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Traghetto bloccato: la rabbia dei passeggeri, vergogna per il porto

BRINDISI – Ecco la prima risposta dell’Autorità Portuale alla crisi del traffico passeggeri, merci e Tir tra Brindisi e Valona. Una nave traghetto proveniente dall’Albania costretta a restare un’ora e mezza in attesa fuori dal porto, vuoto ma dove però tutto sembra complicato. Passeggeri e armatore greco infuriati, e la prospettiva di perdere anche questa nave.

BRINDISI – Ecco la prima risposta dell’Autorità Portuale alla crisi del traffico passeggeri, merci e Tir tra Brindisi e Valona. Una nave traghetto proveniente dall’Albania costretta a restare un’ora e mezza in attesa fuori dal porto, vuoto ma dove però tutto sembra complicato. Passeggeri e armatore greco infuriati, e la prospettiva di perdere anche questa nave.

E’ accaduto questa sera. Lo denuncia l'assessore comunale al Turismo, Teo Titi. Il cosiddetto Terminal Albania nel Seno di Levante è impraticabile, tutto transennato. Una delle due rampe di attracco sta cedendo ed è inutilizzabile, l’altra idem ma perchè sono in corso lavori che non serviranno certo né ai passeggeri, né agli armatori. Gli agenti marittimi chiedono da tempo lo spostamento delle due navi rimaste, la Red Star One (appena rientrata dopo un lungo servizio invernale nel Mar Libico a traghettare profughi e materiali umanitari), e la Ionian Spirit della compagnia Agoudimos, a Costa Morena dove sono state realizzate ormai due anni fa due nuove rampe basse proprio per le piccole unità che fanno la linea per Valona.

L’ordine di spostamento però non è mai arrivato: si fanno lavori e non si utilizzano. E nel Seno di Ponente invece non si può ormeggiare. Il porto dell’incredibile non delude mai. Per questa ragione l’Agoudimos nei mesi scorsi ha preferito mettere in linea a Bari e non a Brindisi la sua Ionian Sky per coprire il collegamento con Durazzo. Ma qui si è continuato a parlare anche durante “gli ultimi giorni di Pompei” di improbabili terminal crociere.

Per la Brindisi - Valona e viceversa, dunque, la soluzione tappabuchi è stata trovata sempre nel porto interno: la Banchina Carbonifera, quella sotto la ex stazione marittima. E visto che i lavori in corso bloccano tutto, per fare bunkeraggio, cioè rifornimento di gasolio, le navi dopo aver scaricato si devono spostare dall’altra parte del Seno di Levante. Da qui la decisione dell’armatore di far partire in anticipo la nave da Valona: prima si sarebbero sbrigate le operazioni di sbarco a Brindisi, prima si sarebbe potuto spostare la nave sulla banchina opposta. I camion cisterna non aspettano all’infinito.

E infatti questa sera, dopo la lunga attesa fuori dal porto e la conclusione di operazioni di sbarco rese agitatissime dalla sacrosanta ira dei passeggeri che si sono sfogati con l’agente marittimo incolpevole, due autocisterne su tre se ne erano andate senza attendere oltre. E’ questo il porto di Brindisi, è questa la storia che il nuovo presidente dell’Autorità Portuale, Hercules Haralambides, si è persa perché è in ferie. Lo avrebbe aiutato a capire di più in che razza di situazione si è cacciato, e con che problemi avrà a che fare. Perché, visto che c’era la soluzione di riserva, la nave è rimasta fuori fino alle 20?

Ma manca la parte più sconcertante. Nessuno ha avvisato dall’Autorità Portuale l’agente raccomandatario dell’Agoudimos, Franco Aversa, che la Ionian Spirit era bloccata fuori dal porto, impedendogli di intervenire in tempo. Aversa è stato rintracciato telefonicamente dal comandante del traghetto, circondato da passeggeri che hanno minacciato di raggiungere Brindisi con le scialuppe.

Ora, visto che l’assessore regionale alla Mobilità, Guglielmo Minervini ha giudicato da un lato grave la situazione del porto di Brindisi, e dall’altro positiva la scelta della nomina di Haralambides, valuti che iniziative deve intraprendere la Regione a tutela dei passeggeri, in gran parte albanesi, della tormentata tratta per Valona, che da anni sono esposti a disagi inaccettabili, e degli interessi economici e commerciali di un porto strategico per lo sviluppo della logistica marittima della Puglia. Anche i cronisti sono stanchi di raccontare da lunghissimo tempo episodi di violazione dei diritti dei passeggeri, di aree sterili che a Brindisi pare impossibile realizzare e gestire, di lavori che si realizzano per uno scopo come il Terminal Albania, e vengono destinati invece a uffici per le forze di polizia e la dogana.

Tutta l’intera ex stazione marittima è un enorme ufficio che alimenta però sé stesso e basta. I passeggeri fuori sotto il sole e la pioggia in via Spalato; le rampe nuove mai utilizzate a Costa Morena mentre gli armatori fuggono altrove. Stazioni marittime progettate lontano dal sito dove devono sorgere i nuovi accosti, progetto a sua volta in grave ritardo di attuazione, e un fiume di parole e carte dedicate a traffici crocieristici improbabili, ed altrettanto improbabili rassegne dai fatturati (in senso di ricadute economiche per la città e il porto) mai certificati.

I passeggeri che stasera gridavano tutta la loro frustrazione sono la rappresentazione di una crisi gravissima. L’assessore Minervini, che è persona concreta e disponibile, dovrebbe fare un giro assieme ad armatori e agenti marittimi, e poi trarre le conclusioni che ritiene. Perché a Brindisi – giunti a questo punto - forse è meglio eliminarla, l’Autorità Portuale, e fare governare il porto da Bari o Taranto. Le cose potrebbero andare solo meglio.

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