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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Gasdotto a San Foca, giochi fatti ma i sindaci salentini non si arrendono

I giochi sono fatti, il decreto di Valutazione di ambientale favorevole (con numerose prescrizioni) è già stato firmato dal ministro dell'Ambiente malgrado il parere negativo di quello dei Beni culturali, il Consiglio dei Ministri ha fatto proprio questo assenso, il gasdotto Tap è stato nuovamente dichiarato opera strategica sia dal governo italiano che dalla Commissione europea, ma i focolai di resistenza nel Salento rimangono e anche il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha confermato la propria contrarietà alla scelta del sito di San Foca

BARI – I giochi sono fatti, il decreto di Valutazione di  ambientale favorevole (con numerose prescrizioni) è già stato firmato dal ministro dell’Ambiente malgrado il parere negativo di quello dei Beni culturali, il Consiglio dei Ministri ha fatto proprio questo assenso, il gasdotto Tap è stato nuovamente dichiarato opera strategica sia dal governo italiano che dalla Commissione europea, ma i focolai di resistenza nel  Salento rimangono e anche il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha confermato la propria contrarietà alla scelta del sito di San Foca e condivide la necessità di un tavolo tecnico per proporre al governo un’area di sbarco alternativa. Quale, Brindisi?

Forse sì, visto che spostare il punto di approdo a nord di San Cataldo, ma sempre in territorio leccese, non cambierebbe l’atteggiamento negativo dei sindaci salentini. C’è sempre Brindisi su cui scaricare la patata bollente, con un gran lavorio dei politici della zona preoccupatissimi in vista delle elezioni regionali del 2015. Ma Tap ha già in tasca tutto ciò che serve per avviare i lavori, deve solo ottemperare alle prescrizioni del Comitato Via e del Mattm. Ciò malgrado il consorzio internazionale che dovrà costruire il ramo europeo del gasdotto che trasporterà il metano dei giacimenti azeri del Mar Caspio attraverso la Turchia fino alla frontiera greca, si dimostra laicamente attento al dibattito in Puglia e ad ascoltare tutto ciò che riguarda una proposta alternativa.

E’ chiaro che Tap ha una tabella di marcia che non ha alcuna intenzione di allungare di due anni come minimo per ripetere tutta la procedura autorizzativa per un sito di sbarco del tratto sottomarino Albania-Puglia del gasdotto alternativo a quello di San Foca, e non ha tempo l’Europa in cerca di nuovi approvvigionamenti di metano visto che le crisi ucraina e libica mettono in discussione le certezze sui rifornimenti da Russia e Africa Settentrionale. Ieri, intervistato a margine dell’Energy Summit di Milano, l’amministratore delegato di Tap Italia Giampaolo Russo si è espresso sulla questione dell’ipotizzato approdo alternativo per il gasdotto transadriatico in questo modo: “Noi ci teniamo che si parli di un eventuale cambio di approdo sulla base di elementi di natura tecnico ambientale”; e ancora: “Per attuare davvero una alternativa ci deve essere un allineamento delle diverse istanze politiche, quindi governo, regione, territori”.

Oggi finalmente prende forma un tavolo regionale su questa materia, e ad esso Tap guarderà con il massimo rispetto, ha fatto sapere il manager. Ma Tap è contestualmente consapevole però che il suo progetto di approdo a San Foca è oggi validato per qualità ambientale dal parere della Commissione tecnica nazionale Via e dal decreto di compatibilità ambientale firmato dal Ministro dell’Ambiente. “Come è evidente risultano dunque del tutto pretestuose le dichiarazioni di chi in queste ore accusa di Tap di volersi sottrarre a un  confronto sulla localizzazione dell’approdo che l’azienda ha invano chiesto, in primo luogo alla Regione, per anni”. 

E’ invece il presidente Vendola a dare notizia dell’incontro con i sindaci dell’area attorno a San Foca: “Si è stabilità una straordinaria sintonia tra l’amministrazione regionale e le comunità dell’intero Salento. Abbiamo condiviso un giudizio che è drasticamente negativo sulla localizzazione a San Foca, nel comune di Melendugno, dell’approdo del gasdotto Tap. Ed è questo un parere negativo che non è frutto di un pregiudizio ideologico, bensì di un giudizio scientifico condiviso da un’amministrazione centrale dello Stato come il Ministero dei beni culturali”, ha dichiarato il governatore della Puglia.

Il percorso del gasdotto Tap “Abbiamo contestato - ha continuato Vendola - una localizzazione in un sito di pregio naturalistico culturale, archeologico, paesistico eccezionale e crediamo che questa individuazione sia completamente sbagliata. Noi abbiamo dato la disponibilità a lavorare per la ricerca di siti alternativi. E per questo abbiamo deciso che da oggi parte un tavolo tecnico congiunto che si occuperà delle alternative localizzative. Un tavolo congiunto con Regione, sindaci e Anci. Io mi impegno, da presidente della Regione, a garantire un atteggiamento di accompagnamento leale e determinato nella rivendicazione di un modello di sviluppo rispettoso delle caratteristiche di questa regione. Farò – ha sottolineato il presidente - tutto quello che è nelle mie competenze affinché il governo nazionale cambi opinione. E, ribadisco, non siamo sul terreno della contestazione ideologica. Le comunità che oggi si ribellano sono amministrate da governi sia di centrodestra che di centrosinistra”.

Infine una stoccata al premier: “Infine vorrei dire a Renzi – ha concluso Vendola – che in Puglia non c’è la sindrome di Nimby. Noi abbiamo detto tanti sì, ma vogliamo che questi sì siano compatibili con il nostro territorio, con la sua cultura e la sua storia. Da oggi Regione e sindaci sono come un solo uomo impegnati affinché il governo faccia una scelta saggia, cambiare cioè la localizzazione del gasdotto”. All’incontro hanno partecipato i sindaci dei comuni di Vernole, Melendugno, Lizzanello, Castrì di Lecce, Carmiano, Guagnano e Tricase.

Piuttosto, è un altro il problema di questi giorni: le opposizioni sempre più forti che sta incontrando il raddoppio del gasdotto Brindisi-Minerbio che dovrà garantire che il gas sbarcato in Puglia raggiunga la rete europea, altrimenti i 10 miliardi di metri cubi di gas naturale che Tap deve garantire ogni anno, raddoppiabili, sarebbero ostacolati da una grave strozzatura. L’Umbria ha confermato il proprio no alla nuova condotta Snam proprio nelle ultime ore.

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