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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Terminal crociere, frattura istituzionale

BRINDISI – Rottura tra Autorità Portuale e amministrazioni locali sull’operazione del terminal crociere a Costa Morena Est: in Comitato portuale la delibera che prevede un bando di gara aperto per l’affidamento dei servizi del futuro terminal è passata con soli 7 voti su 6, e lo strappo politico è evidentissimo. Sarebbe finita 7 a 7 se il rappresentante della Provincia, l’assessore Enzo Baldassarre, invece della scelta di non partecipare al voto avesse invece votato contro, visto che aveva proposto – proprio per evitare rotture – di rinviare l’argomento per andare invece ad uno studio di fattibilità sul terminal. Ed è proprio ciò che chi si è schierato contro la delibera rimprovera a Baldassarre.

BRINDISI – Rottura tra Autorità Portuale e amministrazioni locali sull’operazione del terminal crociere a Costa Morena Est: in Comitato portuale la delibera che prevede un bando di gara aperto per l’affidamento dei servizi del futuro terminal è passata con soli 7 voti su 6, e lo strappo politico è evidentissimo. Sarebbe finita 7 a 7 se il rappresentante della Provincia, l’assessore Enzo Baldassarre, invece della scelta di non partecipare al voto avesse invece votato contro, visto che aveva proposto – proprio per evitare rotture – di rinviare l’argomento per andare invece ad uno studio di fattibilità sul terminal. Ed è proprio ciò che chi si è schierato contro la delibera rimprovera a Baldassarre.

Rottura in Comitato portuale - “Ma io ho voluto lavorare per evitare lacerazioni. Purtroppo mi sono visto respingere proprio dall’Autorità portuale, dal presidente Haralambidis e dal segretario Del Nobile, la proposta di un rinvio finalizzata ad uno studio di fattibilità su cui tutti avremmo potuto trovare un punto di accordo”, dice Baldassarre. “Altrimenti avrei dovuto votare contro, come avrei votato contro anche alla proroga della concessione all’impresa Barretta se avessi potuto restare in comitato, invece di dover correre alla Provincia per partecipare alla giunta”, si giustifica l’assessore. “Certo è gravissimo che l’Autorità portuale non tenga conto delle posizioni e delle proposte del Comune di Brindisi e della Provincia, e qualcuno dovrebbe rendersene ormai conto”.

Hanno votato contro la delibera per la gara, oltre al Comune, anche il rappresentante degli spedizionieri, Adriano Guadalupi, quello degli agenti marittimi, Teo Titi, e i tre rappresentanti dei lavoratori delle imprese portuali. A favore oltre al presidente Iraklis Haralambidis, anche la  Capitaneria di Porto, il funzionario che rappresentava la Regione Puglia, la rappresentante di lavoratori dell’Authority, quello delle Ferrovie, il rappresentante dei sindacati, Antonio Licchello, e l’Ufficio delle Dogane. Un punto di tensione è stato raggiunto anche quando il segretario generale Nicola Del Nobile ha impedito a Titi di prendere la parola prima del voto. L’agente marittimo si era assentato per un’ora per ragioni urgenti di famiglia, e quando si è ripresentato alla seduta era ancora in corso il dibattito sul punto, ma non gli è stato consentito di parlare.

Gara per i servizi di un terminal che non c’è -  Il pesante dubbio che aleggia sulla delibera è l’urgenza che si è voluta applicare all’affidamento di un servizio, quello ai passeggeri delle navi da crociera, senza che esista ancora il terminal da gestire, senza che siano stati quantificati i costi dell’operazione, senza che alcuna compagnia da crociera abbia mai sottoscritto un impegno per un determinato numero di scali annui a Brindisi, senza che sia stato quantificato il valore della concessione. L’impressione è che per motivi incomprensibili la cosa più importante sia l’affidamento del servizio, piuttosto che il traffico e lo stesso terminal (vedi la proposta di Baldassarre bocciata). Tanto che qualcuno ritiene che in realtà l’Autorità Portuale abbia già in vitro uno schema di concessione con i requisiti richiesti alle società che intendessero partecipare alla gara, inclusa la clausola degli almeno 5 anni di esperienza nel campo delle crociere, cosa che escluderebbe in partenza ogni impresa o associazione di imprese brindisine, malgrado la lunga esperienza invece in altre attività di servizio portuale e marittimo.

Riepilogando. Insistenza sulla gara per la gestione dei servizi prima ancora che sia portato in Comitato portuale un piano economico ed un progetto di massima del terminal. Sino al punto da rompere, su questo punto, con le amministrazioni locali e importanti categorie di operatori. Nei mesi precedenti il cambio di gestione all'Authority, era stato predisposto un protocollo tra il presidente uscente Giuseppe Giurgola e un cartello di società del settore per formare una Newco composta da Msc Crociere di Napoli, Royal Caribbean di Miami, Bassani Spa di Venezia e Venezia Terminal Passeggeri. E se la gara dovesse essere aggiudicata ad una di queste società, non sarebbe un ostacolo obiettivo all’arrivo nel porto di Brindisi di altre compagnie concorrenti? E perché il terminal da affidare in gestione ad un privato deve essere costruito con i soldi pubblici, senza che il privato firmi alcun impegno per garantire un traffico annuale certo al porto di Brindisi? Perché non si fa come a Barcellona e altrove, dove ai privati sono state concesse le banchine, ma i soldi per i terminal li hanno tirati fuori le compagnie, vincolandosi così a quei porti?

Da tenere presente che dubbi di tal genere non li solleva il cronista, che certo non è un operatore marittimo, ma un agente della stessa Royal Caribbean sul porto di Bari, che è proprio Teo Titi, ed altri suoi colleghi di lunga esperienza. Ecco cosa non quadra della riunione di questa mattina, giovedì 22 dicembre 2011. Ecco perché non convincono l’urgenza, la parola negata a Titi, la rottura col Comune (a proposito, resta sconcertante il ruolo che in  questa vicenda continua ad assumere la Regione Puglia, e qualcuno dovrebbe dirlo a Vendola, prima o poi, meglio prima). Non si può rispondere alla critiche e ai dubbi dicendo che “allora voi non volete le crociere”. No, Brindisi vuole anche le crociere, ma proprio perché le vuole chiede – attraverso i suoi operatori portuali – che non si facciano regali a nessuno senza impegni precisi in cambio, che non si spenda una lira senza contropartite per la città. Nessun battage pubblicitario, come quello dei giorni scorsi a pagamento su IlSole24Ore da parte del presidente Iraklis Haralambidis può coprire ciò che si è consumato oggi.

E i Barretta restano lì - Sconcertante anche l’intera vicenda della base rimorchiatori della Fratelli Barretta. Col solo voto contrario di Titi è stata votata una sanatoria che copre i mesi dal gennaio 2011 ad oggi, in cui quella banchina è stata occupata, almeno sino a giugno scorso, solo in virtù di un decreto presidenziale, anche se l’impresa aveva fatto domanda di rinnovo a dicembre 2010. Ma tutto era stato lasciato cadere perché nessuno ha mai realmente trovato una soluzione alternativa. Ora la sanatoria e altri sei mesi di proroga sino al giugno 2012. E poi? E poi sembra che la stessa società di rimorchio abbia trovato la soluzione, che è quella del trasferimento della logistica in un immobile acquistato sempre in via Thaon de Revel. E dato che un’ordinanza di vecchia data della Capitaneria prescrive che non vi debba essere grande distanza tra deposito e ormeggi dei rimorchiatori, come finirà la storia è chiaro: i Barretta resteranno dove sono. La condizione del pronto impiego? Logica vorrebbe che i rimorchiatori avessero gli ormeggi nel porto medio o nel porto industriale, dove si svolge il 95 per cento del traffico del porto di Brindisi. La logica, appunto.

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