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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Un'ordinanza della Corte Costituzionale ferma Haralambides: pubblici poteri solo a italiani

BRINDISI – Questa volta le cordate e i rovesciamenti di fronte legati alla politica non c’entrano: è la Corte Costituzionale che ha calato un masso di granito sulla strada che da Rotterdam porta a Brindisi, mettendo fortemente in discussione la nomina a presidente dell’Autorità Portuale del professore ellenico di Economia Marittima, Hercules Haralambides. Il 15 aprile infatti a Palazzo della Consulta è stata depositata un’ordinanza con cui si dichiara “la manifesta inammissibilità della questione di legittimità costituzionale dell’articolo 38, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 (Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche), sollevata, in riferimento agli articoli 4 e 51 della Costituzione, dal Giudice del lavoro del Tribunale ordinario di Rimini”. Cioè, quel comma è pienamente corrispondente ai dettami della Costituzione Italiana.

BRINDISI – Questa volta le cordate e i rovesciamenti di fronte legati alla politica non c’entrano: è la Corte Costituzionale che ha calato un masso di granito sulla strada che da Rotterdam porta a Brindisi, mettendo fortemente in discussione la nomina a presidente dell’Autorità Portuale del professore ellenico di Economia Marittima, Hercules Haralambides. Il 15 aprile infatti a Palazzo della Consulta è stata depositata un’ordinanza con cui si dichiara “la manifesta inammissibilità della questione di legittimità costituzionale dell’articolo 38, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 (Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche), sollevata, in riferimento agli articoli 4 e 51 della Costituzione, dal Giudice del lavoro del Tribunale ordinario di Rimini”. Cioè, quel comma è pienamente corrispondente ai dettami della Costituzione Italiana.

Che la fattispecie su cui la Corte Costituzionale si è pronunciata riguardi il ricorso di una cittadina colombiana contro l’esclusione da un concorso bandito dalla Asl di Rimini poco importa. Recita infatti il comma 1 dell’articolo 38: “I cittadini degli Stati membri dell'Unione europea possono accedere ai posti di lavoro presso le amministrazioni pubbliche che non implicano esercizio diretto o indiretto di pubblici poteri, ovvero non attengono alla tutela dell'interesse nazionale”. Ed è pacifico che il presidente di una Authority eserciti pubblici poteri. Quindi l’opzione Haralambides, che pure non avrebbe incontrato opposizione a Bari da parte del governatore Vendola, dovrebbe essere ritirata dallo stesso ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, al quale – ora dice qualcuno – la nomina del papa straniero non suscitava particolari entusiasmi essendo stata confezionata essenzialmente nell’ambito dell’entourage di Claudio Scajola: il più volte citato asse tra Enrico Musso, senatore del Pdl e collega d’insegnamento di Haralambides, polo ligure della vicenda, e il polo brindisino rappresentato dal senatore Michele Saccomanno e dall’onorevole Luigi Vitali, che l’hanno offerta al sindaco Domenico Mennitti su un piatto d’argento.

Dopo gli ultimi sviluppi della vicenda quel piatto d’argento starebbe meglio in un affresco biblico assieme a Salomè, ma è certo che Hercules Haralambides la sua testa la metterà al sicuro molto prima. “Tuttavia se si dovesse insistere con questa nomina malgrado l’ordinanza della Corte Costituzionale – dice il consigliere regionale brindisino della Puglia de La Puglia per Vendola, Giovanni Brigante – e nessuno dei diretti interessati, vale a dire i candidati alla presidenza dell’Autorità portuale, dovesse fare ricorso, lo farò io. Ripeto, solo nel caso non si muova alcuno dei diretti interessati”. Brigante, che non ha perso un attimo ad estendere a macchia d’olio la notizia che giunge dalla Consulta,  a domanda risponde che qualcuno pronto a ricorrere contro l’eventuale nomina di Haralambides in fondo c’è già. Chi, non si sa. Ma tra quelli che si sentono rimessi in pista ci dovrebbe essere Calogero Casilli, che aveva ricevuto due designazioni da Camera di Commercio (prima opzione) e dalla Provincia (seconda opzione). E perché non anche gli altri.

Possibile conclusione della storia: se il Pdl non ha candidati di riserva che non inciampino in problemi di compatibilità, dopo il 20 maggio nella ex Stazione Marittima di Brindisi arriverà un commissario, forse come altre volte il comandante della  Capitaneria di Porto. Ma si tratterebbe della seconda grande risorsa economica della città senza un governo. L’altra è la zona industriale dove si attendono le designazioni dal Comune capoluogo e dalla Provincia per formare l’assemblea che dovrà procedere alla nomina del consiglio di amministrazione del Consorzio Asi. E non si può neanche dire “Brindisi nel pallone” date le disavventure sia a via del Mare che alla Masseriola. E dire che Matteoli alla lettera a Vendola con l’indicazione di Haralambides – come vuole la pressi per raccogliere il parere del presidente della Regione interessata – aveva anche aggiunto un parere legale. Ma era prima del 15 aprile.

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