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Tecnimont e Biomateriali, è allarme

BRINDISI – Resta critica la situazione per i dipendenti di Tecnimont Brindisi e ed ex Biomateriali, cento unità altamente specializzate nella progettazione di impianti di chimica industriale nel primo caso, e di protesi sintetiche nel secondo. Venerdì 9 settembre i sindacati di categoria Filctem Cgil, Femca Cisl e Uilcem Uil hanno infatti appreso da Tecnimont che nessuna delle quattro verifiche della possibilità di passaggio del personale ad altre imprese ha dato esiti, mentre altre due società non si sono presentate agli incontri. Per Biomateriali senza seguito l’ipotesi del passaggio dei dipendenti ad un’altra società del polo biomedico operante in Cittadella della Ricerca, e nessuna risposta né dalla Regione né dalla Provincia di Brindisi.

BRINDISI – Resta critica la situazione per i dipendenti di Tecnimont Brindisi e ed ex Biomateriali, cento unità altamente specializzate nella progettazione di impianti di chimica industriale nel primo caso, e di protesi sintetiche nel secondo. Venerdì 9 settembre i sindacati di categoria Filctem Cgil, Femca Cisl e Uilcem Uil hanno infatti appreso da Tecnimont che nessuna delle quattro verifiche della possibilità di passaggio del personale ad altre imprese ha dato esiti, mentre altre due società non si sono presentate agli incontri. Per Biomateriali senza seguito l’ipotesi del passaggio dei dipendenti ad un’altra società del polo biomedico operante in Cittadella della Ricerca, e nessuna risposta né dalla Regione né dalla Provincia di Brindisi.

La politica locale in questa fase sembra svanita, i sindacati si augurano che presto invece le due vertenze riacquisiscano spinta istituzionale. Cominciamo dal caso Tecnimont, un grande gruppo italiano di engineering con sede centrale a Milano, che da diversi mesi sta ristrutturando la propria presenza sul territorio con la chiusura in sequenza di quattro centri di progettazione, tra i quali quello di Brindisi, che ha poco meno di 70 unità, la maggior parte delle quali ingegneri specializzati in impianti per la produzione di polimeri avanzati (uno dei clienti è stata a lungo Basell).

Tecnimont, sulla base della disponibilità a garantire tre anni e tre mesi di commesse – con riduzione graduale di questo impegno – alla società disposta a rilevare il suo personale di Brindisi, ha fatto sapere che nessuna delle quattro opzioni manifestatasi è risultata al momento praticabile, mentre altre due delle potenziali, ipotetiche manifestazioni di interesse, quelle di Impes Engineering e D’Appolonia, non si sono neppure palesate.

Nel dettaglio, come riassume Emiliano Giannoccaro segretario di Femca Cisl Brindisi, la Pec di Taranto ha ritirato la propria potenziale disponibilità. Anche un manager di Tecnimont ha rinunciato a creare una nuova azienda di progettazione con il personale dell’azienda, dopo aver valutato troppo alto il costo del lavoro. Tecnimont, dal canto proprio, ha detto no all’offerta di un’altra società di Taranto, la Comes, disposta a rilevare solo 25-26 unità dall’organico del centro di progettazione in chiusura, ma sulla base di una riduzione del costo del lavoro che avrebbe dovuto preliminarmente attuare la stessa Tecnimont – spiega Giannoccaro – e con la garanzia di un contratto che avrebbe privilegiato Comes per le esternalizzazioni future, oltre ad un aumento del periodo di 39 mesi attribuzione delle commesse.

Resta solo uno spiraglio con Impes Service, che opera a Brindisi da una quarantina d’anni. Quest’azienda ha valutato di non andare oltre la manifestazione di interesse a causa del costo del lavoro, che in Tecnimont Brindisi sarebbe di 47 euro/ora di ingegneria, contro i 35 euro/ora del mercato. Su questo punto tuttavia si può ragionare, secondo il sindacato. Tecnimont pare però restia ad attuare tale passaggio (forse anche per non crearsi da sola una concorrente, e per di più concedendo 39 mesi di commesse). Impes Service tuttavia mantiene l’interesse per l’operazione, resta da vedere cosà riusciranno a fare politica e istituzioni.

Infatti per oggi la società milanese avrebbe dovuto formalizzare una richiesta di incontro presso l’assessorato provinciale al Mercato del Lavoro, per verificare la possibilità di ottenere un anno di Cassa integrazione speciale al posto della mobilità che comunque è ormai prossima a scattare: il giorno che Tecnimont mantiene fermo come termine è il 30 settembre. Peraltro, l’unica soluzione alternativa certa che resta in piedi al momento e su cui Tecnimont non cede di un millimetro malgrado il pressing della Fulc è quella della rilocazione in altre sedi del personale, e non il trasferimento. La differenza non è sottile ma di sostanza: la rilocazione non presuppone alcuna indennità, e per chi dovesse spostarsi da Brindisi o Lecce a Milano la cosa non è certo secondaria.

A questo punto i sindacati, conclude Giannoccaro, chiederanno anche una accelerazione dell’iniziativa su Tecnimont Brindisi della task force regionale ed il recupero degli impegni assunti dalla politica. Idem per la situazione di Biomateriali, venuta meno l’ipotesi del passaggio delle unità (poco meno di 30) alla nuova società di un imprenditore brindisino sorta in Cittadella della Ricerca dopo la chiusura di Polimekon, Scientec. Per i tecnici altamente qualificati dell’azienda prima acquistata e poi chiusa dal gruppo statunitense Le Maitre, la cassa integrazione speciale scadrà il 31 dicembre 2011.

Istruttiva e amara, la vicenda di Biomateriali, nata con i fondi per il Mezzogiorno, che ha subito l’assorbimento dei know-how, delle scorte e alla fine anche dei macchinari da Le Maitre, che ha trasferito tutto negli Usa nel suo centro nell’area metropolitana di Boston. Operazione fallimentare per gli americani, che una volta esaurita la vendita delle protesi aortiche sintetiche prodotte nei laboratori in Cittadella della Ricerca, non sono riusciti a far funzionare le macchine trasferite dall’Italia per i differenziali di energia elettrica esistenti con la rete Usa che hanno reso vano anche ogni tentativo di adattamento, rendendo inutilizzabili gli apparati.

fulc su tecnimont-12 settembre

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