbero essere richiesti successivamente, ma a quelle difficoltà fanno riferimento entrambe le società per giustificare il mancato pagamento degli stipendi ai propri dipendenti, sui quali viene scaricato l’effetto più pesante di questa situazione.
Infatti, per il lavoratore non ricevere lo stipendio, o riceverlo in ritardo, significa dover affrontare seri problemi nel condurre la propria vita familiare, specie per coloro che appartengono a nuclei familiari monoreddito, perché significa non poter pagare o pagare in ritardo i propri creditori ( affitti, mutuo, bollette ), che li espone al pagamento di sanzioni e interessi di mora, ma anche a problemi più gravi. Naturalmente, ove perdurasse questa situazione, potrebbero sempre ricorrere al prestito per andare avanti, per poter sopravvivere, ma anche in quel caso devono pagare gravosi interessi bancari.
Anche loro risultano comunque fortemente penalizzati, forse ancor più delle stesse imprese, perché la mancanza anche temporanea dello stipendio incide sulla loro quotidianità. Allora non si comprende perché nel caso venisse richiesto l’interesse di mora, una quota parte di esso non sia stornato ai lavoratori, che hanno tutto il diritto a venir riconosciuto il danno economico, che sono costretti a pagare sulla propria pelle e che spesso non viene tenuto in alcuna considerazione
Nondimeno l’amministrazione deve sbloccare con urgenza i pagamenti , per porre fine a tutto questo, restituendo tranquillità ai lavoratori . Non va comunque sottovalutato l’effetto perverso, che emerge dalla lettura del comma 2 dell’articolo 41 del recente decreto legge 66/2014, che impedisce alle pubbliche amministrazioni che non rispettano i tempi di pagamento di 90 giorni nel 2014 e 60 giorni a partire del 2015, di procedere a nuove assunzioni di personale a qualsiasi titolo e con qualsiasi tipologia contrattuale ( contratti di collaborazione o di somministrazione). Un vincolo che potrebbe interferire con gli eventuali programmi di assunzione del Comune.