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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia

Sealine Lab per cambiare il porto: presentata oggi l'iniziativa

BRINDISI – L’avventura dei trenta studenti delle Università di Ferrara, Venezia e Bari è cominciata questa mattina con la visita di alcune zone da riqualificare della città. Già individuati i quartieri e le zone che necessitano degli interventi più urgenti, studenti e professori dei diversi Politecnici hanno anche pensato a quali sono le strutture che potrebbero essere inserite nel contesto di riqualificazione.

BRINDISI – L’avventura dei trenta studenti delle Università di Ferrara, Venezia e Bari è cominciata questa mattina con la visita di alcune zone da riqualificare della città. Già individuati i quartieri e le zone che necessitano degli interventi più urgenti, studenti e professori dei diversi Politecnici hanno anche pensato a quali sono le strutture che potrebbero essere inserite nel contesto di riqualificazione.

Dall’ex stabilimento Estoril a Babylandia, il quartiere Sciaia sarà allo studio per essere collegato meglio al resto della città con un’attenzione particolare anche al porticciolo turistico. Lo stesso avverrà per la zona di Santa Maria del Casale, per il Seno Di Levante e per la zona dove si trova il capannone ex Montecatini che, come da suggerimento di amministrazione ed Autorità portuale, sarà dedicato ad un quartiere fieristico cittadino.

“L’obiettivo è quello che creare un collegamento tra la città e certe aree decentrate ma funzionali allo sviluppo – ha spiegato Roberto Di Giulio professore della Facoltà di architettura dell’Università di Ferrara – In particolare il Seno di levante potrebbe essere sfruttato in modo da restituire ai brindisini un tratto di lungomare che resta staccato dalla città dal fascio di binari e da alcuni dislivelli stradali”.

Dal Canale Patri al Cillarese cioè, i progetti tenteranno di collegare le due zone ma senza infrastrutturale troppo né aumentando i volumi delle costruzioni. L’idea di base, ha raccontato Di Giulio, è quella di ricucire attraverso aree verdi e nuova viabilità (a partire dallo smantellamento del fascio di binari) la città.

“Insieme all’Authority – ha voluto precisare Antonio Bruno, assessore all’Urbanistica del Comune di Brindisi – dobbiamo individuare e realizzare le soluzioni più giuste per rendere concreto il concetto di Città d’acqua. Il Piano regolatore della città non può prescindere da quello del porto ed insieme stiamo lavorando anche per il Pug”. Le difficoltà, secondo l’assessore Bruno, sarebbero nate proprio dopo l’istituzione della Legge 84 del 1994 che ha creato le Autorità portuali. Interessi diversi ed un modo diverso di intendere lo sviluppo, avrebbero cioè reso il porto di Brindisi meno attivo.

Gli studenti intanto, questa mattina sono stati accompagnati in motobarca e con un bus in giro per la città proprio nelle zone che dovranno "ridisegnare" con i loro progetti e si sono poi riuniti nell’ex convento di Santa Chiara (dove si svolgeranno anche tutti gli appuntamenti del workshop previsti per questi giorni): avranno tempo fino a sabato – giorno in cui è prevista l’esposizione dei progetti – per pensare le soluzioni urbanistiche che più si adattano ad una città come Brindisi.

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