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Via al bando per il nuovo terminal passeggeri. Forse nel posto sbagliato

BRINDISI – E’ partito tra non pochi dubbi di vari operatori portuali il bando per il nuovo terminal passeggeri a Costa Morena. L’importo complessivo a base di gara è di 9.955.000 euro, il sito è quello prospiciente gli attracchi di Punta delle Terrare, e il tempo concesso dal bando per la realizzazione della struttura è di 560 giorni dall’aggiudicazione. Le fonti di finanziamento sono i fondi comunitari del programma Interreg Grecia Italia IIIA e i fondi di della legge 166/2002 "Autostrade del mare II".

BRINDISI – E’ partito tra non pochi dubbi di vari operatori portuali il bando per il nuovo terminal passeggeri a Costa Morena. L’importo complessivo a base di gara è di 9.955.000 euro, il sito è quello prospiciente gli attracchi di Punta delle Terrare, e il tempo concesso dal bando per la realizzazione della struttura è di 560 giorni dall’aggiudicazione. Le fonti di finanziamento sono i fondi comunitari del programma Interreg Grecia Italia IIIA e i fondi di della legge 166/2002 "Autostrade del mare II".

L’autorità portuale ha deciso la localizzazione della struttura a Costa Morena perché attualmente vi attraccano i traghetti per la Grecia, e dove è stato anche ipotizzato lo spostamento delle navi per l’Albania. Ma, ed è questa una delle primarie ragioni di perplessità, il nuovo terminal in calcestruzzo, acciaio e vetro sarebbe lontano dai cinque nuovi accosti per traghetti e unità ro-ro di cui è stato appena modificato il progetto, e che saranno realizzati sul versante di S.Apollinare nel porto medio.

Inizialmente, l’idea di una nuova stazione marittima aveva come sito di riferimento, infatti, S.Apollinare, e prevedeva l’uso a servizio dei passeggeri anche dell’ex Capannone Montecatini appositamente ristrutturato. Poi, come molto frequentemente accade a Brindisi, tutto è cambiato e si rischia di aggiungere un altro manufatto dal futuro incerto al già ricco campionario di cambi di destinazione d’uso che imperversano.

La ex stazione marittima di Brindisi, quella alla fine di corso Garibaldi e attuale sede dell’autority, dal servizio ai passeggeri svolto sino ai primi anni Novanta, è stata declassata a sede esclusiva di uffici amministrativi dell’Authority e di altri enti, e da qualche tempo ospita anche una grande sala convegni. Ai bei tempi, a Brindisi si arrivava sotto la nave in treno e con auto al seguito (adesso via anche i binari).

I traghetti per la Grecia sono stati spostati dal Seno di Levante nel porto interno a Costa Morena, a ridosso della zona industriale e a poche centinaia di metri dalle gasiere di gpl della Costiero Adriatico e dalle carboniere dell’Enel. I cinque nuovi accosti li allontaneranno dai traffici industriali, ma anche dal terminal che l’Authority insiste nel costruire a Punta delle Terrare.

Nel Seno di Levante sono stati poi investiti parecchi milioni di euro per realizzare il terminal Albania, ma in breve tempo la struttura – direttamente collegata alla ex stazione marittima da un corridoio aereo – è stata occupata all’80 per cento dagli uffici dell’Agenzia delle Dogane e da quelli della Polmare. Ai passeggeri è rimasta una mini sala d’aspetto con le biglietteria e qualche servizio igienico.

Ma c’è anche il libero mercato dei progetti su S.Apollinare, tutti ovviamente estranei all’offerta di servizi ai passeggeri: quello di un’area fieristica permanente su tutti, che ingloberebbe anche l’ex Capannone Montecatini, dimenticando sempre che una volta realizzati i nuovi accosti servirà spazio per auto e Tir, e che comunque quella banchina può tornare utile per le navi da crociera (la usa già la “Zenith”).

Non è finita. Per le crociere Brindisi non si può accontentare delle navi di piccolo e medio tonnellaggio – che invece sembrano fatte apposta per valorizzare il porto interno – ma dovrebbe puntare su una megabanchina (un’altra) a Punta Riso e alle spalle dell’unico monumento sopravvissuto agli anni dell’industrializzazione senza se e senza ma: Forte a Mare. E qui l’Authority si è già guadagnata la dichiarazione di guerra di Italia Nostra e di altre associazioni.

In fin dei conti, gli unici fatturati ipotizzabili al momento sono quelli di chi vincerà le gare e di chi fornirà cemento e cassoni. Il porto sembra invece, dicono molti, un gigantesco gioco del Monopoli da 5 milioni di metri quadrati. Perché, per chi non lo sapesse, esclusa l’organizzazione dei tour della “Zenith”, che non conosciamo, i passeggeri delle altre due navi che hanno già fatto scalo a Brindisi hanno visitato le bellezze della provincia di Bari (Alberobello), con pullman e persino guide di agenzie baresi. Che bell’affare. Un'ultimo dubbio: che fine farà l'altro miniterminal prefabbricato che si trova sempre a Punta delle Terrare?

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