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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Agricoltura: export e giovani in crescita, ma danni da sanzioni ed errori

Coldiretti Puglia commenta il blocco del 90 per cento di 5mila domande di imprenditoria giovanile e il problema dell'embargo russo

Cresce l’export di prodotti agricoli della Puglia, mentre 5mila under 40 nella nostra regione hanno presentato domanda per diventare imprenditori nelle campagne, ma sono bloccati dagli errori di programmazione della Regione. Lo fa sapere Coldiretti Puglia richiamando due recenti report rispettivamente di Istat e Svimez. In questo scenario è importante anche il ruolo del territorio agricolo brindisino, che diventa in prospettiva una determinante condizione di sviluppo e lavoro.

Cresce l’export dei prodotti pugliesi

Cresce nel primo trimestre 2019 del 26,9% l’export pugliese di prodotti della lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi, una conferma della grande dinamicità del settore, nonostante il gap della logistica che la Puglia e l’Italia scontano rispetto ad altri Paesi. E’ Coldiretti Puglia a commentare i dati Istat sulle esportazioni che nel segmento ortofrutticolo pugliese segnano un ulteriore balzo in avanti.

“E’ il successo dell’export legato a precisi distretti produttivi, con Foggia che fa la parte da leone in Puglia, vive una crescita tangibile grazie soprattutto agli sbocchi in Germania e negli Stati Uniti di ortofrutta e conserve che registrano una crescita del 16%”, dice Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

“Oltre agli scambi storici e consolidati verso la Germania – aggiunge il presidente Muraglia - la Puglia si è imposta negli ultimi anni in Tunisia, Francia, Polonia, Regno Unito e Svizzera, oltre a Benelux, Scandinavia, Spagna, Albania, Grecia”.

“La specializzazione strutturale dell’ortofrutticoltura pugliese, legata alla spiccata vocazione pedoclimatica, flessibilità e tradizione imprenditoriale, consente di proporre una amplissima gamma di prodotti, supportata dalle grandi performance produttive. Tutto ciò va tutelato e promosso sui mercati italiani e mondiali”.

Marchio prodotti di Puglia, ortofrutta

Il danno arrecato dalle sanzioni alla Russia

Ancora bassa invece la capacità di esportazione in Cina, Russia (problema delle sanzioni, che svantaggia l’Italia, ndr), Giappone – dice Coldiretti Puglia - un tema su cui impattano problematiche di conservazione degli alimenti, complessità logistica e lontananza dei mercati. In particolare, le esportazioni dell’agroalimentare pugliese in Russia hanno perso oltre 160milioni di euro in 5 anni, a causa dell’embargo totale sancito come reazione nel 2014 dalla stessa Russia.

Secondo una analisi di Coldiretti Puglia fatta dopo la decisione del Consiglio europeo di estendere di altri sei mesi le sanzioni economiche alla Russia per la guerra in Ucraina, ciò porterà molto probabilmente al rinnovo dell’embargo deciso da Putin come ritorsione quasi 5 anni fa. “Si registra un crollo del 78% in valore dell’agroalimentare esportato, passato da 55 milioni di euro nel 2014 ad 11 milioni di euro nel 2019 – conclude il presidente Muraglia - un blocco dell’export, dunque, molto dannoso per la Puglia”.

Il dato è confermato anche da Ismea, aggiunge Coldiretti Puglia, che segnala la forte battuta di arresto dell’export a causa dell’embargo russo per alcuni settori chiave come frutta fresca, carni, latte e derivati, prodotti spesso legati ad aree circoscritte come Puglia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Puglia e Lazio, per le quali il danno economico è ancora più rilevante.

La Puglia, secondo i dati Ismea, è prima in Italia per aziende ortive in piena area (ortaggi non coltivati in serre), seconda dietro la Sicilia per frutteti, terza per i legumi. In particolare ha numeri da record – aggiunge Coldiretti Puglia - su pesche, uva da tavola e agrumi per quanto riguarda la frutta, mentre nelle produzioni ortive su lattughe, fave, carciofi e pomodori da industria.

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Il ritorno dei giovani all’agricoltura

Uno storico ritorno alla terra che ha portato 5mila giovani under 40 a presentare domanda per l’insediamento in agricoltura in Puglia, ma quasi 9 richieste su 10 (86%) non sono state al momento accolte per colpa degli errori di programmazione dell’Amministrazione Regionale con il rischio concreto di restituzione dei fondi disponibili a Bruxelles, annota polemicamente Coldiretti.

E’ quanto emerge da una analisi della stessa Coldiretti Puglia, in riferimento al rapporto Svimez sull’utilizzo delle risorse comunitarie relative ai Piani di Sviluppo Rurale (Psr) del periodo 2014-2020 nelle regioni del Sud, al 1° gennaio 2019.

“La voglia dei giovani pugliesi di investire in agricoltura è testimoniata dal numero di domande presentate per il primo insediamento e il pacchetto giovani del Psr Puglia. Sul bando del Psr per i giovani, a fronte delle 5.202 domande presentate, solo 750 domande sono state ammesse all’istruttoria, poco più di 1 domanda su 10. Di queste solo 1 risulta istruita, mentre si aspetta la sentenza del Tar a settembre”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

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Il contenzioso sul Piano di sviluppo rurale

Una sconfitta per le speranze di tanti giovani, ma anche per il Paese che – sostiene la Coldiretti – perde opportunità strategiche per lo sviluppo in un settore chiave per la ripresa economica, l’occupazione e la sostenibilità ambientale soprattutto nel Mezzogiorno dove maggiore è il bisogno occupazionale e più elevati sono i tassi di fuga dei giovani come dimostra l’analisi di Svimez sull’emigrazione che supera l'immigrazione al Sud.

“Sono troppe le “molestie” che un giovane che vuole fare impresa in agricoltura si trova costretto a subire. Aspettare oltre 3 anni per poter trasformare il proprio sogno in attività imprenditoriale agricola, per colpa di una burocrazia che spesso compromette il destino di un’impresa giovane – insiste il presidente Muraglia -  sottrae ricchezza alla Puglia e all’Italia. Un esercito di giovani talenti patriottici, pronto ad investire in agricoltura, costretto spesso a fare le valigie per lasciare la Puglia, in cerca di un lavoro”, conclude il presidente Muraglia.

Secondo una indagine Coldiretti/Ixè, le aziende agricole condotte dai giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento della media e il 50 per cento di occupati per azienda in più. La Puglia è al top per numero di imprese giovani under 35 in agricoltura, posizionandosi al secondo posto della classifica nazionale, segnala Coldiretti Puglia, con un aumento del 14% rispetto a tre anni fa.

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Cresce l’attitudine alla multifunzionalità in agricoltura, con il 42% dei giovani imprenditori agricoli pugliesi concentrati sulla diversificazione aziendale, con particolare attenzione alla vendita diretta (31%), alla trasformazione agroalimentare (30%) e all’agriturismo (22%), secondo i dati dello studio di Coldiretti Puglia sull’identikit del contadino 4.0, presentati in occasione della premiazione dei vincitori dell’Oscar Green Puglia 2019.

Risultano particolarmente attivi sui mercati locali (65%), su quelli nazionali e internazionali senza intermediazione (37,5) e si rivelano molto attenti all’informatizzazione applicata – continua Coldiretti Puglia - per rendere più efficace ed efficiente la commercializzazione dei prodotti, la contabilità e la comunicazione esterna, i giovani imprenditori agricoli pugliesi scelgono in prima battuta di avviare l’attività facendo ricorso ai finanziamenti pubblici (73%).

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